Nel mare magnum della comunicazione on line sono necessari dei punti fermi, quasi delle boe dove attraccare, per riflettere qualche minuto e capire se la direzione verso la quale ci si è involati è quella giusta. Almeno per evitare di seguire passivamente la corrente: delle onde nel caso dei marinai, delle notizie nel caso dei giornalisti e dei lettori.

Giunti a questo punto, infatti, un cittadino potrebbe chiedersi per quale motivo una vicenda all’apparenza tanto banale quale la presunta assenza di qualche ora dal lavoro di un dirigente comunale (tra l’altro recatosi in Tribunale per assistere ad una causa di mobbing lamentata nei suoi confronti proprio dal Comune di San Benedetto) stia scatenando una vera e propria “guerra” in una parte dell’opposizione mentre la maggioranza, fino ad ora, resta appesa alle parole pilatesche del sindaco Piunti e alla figura oscura del Corvo, ovvero un consigliere comunale di maggioranza che avrebbe, con una segnalazione anonima, innescato il provvedimento disciplinare nei confronti di De Berardinis.

Il punto non è dunque né l’assenza né il provvedimento disciplinare. Né la pittoresca e impacciata figura del Corvo (perché l’atto in sé appare ogni minuto che passa il più classico e maldestro dei boomerang).

Il punto è un altro.

L’opposizione sta strepitando perché ritiene che nell’azione contro De Berardinis vi sia una azione esemplare nei confronti di chi, in qualche modo, abbia contribuito alla delibera che prevede il controllo pubblico per Picenambiente SpA. Situazione che verrà chiarita con una sentenza del Tar attesa per maggio. Ma questa sarebbe la teoria di fondo dei consiglieri di minoranza o almeno dei cinque che hanno persino diffidato il sindaco Piunti e il dirigente Rosati.

Se così fosse, tuttavia, significherebbe che ci troveremmo di fronte ad un potere violento e molto forte a difesa della gestione privata (a capitale di maggioranza pubblico) della principale azienda partecipata della provincia del Piceno.

Ma se così non fosse? Se i consiglieri di minoranza stessero prendendo solo un grande abbaglio, scambiando una normale azione disciplinare e un solerte consigliere comunale che compie il proprio dovere di pubblico ufficiale in mostri da sbattere in prima pagina?

Raramente le due facce di una stessa possibile verità sono apparse più contrastanti l’una con l’altra. E sembrano non esserci vie di mezzo: o l’una, o l’altra.

Sarà anche compito della libera stampa comprendere quali sono le dinamiche che stanno alla base di quanto sta accadendo.