Di Davide Ciampini 

CASTEL DI LAMA – In quella notte era stata sottratta una croce realizzata per le processioni, che non ha nulla a che vedere con il Crocifisso al centro della Chiesa Parrocchiale, la quale era poi stata appoggiata a terra al lampione situato al centro della rotatoria in via Giordano Bruno, e poi legato con del fil di ferro per evitare che cadesse [QUI il nostro precedente articolo].

 

Don Paolo, quanto accaduto ha creato molta indignazione tra i cittadini di Castel di Lama: è stata una goliardata un gesto blasfemo volontario?

Il gesto non aveva finalità blasfeme, anzi: i ragazzi, all’indomani dell’accaduto, dopo alcuni dialoghi fatti da me con alcuni adolescenti e insieme al maresciallo dei carabinieri con alcune famiglie, si sono presentati da me per scusarsi del fatto. Colti di sorpresa della mediaticità del gesto e dello scalpore che si era venuto a creare nella comunità, hanno avuto il buonsenso di farsi vivi e posso dire con tantissimo coraggio hanno chiesto scusa, spiegando che non avevano nessuna intenzione di offendere il simbolo religioso. Si tratta pertanto di una mera goliardata giovanile. Nell’articolo precedente vi erano delle imprecisioni, poiché le indagini si sono concluse nel momento stesso in cui si sono presentati da me. Pertanto, non c’è nessuna ricerca in corso dei colpevoli.

Può dirci qualcosa in più sugli autori del gesto?

Buona parte dei ragazzi sono giovanissimi, tant’è che non hanno nemmeno raggiunto la maggiore età. Ho ribadito loro l’importanza di adottare un comportamento ligio e moderato, poiché una denuncia,  specie in età minorile, potrebbe compromettere per sempre il loro futuro, sia lavorativo che sociale. Non sono indignato per quanto accaduto, credo infatti che questo sia dovuto a una situazione di incertezza – e di noia delle nuove generazioni; la quale li porta a compiere gesti di questo tipo. I ragazzi si trovano insieme, fino a notte fonda, e presi dalla noia si trovano a compiere gesti dei quali a volte non sono in grado di comprendere le conseguenze. Non dico questo per giustificare i fatti, ma perché certamente le loro intenzioni non erano malvagie.

Quale potrebbe essere un modo per evitare che si verifichino gesti di questo tipo?

Ho proposto loro di avvicinarsi alla parrocchia, mettendo a disposizione quanto abbiamo in possesso, di usare il campo sportivo o di darci una mano in varie manifestazioni che organizziamo o che con il loro aiuto potremmo realizzare. Abbiamo avviato un dialogo, che certamente dovrà continuare con le istituzioni e con le loro famiglie. Io da solo non posso avere risposte, ma sono molto fiducioso che una comunità grande e attiva come quella di Castel di lama saprà creare le giuste condizioni affinché questi gesti non si ripetano.

 

La vicenda, dunque, si è conclusa nel migliore dei modi. E quello che sembrava un atto blasfemo volontario si è invece rivelato come una
spacconata giovanile. Che, come sottolineato da Don Paolo, è frutto di questi tempi di incertezza e paura del futuro.