
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Daniele Primavera, Leader di Nuovi Orizzonti Sambenedettesi (NOS), critica aspramente gli annunci via social del Sindaco in materia sanitaria, in quanto risulterebbero solo fumo negli occhi per nascondere la completa mancanza di programmazione e preparazione nell’amministrare la cosa pubblica.
“Come Nuovi Orizzonti Sambenedettesi guardiamo con preoccupazione alla situazione del Madonna del Soccorso e alle prospettive di breve e medio periodo della nostra struttura. – dichiara Primavera – L’entusiasmo del Sindaco Spazzafumo per una bozza di accordo operativo tra enti ci pare infatti mal riposto. Continua infatti a non essere chiaro il profilo funzionale della struttura promessa, che è l’unico dato che davvero interessa ai cittadini. Continuano a non esserci impegni di finanziamento concreti. Continuano a non essere comunicati tempi attesi ma solo formule generiche di impegno sine die.”
Gl ospedali sono strutture strategiche: non a caso il Decreto Balduzzi parla di “bacini d’utenza, e di “accordi interregionali”, non di confini, di aree vaste ne’ tantomeno di Aziende Sanitarie Territoriali, la sanità dev’essere strutturata per rispondere alle esigenze di tutto il comprensorio. Purtroppo, da anni sulla sanità infuria un battaglia partitica che non ha nulla a che vedere con l’esigenza sanitaria del territorio, tra i quali, ripristinare i servizi che negli ultimi venti anni sono stati tolti a tutti i cittadini della nostra zona.
“Come NOS ci siamo candidati a sostegno di Aurora Bottiglieri impegnandoci a difendere il Madonna del Soccorso. – prosegue Primavera -Non siamo tra coloro che si augurano di vedere l’amministrazione fallire su questo punto né tra coloro che ancora sostengono soluzioni di delocalizzazione che feriscono la città e il comprensorio, proposte che la città ha già bocciato all’unanimità in consiglio comunale. La strada intrapresa da Spazzafumo però continua a non convincerci: intanto perché nulla si sta facendo per migliorare nell’immediatezza la qualità delle prestazioni offerte dall’ospedale sambenedettese, nell’assenza di qualunque rivendicazione di servizi tempestivi ed efficienti che oggi, per carenze legate alla dotazione organica, e non per l’inadeguatezza edilizia, risultano ancora carenti. Secondariamente, perché del futuro si sta ragionando in termini urbanistici quantitativi e non sanitari. Si discute molto della “scatola” ma senza un progetto chiaro. C’è chi come il Sindaco parla di “Ospedale di primo livello” (come richiesto dal Consiglio Comunale), chi come la Regione ha finora parlato di “primo livello su due plessi”, e già non è affatto la stessa cosa; ma senza impegni chiari e formali, e anche una pianificazione economica a regime, il rischio è che, nella migliore delle ipotesi, ci si ritrovi con un semplice presidio di base (per capire bene quello che sarà (ma non sarà Ragnola basta leggere il comunicato sul costruendo ospedale di Amandola, del quale pubblicheremo i dettagli in un prossimo editoriale. Ndd). , utile solo a smistare i pazienti verso strutture più attrezzate per ciascuna esigenza. Il che, peraltro, è purtroppo coerente con il percorso scelto: aver coinvolto il solo Comune di San Benedetto e aver totalmente ignorato gli altri sindaci del comprensorio è un chiaro segnale di ridimensionamento del progetto, che pare avere come obiettivo quello di essere un piccolo presidio locale a servizio della città e non uno snodo rilevante dell’assistenza sanitaria regionale. Diversamente si sarebbe come minimo dovuto aprire un confronto non di facciata almeno con i comuni confinanti per discuterne il posizionamento, cosa che non è stata fatta, e non a caso.”
Un’analisi, che se risultasse esatta, rivelerebbe un cinismo agghiacciante.
“Tutti questi dubbi – conclude il capogruppo di NOS – sono ad oggi stati soltanto rafforzati dalle dichiarazioni estemporanee e dall’approvazione di atti privi di qualunque garanzia. Nel frattempo nulla è stato fatto per arrestare il declino del Madonna del Soccorso e invertire la tendenza. E infatti i cittadini sono di fatto costretti a rivolgersi al privato per sopperire alle mancanze del pubblico, sobbarcandosi costi esorbitanti per prestazioni alle quali hanno diritto. L’abnegazione e lo spirito di sacrificio dei dipendenti non possono colmare le lacune di una programmazione politica approssimativa e insufficiente, né si possono curare le persone con le dichiarazioni ai giornali. Occorre che l’amministrazione comunale svolga quel ruolo di difesa e rivendicazione che, fino ad oggi, ci pare sia totalmente mancato.”
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