Ci siamo.
Il 6 marzo scorso la Camera dei Deputati ha approvato – nel silenzio assenso dei telegiornali, delle principali pagine della stampa nazionale – la proposta di legge costituzionale sul principio di pareggio di bilancio.
Ciò che non era stato previsto dai Padri della Patria, logicamente.
Ciò che in 150 anni di Unità d’Italia è avvenuto soltanto una volta, nel 1875, con nefasti effetti sociali.
Ciò che è stato pubblicamente sconsigliato ad Obama da otto premi nobel appena qualche mese fa.
Ciò che il grande insegnamento di John Maynard Keynes aveva pubblicamente sconfessato: occorrono manovre anticicliche nei momenti di recessione (è questo è il periodo recessivo maggiore dal 1929, ma evidentemente si stanno impegnando per superarlo).
Ciò che fa pensare: non serve più eleggere deputati e senatori (semmai siano coscienti di quel che stanno votando), dato che la politica fiscale, per la prima volta nella storia del Continente, sarà scolpita nella Costituzione, e la politica monetaria sarà decisa a Bruxelles (o Francoforte).
Ricordate quante discussioni ci sono state per le riformine costituzionali degli anni scorsi, e per le riformine costituzionali paventate negli ultimi mesi. Questa la stanno facendo, e non ne sapete nulla, e non ne sapremo nulla: “e ora, ai sensi dell’art. 138 della Costituzione, per divenire legge esso dovrebbe essere adottato nuovamente, nel medesimo testo, da entrambe le Camere in un intervallo non minore di tre mesi dalla prima deliberazione“.
E coloro che sarebbero sulla carta i nipotini di Keynes, lo disconoscono.
Chissà se un giorno potranno dire: John Maynard, perdonaci, perché non sapevamo quel che facevamo.
Voi sarete sempre più poveri e disperati, quel giorno. E più vecchi e deboli. Altro che MMT.
Ma forse mi prendo troppo sul serio. Se erano solo sei in aula, e gli altri 624 assenti: ecco a chi diamo il nostro futuro.
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Personalmente credo che ci sono momenti nella storia di un paese in cui sono necessarie politiche economiche diverse. Nei momenti di boom e di crescita occorre ripianare la situazione economica finanziaria del paese e fare riserve per quando si potranno verificare eventi avversi e scarsamente prevedibili. Mentre ci sono momenti in cui serve erodere queste riserve per sopperire alle avversità. In linea di principio non sono contrario al pareggio di bilancio, perchè sostanzialmente impone il vincolo di non vivere al di sopra delle proprie possibilità e quindi garantire una certa sostenibilità negli anni a venire. Tuttavia, eventi circostanziali possono portare… Leggi il resto »
A parte il fatto che lo Stato non è una famiglia (il che è una discriminante decisiva per cui rimando agli articoli sulla MMT), l’imposizione di un vincolo rigido di tal fatta è sostanzialmente stupida anche per il più rigido sostenitore del laissez faire (a noi, gli altri invece “non facciano”). Deve essere la politica, ovvero i cittadini, a decidere come impiegare le risorse collettive, nessuno ha mai imposto nulla del genere in una Costituzione. Non lo ha fatto neppure il Fascismo… L’imbambolamento generale è mostruoso, qui gli unici che ne guadagneranno saranno gli ultra-possidenti mentre coloro al momento rappresentati… Leggi il resto »
“Deve essere la politica, ovvero i cittadini, a decidere come impiegare le risorse collettive” Giustissimo! Però non rispettare il vincolo di bilancio significa impiegare OLTRE le risorse collettive! Ho fatto l’esempio della famiglia non per le modalità di gestione delle risorse finanziare ma, per come dice spesso anche Savino, provare ad applicare la legge di Lavoisier per cui le risorse finanziarie a disposizione sono pari alle entrate meno i costi ed oneri finanziari, per cui ciò che rimane può essere impiegato e non più di quello che rimane altrimenti cadiamo nella spirale del debito di cui l’Italia è affetta.
Ci sono due questioni antitetiche interessanti che mi solleticano, e non ho ancora trovato un equilibrio tra le due: 1) Le teorie anticicliche Keynesiane hanno dato ottima prova nella storia, specie dopo la crisi del ’29. Non è pensabile accantonarle finché il sistema economico presenta un andamento ciclico di crescita e recessione. In tempi di recessione secondo Keynes è necessario aumentare la spesa pubblica per stimolare l’economia, finanziando la spesa con un deficit di bilancio. 2) Il pareggio di bilancio contrasta con le teorie anticicliche, è anche vero però che affascina positivamente l’idea di avere i conti in ordine, di… Leggi il resto »
Dimenticavo; al di là dell’aspetto teorico di cui parlavo prima, resta una certa gravità nel metodo: non è positivo che vincoli come il pareggio di bilancio vengano imposti in deroga alla sovranità nazionale e con uno strumento giuridico di forza assoluta come la costituzione.
Scusate, non vorrei che la discussione si alzasse troppo di livello (sono autoironico ma non troppo). Prima di discutere se sono migliori le scelte keynesiane anticicliche oppure se invece lo Stato bravo deve essere in pareggio di Bilancio, chiediamoci qual è il senso di inserire una norma del genere in Costituzione: è una decisione stupida (First lo fa notare nel suo secondo commento) come sarebbe stupida la decisione di inserire nella Costituzione la regola opposta, ovvero che lo Stato deve spendere a deficit. La situazione è comica: uno Stato Ue non solo non può svalutare, non solo non può decidere… Leggi il resto »
Il senso di questo provvedimento fa capo al FISCAL COMPACT!
Personalmente non faccio niente per fermare lo scempio istituzional-economico italiano perchè non ho nessuna speranza di poter riuscire a cambiare qualcosa in ambito nazionale; al contrario penso che il mio impegno (insieme a chi ha questa volontà) nel locale possa portare a risultati significativi. Ho perso la speranza in reali cambiamenti nazionali dopo il Trattato di Lisbona, di cui ho appreso e letto alcuni punti importanti grazie a Barnard. Chi lo conosce un po’ può facilmente comprendere come la Comunità Europea dopo questo trattato possa essere considerata la peggior sciagura istituzionale del nostro tempo, in grado di buttare nel secchio… Leggi il resto »
Locale o globale, San Benedetto o Roma o Bruxelles, il filo è lo stesso. Prima della speranza c’è la dignità.
Hai perfettamente ragione Pier Paolo, ma il mio personale carburante è la speranza, senza di quella il mio motore non parte.
Scusate, sono stato chiamato in causa, se si estrapola una mia affermazione (osservanza al primo principio della termodinamica) dal contesto ne esce fuori una un ragionamento parziale. Il mio discorso era: non siamo più (o lo siamo sempre meno) in una forma di capitalismo, non siamo neppure di fronte ad una delle sue innumerevoli trasformazioni. Rimando a: (http://sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Contro-il-capitalismo-finanziario-12703). I meccanismi classici, le economie classiche (liberismo vs keynesiani) non funzionano più. Il sistema finanziario ha surclassato il capitalismo, si appropriato della capacità di rompere le leggi fisiche, di creare moneta dal nulla (la base del pensiero keynesiano), e sta massacrando l’economia… Leggi il resto »
Vero che keynesianesimo e liberismo sono superati dalla super-finanza, che non ha nessun contatto con la nostra realtà. Però evitiamo di pensare che il salvataggio delle banche abbia a che fare con Keynes, e oserei dire anche con il liberismo (anche se viene spacciato per tale per consentire così il silenzio delle masse). Cerchiamo anche di restare terra terra: espropriare i cittadini di tutti i loro strumenti di scelta è gravissimo, prima di arrivare a “governi locali” occorre riportare indietro l’orologio, non capisco infatti come si possa accettare l’annullamento dei fondamentali diritti di scelta in nome di un benessere ipotetico… Leggi il resto »
Se utilizziamo un approccio dal basso verso l’alto va a finire come la rivoluzione Francese….
Pier Paolo, è vero quanto dici in merito alla sovranità. Ma ricordo che si è fatto l’Euro per sfuggire alla poca sovranità che l’ancoraggio al dollaro ci dava. Ora fare un’Europa politica vuol dire cedere delle sovranità a favore di un parlamento europeo, e che questo non sia solo un figurante. Lo stare in mezzo al guado, o fare tira e molla con l’euro e con l’europa ci sta portando al disastro e ne sta approfittando l’arcifinanza. Abbiamo la politica commissariata. Monti ha alzato l’asticella del dibattito politico e i nostri politici non sono all’altezza del confronto. Non solo, hanno… Leggi il resto »
Savino in cuor mio io mi sento molto Illuminista ma credo che il popolo italiano non è il popolo francese: noi siamo sempr eriusciti a finire una guerra dalla parte opposta a dove l’abbiamo iniziata. Non siamo un popolo compatto ed unito e cosa peggiore facilmente vendibile. Parlavi di partire dal locale? Bene, ma se non ce l’abbiamo fatta nemmeno a cambiare Sindaco tu vuoi stravolgere il moloch della finanza?