SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 28 giugno alle ore 16:30 ci sarà l’udienza che dovrebbe fare luce su di un episodio non ancora chiarito relativo agli scontri nel prepartita di Samb-Genoa. Oggi è iniziato il processo, sono state prodotte le testimonianze filmate e fotografiche della difesa, ma causa l’assenza di alcuni testimoni dell’accusa – esponenti del reparto Celere di Bologna – il giudice ha scelto un rinvio al 28 giugno.

L’episodio da chiarire riguarda un tifoso di 34 anni di età, tratto in arresto il lunedì successivo presso l’attività che gestisce. Stessa sorte toccò, lo ricordiamo, ad altri otto ragazzi coinvolti nelle situazioni di violenza verificatesi quella domenica di aprile dietro la curva “Cioffi�?. Dopo quattro giorni di carcere, i nove tifosi sono stati liberati e, in seguito al processo per direttissima, hanno subito condanne  che variano dai quattro ai sei mesi (sospese in virtù del patteggiamento) e diffide triennali dagli stadi. Tutti tranne uno, appunto il 34enne che verrà giudicato il 28 giugno. Questi, difeso dall’avvocato Mauro Gionni, sostiene di aver ricevuto manganellate e percosse dalle Forze dell’ordine senza aver tenuto nessun tipo di atteggiamento provocatorio o minaccioso. Alcuni poliziotti, invece, lo hanno accusato di aver lanciato numerosi sassi dalle scale della curva e di aver preso parte attivamente alla guerriglia. Per questo motivo su di lui pende ancora l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che lesioni aggravate.

Oggi la difesa  ha prodotto 3 filmini ed 11 foto che dimostrerebbero due cose: la totale estraneità dell’imputato alle accuse rivoltegli e l’aggressione gratuita di alcuni poliziotti.Questi materiali sono stati presentati al giudice ma non sono stati visionati in quanto erano assenti alcuni esponenti del reparto Celere di Bologna che sono testimoni per l’accusa. Era presente, invece, un poliziotto proveniente da Ascoli, che aveva riconosciuto l’imputato mentre si recava a farsi medicare poche ore dopo la partita presso l’ospedale del capoluogo.

Dei tre filmini, uno è stato prodotto dalla Procura, uno dall’avvocato Gionni e uno da un ragazzo di Colli del Tronto che riferisce di aver conosciuto l’imputato proprio quel 23 aprile allo stadio. In tutti questi filmati si vedrebbe chiaramente che il tifoso si trovava nella zona vicino ai cancelli e non, come sostiene l’accusa, sulle scale della curva. Se ne riparlerà il 28 giugno.