FERMO – Riportiamo e pubblichiamo una nota stampa, giunta in redazione il 9 settembre, dalla Questura di Fermo.
La Polizia di Stato, dopo un’intensa attività di indagine ha rintracciato, nella giornata di ieri, una minore scomparsa da oltre due mesi da una Comunità per Minori situata nella provincia di Fermo.
Il 21 giugno scorso, una minore straniera proveniente dalla città di Bolzano si è allontanata da una Comunità per Minorenni situata sulla costa fermana, facendo perdere le sue tracce. Fin dalla prima comunicazione della scomparsa, che avrebbe potuto anche essere non volontaria, sono state immediatamente attivate le ricerche della giovane che era stata collocata presso quella struttura dal Tribunale per i Minorenni di Bolzano circa due mesi prima.
Tempestivamente è stato attivato dalla Prefettura di Fermo il Piano di ricerca per le persone Scomparse e la Squadra Mobile di Fermo ha avviato una intensa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo per il reato di sottrazione di minorenni.
In particolare sono state visionate le immagini dei sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, ubicati in prossimità della Comunità, delle strade adiacenti e delle stazioni ferroviarie di questa provincia. Decine di ore di video di numerose telecamere analizzate meticolosamente dagli investigatori della Squadra Mobile fermana, controllando mezzi e persone in transito in quella zona per tentare di rintracciare la ragazza scomparsa nel nulla.
Nelle ricerche ha collaborato anche la Squadra Mobile di Bolzano che ha svolto mirati accertamenti nei luoghi abitualmente frequentati dalla minore nel comune altoatesino e raccolto informazioni dalle persone che la giovane frequentava prima di giungere a Fermo.
Considerato che la giovane non era in possesso di un apparecchio cellulare con una scheda Sim localizzabile sono state effettuate ricerche finalizzate a verificare l’esistenza di eventuali profili in uso alla minore sui social network più generalmente utilizzati, fruibili tramite Wi-Fi liberi o in uso ad altri soggetti. Dalle incessanti ricerche effettuate è emersa l’esistenza di un profilo riconducibile alla minore pertanto, analizzando le sue amicizie e i suoi contatti, sono stati individuati alcuni giovani sui quali si è concentrata l’attenzione degli investigatori. Sono state quindi svolte indagini tecniche per individuare gli utilizzatori di tali profili.
Dopo tali riscontri, sono stati avviati contatti tramite conversazioni sui social con la minore accertando così che uno degli account era effettivamente utilizzato dalla stessa. In particolare gli operatori della Squadra Mobile sono riusciti ad instaurare con la giovane una conversazione con lo scopo di convincerla a fornire maggiori informazioni su di lei e sul luogo in cui si trovava e per risalire alla sua utenza cellulare purtroppo con esito negativo in quanto la giovane, ad un certo punto, ha inviato una “nota audio” interrompendo la conversazione. A quel punto non era più possibile avere contatti con la ragazza, in quanto la stessa ha bloccato, volontariamente o costretta, il profilo utilizzato dagli investigatori rendendo il suo account invisibile e inaccessibile.
Gli investigatori fermani, quindi, hanno concentrato la loro attenzione sulle fotografie e i video pubblicati dalla giovane nonché sui contatti che la stessa intratteneva con altre persone. Da una meticolosa attività di indagine condotta anche con gli specialisti della Polizia Scientifica è stato possibile risalire al fatto che la minore si era trasferita nella città di Venezia; pertanto venivano svolte attività di indagine finalizzate ad individuare il luogo preciso in cui la stessa si trovava. Dopo aver individuato l’abitazione e le persone che la ospitavano la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo ha emesso decreti di perquisizione personale e locale presso le abitazioni di tali soggetti. Con l’ausilio della Squadra Mobile di Venezia i poliziotti fermani hanno effettuato le perquisizioni delegate ed accertato che la giovane aveva da pochi giorni lasciato la città lagunare in compagnia di due uomini sconosciuti e si era diretta verso una destinazione ignota.
Gli investigatori hanno continuato a monitorare i social network utilizzati dalla minore ed è emerso che la stessa si era trasferita o era stata portata in Campania. Analizzando i cosiddetti “followers” del suo profilo Instagram, gli investigatori fermani sono giunti alla conclusione che la stessa potesse trovarsi in provincia di Caserta. I poliziotti, anche questa volta, sono riusciti ad instaurare una conversazione con la minore fingendo di essere suoi coetanei, apprendendo, in tal modo, che la stessa si trovava in una condizione di difficoltà e di pericolo in quanto i soggetti con i quali si accompagnava potevano essere in possesso di armi.
A quel punto è stata richiesta la collaborazione della Squadra Mobile di Caserta che, al fine di rintracciare la giovane, sulla base delle informazioni ricevute dalla Questura di Fermo, è riuscita ad individuare l’area del comune di quella provincia nel quale la ragazza era trattenuta. Gli investigatori di Caserta hanno predisposto un serrato servizio di osservazione che ha consentito di individuare la giovane mentre viaggiava a bordo di un’autovettura in compagnia di due uomini, rivelatisi suoi connazionali.
Fermato il veicolo e sottoposto a controllo, gli operatori della Squadra Mobile campana hanno proceduto a effettuare perquisizioni domiciliari presso lo stabile nel quale vivono i due soggetti insieme alla giovane scomparsa e ad altri connazionali.
L’attività di ricerca ha portato, tra l’altro, al rinvenimento di oltre 320 grammi di marijuana, detenuta certamente dai due uomini in questione ai fini di spaccio. Il ritrovamento della droga ha determinato l’arresto dei due soggetti che erano in auto con la minore.
La ragazza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria minorile bolzanina, è stata dapprima collocata per poche ore presso una casa famiglia per poi, nella stessa sera, essere affidata ai propri genitori che avevano raggiunto Caserta.
Un’attività di indagine incessante e complessa, solo brevemente riassunta in questa nota, condotta e portata a termine grazie ad un esemplare “gioco di Squadra” nel quale gli investigatori fermani hanno profuso e dimostrato ancora una volta la loro elevata professionalità e tenacia.
Attività investigativa senza sosta durata quasi due mesi con l’imprescindibile e preziosa collaborazione delle Squadre Mobili di Bolzano, Venezia e Caserta ma che ha ulteriormente evidenziato che la sinergia operativa tra gli Uffici della Polizia di Stato del territorio nazionale è in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Quello che forse all’inizio della vicenda è stato un allontanamento volontario si era trasformato in una situazione di pericolo per la giovane, dal desiderio di libertà alla negazione della stessa.
La passione ed il cuore dei poliziotti fermani e dei colleghi delle altre Questure interessate ha consentito di riunire la minore scomparsa ai suoi genitori.
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