dal settimanale Riviera Oggi numero 869 in edicola

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito, alcune opinioni sulle ultime dichiarazioni dei candidati sindaco alle prossime elezioni comunali.

Marco Calvaresi (Nuovo Polo Sambenedettese): Tocca le corde dell’emozione auspicando di risolvere il problema della droga. Ambizione alta, ma non dice come. Promette un taglio alle consulenze esterne del Comune. Promette l’apertura dell’economia sambenedettese ai Distretti della tecnologia. Ottima intenzione, ma rimane troppo nel vago, finora.

Tablino Campanelli (Forza del Sud): Conoscerne idee e programmi è difficile. Non partecipa ai confronti con gli altri candidati. Non organizza conferenze stampa per promuovere lista e programmi. Insomma, è ingiudicabile.

Maria Rosa Ferritto (Movimento Cinque Stelle): Pasionaria ambientalista, sognatrice dei “rifiuti zero”. Il Cinque Stelle ha il merito di organizzare efficaci incontri tematici, a scopo informativo, su temi importanti come il punteruolo rosso delle palme, il deposito sotterraneo di gas previsto all’Agraria, il deposito di rifiuti La Piattaforma Ecologica. A volte si lascia prendere la mano da dichiarazioni a effetto ma difficilmente praticabili. Vuole “rivedere le quote del Comune nelle società municipalizzate e pubblico-private”. Già, ma come? Rifiuti, segnaletica stradale, servizio idrico. Sono ambiti che il Comune gestisce tramite le partecipate. Che vuol dire “rivedere le partecipazioni”? Uscire da queste società? Riportare dentro i Comuni questi servizi? E’ fattibile? Su questo il Cinque Stelle non offre delucidazioni.

Gabriele Franceschini (Lista Forza San Benedetto): Sul meccanismo degli uffici comunali e sulla burocrazia, ha il merito di aver presentato e offerto al dibattito un modello di riorganizzazione aziendalista che promette risparmi ed efficienza. Un’idea concreta su cui discutere. Propone una moratoria sulle consulenze esterne. Sul fronte delle opere pubbliche, però, si lascia prendere un po’ troppo la mano dall’entusiasmo. Esempi? Interrare la ferrovia in via Pasubio per ovviare al passaggio a livello. Oppure annunciare 1700 nuovi parcheggi in zona porto.

Bruno Gabrielli (centrodestra): Punta su temi di facile presa, che però rischiano di ritorcerglisi contro. Se l’elettore indeciso si “gasa”quando sente parlare di nuovo lungomare nord e nuovo piano regolatore in pochi anni e spendendo poco, o di taglio dei ricchi dirigenti del Comune e delle consulenze esterne, allo stesso tempo rischia di “smosciarsi” quando il candidato del Pdl cede ai toni leghisti criticando le modalità di un concorso pubblico per interpreti linguistici perché i primi classificati sono una slovacca e un montenegrino. Oppure quando tocca con eccessiva semplificazione il tema ancora scottante del caso di Roberto Peci, definendolo “ex brigatista” e polemizzando sulla prossima intitolazione di una via alla vittima delle Br di Senzani.

Giovanni Gaspari (centrosinistra): La scaramanzia gli fa difetto quando gasa i suoi dicendo che vincerà al primo turno. Sul tema della bretella, non appare ancora in grado di dare una risposta precisa sul quando arriveranno i fondi dagli enti sovraordinati. E allora ricicla l’idea vecchia di anni di un collegamento dal porto al casello di Grottammare, anche se non dice come questo interferirebbe con la viabilità del quartiere nord della città. Rivendica il suo ruolo di sindaco “sceriffo” per chalet e negozi, che vuole (giustamente, per chi scrive) far stare aperti nei giorni di festa, qualora lo volessero. Ma una Regione che ragiona come la Cgil gli fa una legge che lo impedisce. Accusa il Movimento Cinque Stelle di fare “terrorismo psicologico” sul deposito di gas e sui rifiuti nel deposito di via Val Tiberina. Sbaglia, quella è informazione, e l’informazione non è mai troppa. Infine, ha buon gioco nel criticare delle uscite francamente fuori luogo del centrodestra, come quella di Gabrielli su Peci e quella di Stefania Craxi che dichiarò senza fare nomi e cognomi che “le amministrazioni di centrosinistra che governano le Marche” avrebbero “uno stile che non ha nulla da invidiare agli stili mafiosi presenti nel Sud Italia”. Frase davvero fuori luogo, se una volta detta non si completa con accuse e riferimenti ben precisi.

Mario Narcisi (lista “Coloriamo la città”): Piano recuperatore dell’edilizia antiquata, piano regolatore del sociale, sono due concetti interessanti del suo programma. Idem per le politiche di sfruttamento ittico dell’Adriatico in collaborazione con i paesi frontalieri, anche se un Comune può ben poco in materia. Dubbi sulla copertura dell’Albula che sbandiera tanto quanto Calvaresi. Ai due candidati sindaco diciamo: sono anni che se ne parla, se nessuno ci è mai riuscito ci sarà un motivo? Sul caso Craxi, il primario dell’ospedale civile mostra il coraggio delle proprie idee, ma non guadagna certo consensi oceanici con la proposta di intitolare a Bettino la pineta di via Pasqualetti e con la difesa accorata delle sortite di Stefania sulle giunte marchigiane.

Daniele Primavera (Federazione della Sinistra): Come incrementare l’occupazione a San Benedetto? Con il Parco Marino del Piceno, risponde l’enfant prodige. Un po’ troppo ottimismo, forse. Sul tema dell’edilizia, interessanti spunti davvero coerenti con il principio della Crescita Zero. Sul tema delle barriere architettoniche, bene fa a insistere sulla necessità di abbatterle ed essere una città davvero civile. Reduce da una consigliatura comunale intelligente, attenta e propositiva, merita un’altra opportunità di interazione con il governo locale.