Ci siamo.

Il 6 marzo scorso la Camera dei Deputati ha approvato – nel silenzio assenso dei telegiornali, delle principali pagine della stampa nazionale – la proposta di legge costituzionale sul principio di pareggio di bilancio.

Ciò che non era stato previsto dai Padri della Patria, logicamente.

Ciò che in 150 anni di Unità d’Italia è avvenuto soltanto una volta, nel 1875, con nefasti effetti sociali.

Ciò che è stato pubblicamente sconsigliato ad Obama da otto premi nobel appena qualche mese fa.

Ciò che il grande insegnamento di John Maynard Keynes aveva pubblicamente sconfessato: occorrono manovre anticicliche nei momenti di recessione (è questo è il periodo recessivo maggiore dal 1929, ma evidentemente si stanno impegnando per superarlo).

Ciò che fa scrivere a The Irish Times “mettere al bando la teoria keynesiana dopo il grande crollo del 2007 è un po’ come reagire a un massacro vietando i giubbotti antiproiettile” (leggi tutto, nei principali giornali italiani non lo trovate).

Ciò che fa pensare: non serve più eleggere deputati e senatori (semmai siano coscienti di quel che stanno votando), dato che la politica fiscale, per la prima volta nella storia del Continente, sarà scolpita nella Costituzione, e la politica monetaria sarà decisa a Bruxelles (o Francoforte).

Ricordate quante discussioni ci sono state per le riformine costituzionali degli anni scorsi, e per le riformine costituzionali paventate negli ultimi mesi. Questa la stanno facendo, e non ne sapete nulla, e non ne sapremo nulla:  “e ora, ai sensi dell’art. 138 della Costituzione, per divenire legge esso dovrebbe essere adottato nuovamente, nel medesimo testo, da entrambe le Camere in un intervallo non minore di tre mesi dalla prima deliberazione“.

E coloro che sarebbero sulla carta i nipotini di Keynes, lo disconoscono.

Chissà se un giorno potranno dire: John Maynard, perdonaci, perché non sapevamo quel che facevamo.

Voi sarete sempre più poveri e disperati, quel giorno. E più vecchi e deboli. Altro che MMT.

Ma forse mi prendo troppo sul serio. Se erano solo sei in aula, e gli altri 624 assenti: ecco a chi diamo il nostro futuro.