
SAN BENEDETTO DEL TRONTO- L’avevano chiamata in tanti modi questa partita: “sotto-derby” i più orgogliosi, “quasi derby i moderati e qualcuno anche “derby” tirandosi dietro i nasi storti di chi, molti in verità, aspettano da una vita ben altro derby e uno scontro con cugini dalle maglie dai colori ben diversi.
C’è chi ha voluto dare un peso e chi un altro a questa sfida insomma, che si leggeva Samb-Monticelli ma che evocava e disegnava dietro di sé ben altri sfondi. Alla fine la giusta misura di quanto pesasse in realtà la sfida l’ha data il tempo, e la fine della gara ha finalmente sentenziato che sì questa gara in realtà pesava eccome, facendo tornare in mente le parole dette anni fa in altro contesto dal tagliente Gianni Agnelli che riferendosi al derby della Mole disse, restando nella storia: “è la partita che mi da meno gioia vincere e più dispiacere perdere”. Ed ecco che i cinque gol del Monticelli diventano come aceto su una ferita aperta, sempre aperta quando in riviera si accostano calcio e Ascoli, poco importa se stiamo parlando di un suo quartiere, la rivalità è talmente forte che non distingue i figli dai figliastri.
L’ambiente era quello delle grandi occasioni, la curva nord più gremita del solito, complice forse l’avvio di stagione incoraggiante oltre che il fascino che prometteva il cartello della sfida. Sono bastati quarantacinque minuti, quelli bastati anche al Monticelli per segnare quattro gol proprio sotto la nord, per trasformare l’entusiasmo del primo pomeriggio in una delle giornate più nere del tifo calcistico sambenedettese, almeno sentendo il commento di molti. Poco importa che alla fine la sconfitta sia risultata di misura, nei ricordi di molti rimarrà la scomoda e pungente sensazione di vergogna provata nell’intervallo di oggi pomeriggio, il disagio di aver preso quattro gol dai “fratellastri” dell’Ascoli.
La sensazione però è che prima di ogni disamina bisognerebbe scindere quelle che sono le valutazioni calcistiche di una stagione da quello che dice il cuore, riflettendo anche sulle parole del capitano dei rossoblu Marco Pezzotti che a fine gara dice “non eravamo fenomeni prima e non siamo brocchi ora”. Pezzotti probabilmente ha ragione come aveva ragione Loris Beoni quando parlava due settimane fa delle insidie di “giocare in casa” perché al netto di tutto questa sconfitta fa molto più male al tifo di quanto ragionevolmente dovrebbe farne ai giocatori, perché è una sconfitta che tocca l’orgoglio ma non deve distogliere gli occhi del critico da quello che gli uomini di Beoni hanno mostrato fino ad ora, ovvero una compagine capace di andare a imporsi in un campo difficile come quello di Campobasso e di andare a farla da padrone in terra feltresca non più di sette giorni fa. E’ ovvio che questa sconfitta e quell’intervallo di vergogna sono l’ennesima delusione di una storia recente che vede la Sambenedettese dimenticata dalla dea Fortuna e agli occhi di qualcuno ormai “figlia di un dio minore” ma non bisogna dimenticarsi che c’è sempre della poesia nella sconfitta, anche la più umiliante, perché il sapore amaro della polvere rende più dolce quello del miele quando le labbra riusciranno finalmente a toccarlo e perché San Benedetto aspetta ben altri ospiti, dai colori ben diversi.
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Questa sconfitta é figlia del poco spirito rossoblu degli ex reatini attuali calciatori della samb!
Non è possibile che beoni faccia gli esperimenti difensivi in una partita come questa . Nessuno ha spiegato all ‘allenatore che questa partita non si doveva perdere ?
Bravo alberto, questa è la verità! Non puoi prendere il Rieti in blocco, gli metti una maglia rossoblù, e hai fatto la sambenedettese. Sono situazioni paradossali del calcio moderno, bisognerebbe avere un allenatore ex-rossoblu, o in rosa almeno due elementi esperti che hanno avuto un passato nella Samb, capaci di inculcare e trasmettere i valori della sambenedettesità, grinta esasperata e grande fame di risultati, in queste “signorinelle”. La Sambenedettese non si inventa cambiando una maglia dall’oggi al domani, la squadra di ieri che ha perso contro un quartiere di Ascoli quando nemmeno il picchio è mai riuscito a batterci in… Leggi il resto »
Ma come si fa a cambiare ogni domenica i terzini e/o i centrali di difesa? Vuoi far esordire un giovanissimo? Non metterlo dal primo minuto in una gara “vitale” con quasi 5000 spettatori, mettilo l’ultimo quarto d’ora quando stai vincendo per tre a zero. Mapelli sicuramente è un bravo elemento ma rischia di essere bruciato da una cervellotica scelta fatta da un presuntuoso che forse si crede di essere il nuovo Messia del calcio italiano. Sei sotto, in casa contro il Monticelli devi recuperare almeno due gol e togli Titone l’unico in grado di saltare con facilità l’uomo? Volevi mettere… Leggi il resto »
Beoni ha troppi giocatori e troppe soluzioni da poter applicare ed è in piena confusione mentale. Può giocare con un terzino over inserendo sorrentino, può abbassare Pezzotti sulla linea dei terzini, ha un centrale come Conson che non ha portato neanche in panchina, e tanti altri giocatori validi, ma sono soluzioni troppo semplici, la genialata è buttare nella fossa dei leoni un ragazzo che non ha mai giocato una partita vera nella vita. Oltre al fatto che non è convinto del suo gioco e si preoccupa degli avversari, quando dovrebbe essere il contrario. Io la penso come il presidente, se… Leggi il resto »
Domani a che ora si allenano e dove? Grazie
Se la Samb faceva una squadra per non retrocedere avrebbe avuto in squadra molti calciatori di San Benedetto e Riviera picena.
Io non mi sarei accontentato anche se alla sesta partita avessimo vinto 6 a 0 in casa del Parma o dell’Ascoli vero. Chiaro?
ma che c’entra direttore? mica devi essere di san benedetto per acquisire mentalità sambenedettese. dovevano solo capire che gli ascolani del monticelli calcio avrebbero lottato alla morte. stiamo parlando di ragazzi nati ad ascoli o cresciuti nelle giovanili del’ascoli. ragazzi che frequentano la curva di ascoli. si sapeva che ieri avrebbero dato il cuore. i nostri li hanno sottovalutati e sono stati asfaltati.
Conta la vittoria finale. certi passi falsi ci sono sempre stati. Drammatizzarli è sbagliato
Perché scrive da anonimo, le chiedo io. ha scritto diverse sciocchezze contro la Samb che mi fanno credere che lei non voglia bene ad una società così gloriosa. Testa di serie? Che sciocchezza.
Noi non siamo mai passati ad una serie superiore senza aver vinto campionati. Tante altre squadre non possono vantare la nostra prerogativa.
La scorsa estate è stata la prima volta che ci abbiamo provato dopo aver vinto campionati ed essere retrocessi.
Un po’ di rispetto per tutti suoi tifosi, me compreso, che hanno dovuto subire senza averne la minima colpa.
Caro direttore questa partita NON si doveva perdere ! Con tutto il rispetto il resto é aria fritta .
Neanche la Juventus voleva pareggiare con il Frosinone. Quello di ieri non era un derby.
Se si vinceva non era un derby in caso di sconfitta è peggio di un derby perso è un umiliazione. Questa sconfitta lascia una ferita difficilmente rimarginabile…
Tempo al tempo.
Finalmente. “Non abbiamo perso nessun derby”. Parole sante come le altre.
Io la penso come lei.
Festa legittima e tranquilla, C’era anche un prete. Che, se non avessero battuto la Samb, non ci sarebbe stato. Finalmente sono riusciti a vincere una partita di calcio a San Benedetto dopo non esserci mai riusciti in novant’anni di storia con la prima squadra della città. Dopo almeno 40 partite. Dal 1955 al 1970 l’Ascoli non era nessuno, giocava con la Robur negli anni 60, la Samb un miracolo nazionale, dal 1990 al 2015 il contrario a favore dei bianconeri che hanno superato superato la gloria dei rossoblu, con alcuni anni in cui ha fatto sua parte (Play off per… Leggi il resto »
beh insomma, scendere dal pulmann e cantare samba merda… qualifica una squadra per quella che è..
e io che pensavo che l’Ascoli fosse andata in serie A nel 1974, ma evidentemente mi sbaglio!
Potrei saperlo
Si evince da quello che ha scritto per un semplice motivo. Derby o non derby chi conosce il calcio sa che ogni partita ha la sua storia. Alla fine poi è preferibile la vittoria finale piuttosto che vincere un derby che derby non era. Come non lo sarebbe Ascoli-Porto D’Ascoli.
L’anonimato non è mai una bella cosa è fa pensare a pensieri simili a quelli che le sono stati indirizzati. Senza, toglierebbe ogni dubbio.
Per ora sappiamo soltanto che lei è un tifoso atipico. Che significa?
Grazie, mi ha fatto molto piacere questo suo commento. Sulle tattiche sono d’accordo con lei. Non mi piace avventurarmi in concetti che riguardano specificatamente gli addetti ai lavori. Solitamente più preparati. Le mie critiche e i miei elogi sono rivolti a quello che vede in campo e sulla singole prestazioni.
È vero anche che la curva nord ha dato segni di grande maturità che gli auguro di non perdere anche quando capita (nel calcio capita) di subire grandi ingiustizie. Solo fischi fortissimi e basta. Ogni altra manifestazione violenta o quasi fa il male della squadra che si ama.
Stupendo commento, il più intelligente di tutti. Complimenti.