SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La città di San Benedetto del Tronto piange uno dei suoi figli più cari: è morto infatti Pasquale Carminucci, ginnasta che ha partecipato per tre volte ai Giochi Olimpici (Roma 1960, Tokyo 1964, Città del Messico 1968). Nel 1968 fu campione italiano assoluto. Vinse il bronzo nella formazione azzurra a Roma, dove era presente anche il fratello Giovanni, atleta validissimo come lui.

Nato nel 1937, rimasto orfano in giovane età (il padre morì nella guerra in Russia), l’infanzia di Pasquale e Giovanni non fu certo delle più semplici ma il talento sportivo e una dedizione notevole per l’allenamento consentì ad entrambi di ottenere grandi risultati. Assieme al fratello ottenne il Premio Truentum 2007, massima onorificenza cittadina. In suo onore, oltre che del fratello, un’abitazione di via Mentana è stata dipinta di azzurro con scritte relative ai tre Giochi Olimpici ai quali hanno partecipato.

Di seguito la biografia tratta da Wikipedia.

Infanzia e primi passi in palestra

Rimane orfano in tenera età per la scomparsa del padre sul fronte russo, condividerà con il fratello minore Giovanni una brillante carriera ginnica. Le difficoltà economiche spingono la madre, bidella elementare, ad affidare i bambini a un collegio di Ascoli Piceno, dove insegna ginnastica l’ex atleta Pietro Baldassari. L’insegnante nota subito il talento dei fratelli Carminucci e li convince ad allenarsi nella palestra della parrocchia di Sant’Antonio da Padova a San Benedetto del Tronto[1].

Carriera sportiva

I fratelli Carminucci iniziano a gareggiare nel 1949 e, ben presto, sono notati da Giulio Pennente, ex ginnasta e allenatore di livello nazionale, che li fa inserire nel gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco. I ragazzi si trasferiscono a Roma e cominciano ad allenarsi nel centro sportivo delle Capannelle[1].

Nel 1958 Pasquale Carminucci si aggiudica il titolo di campione italiano assoluto e partecipa ai Campionati del Mondo che si svolgono a Mosca. Nello stesso anno, la guida della Nazionale italiana è affidata allo svizzero Jack Günthard, già medaglia d’oro alla sbarra nel 1952 alle Olimpiadi di Helsinki. Günthard forma un gruppo di giovani atleti che costituiranno la più forte squadra di ginnastica maschile italiana del dopoguerra, quella dei Menichelli e dei fratelli Carminucci.

Alle Olimpiadi di Roma l’Italia torna a conquistare quelle medaglie nella ginnastica che mancavano dai Giochi di Los Angelesdel lontano 1932. Tra esse, oltre a quella d’argento conquistata dal fratello alle parallele[2]. brilla particolarmente quella di bronzo nel concorso a squadre, dove Pasquale Carminucci dà il suo valido apporto, insieme a Giovanni e a Franco Menichelli, Angelo Vicardi, Orlando Polmonari e Gianfranco Marzolla. Pasquale ottiene anche un onorevole trentunesimo posto nel concorso generale individuale[3].

Nel 1962 Pasquale Carminucci gareggia ai Campionati del mondo di Praga. Ai IV Giochi del Mediterraneo, disputatisi a Napoli, nel 1963, contribuisce alla conquista della medaglia d’oro della Nazionale nel concorso a squadre[4].

Alle Olimpiadi di Tokyo (1964), la Nazionale italiana è rinforzata dall’arrivo di Luigi Cimnaghi e Bruno Franceschetti, al posto di Polmonari e Marzolla, ma la squadra scende dal podio e si classifica solo al quarto posto. Nel concorso generale individuale Pasquale Carminucci è quarantaduesimo[3].

Nel 1967, ai V Giochi del Mediterraneo, disputati a Tunisi, lo “squadrone” azzurro dei Carminucci, Menichelli e Cimnaghi vince ancora la medaglia d’oro nel concorso a squadre[5].

Nel 1968, Pasquale Carminucci disputa la sua terza Olimpiade (Città del Messico), ricoprendo l’84º posto in graduatoria. La squadra (con Vincenzo Mori al posto di Angelo Vicardi) soffre la penalizzazione dell’infortunio capitato a Menichelli durante l’esecuzione dell’esercizio al corpo libero e si classifica soltanto dodicesima[3].

Dopo il ritiro

Pasquale Carminucci è rimasto nel mondo della ginnastica artistica, seguendo come tecnico Roberta Battistoni nei Giochi Nazionali Special Olympics[6].