
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Doveva essere il viaggio della speranza, ma il ritorno di Giovanni Gaspari da Roma non ha regalato alcuna certezza. “Non ho nulla da dire”, ha dichiarato il sindaco, intercettato nel primo pomeriggio di martedì. E nemmeno dall’Ufficio Stampa giungeranno comunicazioni ufficiali.
La tensione è palpabile, a riprova di un colloquio presso il Ministero dell’Interno che non si è mostrato troppo in discesa. Il confronto col sottosegretario Gianpiero Bocci si è concluso con la consegna degli atti relativi alla delibera sull’assestamento e sul riequilibrio di Bilancio 2013 e alla sentenza del Tar.
Gaspari si era recato nella Capitale con la legale Marina Di Concetto, la segretaria generale Fiorella Pierbattista e il segretario personale Guido Renzi. I tecnici analizzeranno i documenti, confrontandosi con la Prefettura di Ascoli Piceno, per esprimersi sull’ipotesi di scioglimento del Consiglio Comunale.
E’ proprio questa eventualità a preoccupare un’amministrazione che, sin dalle prime ore, aveva al contrario ostentato serenità lasciando presagire una semplice ripetizione dell’assise incriminata. “I Consigli si sciolgono per infiltrazioni mafiose, non per questi errori formali”, era stata la presa di posizione corale del centrosinistra.
La Di Concetto si concentrerà sul ricorso al Consiglio di Stato, mentre giovedì Gaspari verrà ricevuto dal Prefetto Graziella Patrizi che, sempre martedì, ha incontrato gli esponenti del Pdl Pasqualino Piunti ed Andrea Assenti. “Si tratta di un caso quasi unico, andrà studiato a fondo”, ha affermato il vicepresidente della Provincia. “Questo appuntamento non venga interpretato come un tentativo di pressione. E’ stata una visita di cortesia istituzionale. L’approvazione della nostra pregiudiziale avrebbe sanato l’errore. La bocciatura subita ci ha fatto andare avanti. Abbiamo compito di indirizzo e controllo. Abbiamo solo richiesto il rispetto delle regole”.
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