
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dall’esperienza delle piccole e medie imprese del Piceno, e delle Marche in generale, una speranza per la rinascita e l’affermazione senza più zone d’ombra del Made in Italy. E’ quanto è emerso dal confronto che la senatrice Camilla Fabbri, membro della Commissione Industria del Senato ha avuto con alcune aziende Cna del settore manifatturiero del sud delle Marche.
Il primo incontro alla Dienpi di San Benedetto del Tronto, di Doriana Marini, presidente di Cna Federmoda di Ascoli Piceno. Proprio in quest’occasione la senatrice Fabbri ha anticipato i contenuti di un disegno di legge che dovrebbe essere approvato entro Pasqua: “Le esperienze sul nostro territorio mi hanno aiutato in questa stesura che ora i passaggi in Parlamento sicuramente implementeranno e miglioreranno”.
La chiave di volta delle nuove misure riguarda il Made in Italy e un nuovo sistema per una garanzia di filiera che permetta alle eccellenze del nostro territorio, e di conseguenza di tutta Italia, di recuperare le commesse delle grandi industrie che in questi anni hanno deciso di delocalizzare per un motivo solo, in altre parole contenere i costi della manodopera.
La senatrice ha poi aggiunto: “La garanzia di filiera altro non è che un sistema di garanzie che la grande industria offre alle piccole eccellenze che lavorano per completare la propria filiera produttiva. Alla concessione delle garanzie corrisponderà dallo Stato uno sgravio fiscale, elemento fondamentale perché questo incentivo andrebbe a compensare i risparmi che le grandi imprese hanno spendendo meno per i salari dei lavoratori. Il risultato finale, ridare commesse e speranza alle eccellenze nostrane”.
Questo invece il commento di Luigi Passaretti, presidente provinciale della Cna Picena: “La senatrice Fabbri ha raccolto le istanze del territorio perché è dal territorio che lei viene in esso ha maturato la sua esperienza. Formazione, incentivi per l’assunzione dei giovani, tutela dei nostri marchi e contrasto alla delocalizzazione è quello che il Piceno e le Marche si aspettano da chi ci governa a Roma”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Doriana Marini, titolare della ditta Dienpi, che ha messo l’accento proprio su uno dei problemi più pressanti, nel campo della manifattura per la moda ma un po’ per tutto il manifatturiero, della tutela della creazione d’idee di eccellenza e di recupero di fette di mercato.
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La concessione di garanzie da parte della grande industria di dare commesse ” non” ad esecuzione dell’intero prodotto in Italia ma a completare la propria filiera produttiva in favore delle p.m.i. appatto che queste riducano i costi della manodopera con concessione di un beneficio fiscale è da respingere. vediamo perchè: Se da un lato si avrebbe l’aumento delle commesse e quindi forse l’aumento lavoratori occupati, dall’altro lato , stante il nostro sistema economico, i redditi conseguiti dai lavoratori dipendenti saranno talmente irrisori da essere ricondicibili sotto la soglia di poverta , i quali, non permetteranno la ripresa dei consumi e… Leggi il resto »
Dalla mia esperienza lavorativa nel settore Fashion&Luxury, come al solito i politici non ch’anno capito una mazza. Nella moda il vero made in Italy ha un grandissimo valore, ovviamente per prodotti di altissima fascia, ed è esplicativo che le grandi maison francesi vogliano il “made in Italy” sui loro capi! Vogliono però il vero made in Italy, non il made in Italy di Prato che non è altro che un made in China! Certo Brand di fascia bassa non hanno alcun interesse nel made in Italy perchè strategicamente sul mercato si posizionano sul un altro target, ma chi fa della… Leggi il resto »