SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alcuni rappresentanti sindacali della Itac srl, lavanderia industriale con 150 lavoratori e sede a Grottammare, sono stati ricevuti questa mattina dal sindaco Gaspari e dall’assessore regionale Donati, in merito alla crisi che l’azienda sta attraversando. Alberto Bondini della CGIL, Alessandro Argieri, Diego Arguilla e Paolo Mascaretti della UIL hanno riferito che i lavoratori stanno ancora aspettando lo stipendio del mese di dicembre, e che ai primi di marzo si completa il primo anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione.
Anziché un rilancio, sul quale i lavoratori sono scettici, la proprietà avrebbe comunicato la prossima apertura di un concordato preventivo. Negli ultimi anni l’azienda aveva parzialmente delocalizzato la propria attività in Polonia e Romania. Sempre secondo i lavoratori, l’attuale crisi deriverebbe in primo luogo da una “stretta” da parte delle banche, su crediti e anticipazioni. La richiesta inoltrata ai due rappresentanti delle istituzioni è stata non solo quella di un confronto con la proprietà, ma di eventuali benefici economici alle stesse famiglie in difficoltà.
Il sindaco Gaspari ha affermato che il Comune di San Benedetto ha già stimato una cifra di circa 44 mila euro per la copertura di buoni pasto nelle mense scolastiche, consumati da studenti figli di lavoratori in cassa integrazione, e che aumentare l’intervento su affitti e mutui richiederebbe risorse che superano di molto le possibilità dei Comuni. L’assessore Donati, da parte sua, verificherà in Regione tutte le possibilità di intervento, specie a sostegno dell’impresa, e dunque dei posti di lavoro. I rappresentanti sindacali incontreranno domani, giovedì, il sindaco di Grottammare Merli, e venerdì il vicepresidente della Provincia di Ascoli Piceno Emidio Mandozzi, delegato al lavoro.
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Un'azienda modello in quanto a scorrettezza,
hanno fatto lavorare i dipendenti altri tre mesi,
preparandosi al concordato preventivo;
naturalmente i soldi degli stipendi ora i lavoratori
se li possono sognare!
Grazie di tutto alla Itac e alla Famiglia Cossiri!!
Io starei molto attento a scrivere “in merito alla crisi che l’azienda sta attraversando” a me risulta che l’azienda non sia assolutamnete in crisi. Ha solo fatto delle scelte (così come molte realtà nazionali) che portano o hanno portato a delocalizzare, ossia a chiudere plant nazionali (ovviamente licenziando personale e metterlo per un certo periodo a carico del contribuente) e aprire realtà all’estero dove la manodopera e i servizi costano meno. Vorrei far presente un’altro aspetto, ossia che a chiedere contributi e aiuti in Italia non è solo la FIAT (come sostiene il popolo di destra e i suoi mezzi… Leggi il resto »
ma nessuno che vede nelle scarse capacità dei nostri politici una delle cause per cui gli imprenditori fuggono da questa valle di lacrime?
Partendo da Mandozzi che pensa più alla sua carriera politica e quindi al suo posto di lavoro che a quella degli altri… per arrivare a Donati che dopo tanto ha un posto al sole ben pagato e come dimostrato ad Acquaviva (NB: quasi mai presente ai consigli comunali anche se consigliere!).
Il Problema della politica locale (e spesso anche nazionale) è che è troppo preoccupata a creare posti di lavoro nel breve periodo senza garantire un'adeguata sostenibilità del medesimo posto: la abbiamo visto prima con sovvenzioni a pioggia (stile cassa del mezzoggiorno) poi con forme di contratti vanatggiose ed ora anche con stage retribuiti dalla provincia. Quando queste forme di assistenzialismo finiscono finiscono i posti di lavoro e ci ritroviamo con tutti i disoccupati in mobilità. Questo perch per accaparrare vosti su voti nessuno ha pensato all'evoluzione del sistema da lì a qualche anno. Nessun politico ha mai avuto una visione… Leggi il resto »
alessandro84: siamo in tanti a sperare che il centrodestra prenda il possesso di provincia e comuni piceni, almeno finiscono tutti questi interventi a mo di avvocato…. la ns provincia nn ha niente??? ma do vivi??? intorno ad ascoli fino all’altro ieri c’erano una miriadi di industrie italiane e non, leader nei loro settori(sice, barilla, manuli, alhstrom solo per citarne alcune) e san benedetto (che non è genova) è stato uno dei primi porti pescherecci d’italia. ora se tutto questo nn c’è piu, non venirmi a dire che è per i comunisti. basta con queste barzellette. evita di impersonare la figura… Leggi il resto »
@rudesbt: allora non hai capito quello che ho scritto? 1) SE C'ERANO le grandi aziende era per via dei finananziamenti di uno stato assistenzialista (la destra e la sinistra non centrano niente, c'entra la mentalità italiana del creare posti di lavoro insostenibili). Le aziende che tu citi non sono native del piceno ma sono "d'importazione" cioè aziende con le sedi centrali in altre zone d'Italia hano attuato una delocalizzazione "ante litteram" per sfruttare le sovvenzioni e finite queste, chiudono gli stabilimenti. 2) Io non ho dato la colpa ai comunisti (non ho mai citato nenache la sinistra) ho detto che… Leggi il resto »
Alessandro se non mi sbaglio, è dal 92 che sono finiti gli aiuti statali, tipo cassa del mezzogiorno. Quello che dici tu in parte è vero, tu critichi le marche, ma se nn erro fu FOA' a disegnare le marche x distretti industriali, quelli che citavi tu, e per 30 anni, grazie anche all'operosita dei marchigiani, è stato il nostro punto di forza. Ti ricordi che il modello della nostra piccola e media impresa veniva studiata anche all'estero come modello di successo. Io penso che con questa crisi in atto, le imprese invece di tirare un po la cinghia, come… Leggi il resto »
Infatti nel mio commento non ho criticato il concetto di distretto industriale ma il fatto che nel piceno non ci sia; ed ho ipotizzato alcune cause per cui c'è questa latitanza. Nelle altre provincie si è sviluppata l'industria senza aiuti o sovvenzioni e nel tempo si è dimostrata più longeva rispetto alla nostra che era soggetta a manovre speculative di finanzieri che volevano incassare quei finanziamenti.
Dopo che il problema delle imprese è che i clienti non pagano il problema riguarda la magistratura certamente non le politiche economiche.
l'ultimo commentoo di alessandro84 in risposta a evil monkey dimostra che il ragazzo non accetta il problema della legalità e delle regole come motore di un'economia.
Purtroppo un pensare comune a molti e che rappresenta anche l'inaridimento culturale del paese.
Difficile uscirne fuori con formulette macro-micro economiche, molto dipende dal connubio tra politica (debolissima ), imprenditori ( pochi quelli che possono avere tale definizione) e lavoratori coscienti anche come cittadini.
Quello che l'articolo tralascia di rimarcare è se effettivamente sono gli istituti di credito che "strozzano" , o non finanziano dovutamente le imprese in crisi, ovvero l'esatto contrario di ciò che la Regione e la Provincia ci stanno comunicando a mezzo stampa da diverse settimane. Pretendiamo soltanto di conoscere i veri responsabili ( o gli irresponsabili se vogliamo ) di questo "effetto domino" delle imprese locali. Fino a qualche giorno fa, Mandozzi ha parlato di "contratti di solidarietà" sottoscritti alla Itac, ora siamo al concordato preventivo… Speriamo comunque che almeno Donati possa dare un aiuto concreto ,a tutti i lavoratori… Leggi il resto »
Stavolta spezzo una lancia a favore di alessandro84: non ha fatto alcuna critica a una parte politica, ma alla politica in generale, e in questo sono pienamente d'accordo. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la mancanza di una caratterizzazione del distretto piceno: la sua analisi è corretta. In parole "povere", in cosa consiste "l'eccellenza picena"? Cosa si sa fare di speciale nella zona? Cosa crea valore aggiunto? Le aziende ascolane sono (erano) per lo più filiali minori di aziende ben più importanti localizzate altrove (know how compreso). Un settore di eccellenza e caratteristico poteva (potrebbe ancora) essere quello agroalimentare, dalla… Leggi il resto »
Io non accetto il problema della legalità? Se un’azienda non paga il suo fornire è perchè la magistratura glielo permette! Questo è il problema della legalità: se uno non paga entro 1 mese devono essere fatti gli atti ed essere inoltrata la richiesta di insolvenza così vedi come tutti pagano subito e non come ora che si paga a 270 giorni, se questo lo combini con la riduzione dell’accesso al credito ottieni il fallimento delle aziende che pur producendo e vendendo (aziende sane) falliscono per mancanza di liquidtà. Tutto questo per il malcostume e la malefede di alcuni che rompono… Leggi il resto »