SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sembra concludersi al meglio la vicenda che ha riguardato lo stabilimento della Rcf di San Benedetto, per la quale era stato annunciato, ad inizio 2021, la chiusura.

La Rcf chiude lo stabilimento di San Benedetto, Fiom-Cgil e Uil: “Dopo aver preso soldi pubblici?”

Si è svolto quest’oggi, infatti, un incontro, ad Ancona, tra rappresentanza aziendale, sindacati e amministratori regionali: “La Rcf non chiuderà e anzi rilancia”, si legge nella nota diffusa dalla Regione Marche, per la felicità dei 23 lavoratori nell’impianto sambenedettese.

Un incontro dunque dall’esito positivo, per il quale erano presenti l’amministratore delegato e socio di maggioranza Arturo Vicari – 80 anni tra poco – il quale ha raccolto le proposte dei lavoratori e dei sindacati e ha deciso non solo di non chiudere lo stabilimento, ma di rilanciarlo attraverso la riconversione produttiva, facendo tornare in Italia produzione esternalizzata in Cina. Il tutto avverrà anche attraverso un contributo regionale, attingendo ai fondi non utilizzati dell’Area di Crisi Complessa del Piceno.

All’incontro, oltre Vicari, erano presente l’assessore regionale al Bilancio e alle Aree di Crisi Complessa Guido Castelli, al Lavoro Stefano Aguzzi, i rappresentanti sindacali Alessandro Pompei della Fiom Cgil, Marco Piattelli della Uilm-Uil, Luigi Spinozzi della Fiom e il segretario regionale Marche Fiom Beldomenico Tiziano, Fabrizio Traini della Uilm.

“Quello che è avvenuto dimostra come sia possibile, qui nel Piceno, invertire la tendenza alla de-industrializzazione avviata dopo al chiusura della Cassa del Mezzogiorno. Le competenze tecniche dei lavoratori sono di altissima qualità in molti settori, spesso neanche conosciute” continuano.

Cosa è cambiato in venti giorni per passare dalla chiusura al rilancio? Secondo i sindacalisti, molto è dipeso dal loro “movimentismo“, che ha trovato sponda nella Regione Marche ma anche nella sensibilità di Vicari, definito “un imprenditore vecchio stampo, molto attento al fattore umano“. Soprattutto dopo la sua visita allo stabilimento di San Benedetto, dove si producono apparecchiature audio di altissima qualità – “forse la sua prima visita a questo stabilimento”, dice qualcuno – ha colto l’alta specializzazione delle maestranze, e quindi deciso di “riconvertire lo stabilimento in un Centro di eccellenza a livello internazionale”.

Entro due settimane, quindi, sarà inviato in Regione il piano industriale: non si esclude, nel lungo periodo, un incremento occupazionale: “Ma prima sarà necessario avviare la riconversione e completare questo percorso: a volte abbiamo visto aziende fermarsi dopo addirittura che avevano firmato accordi davanti al Ministero”.

“Sicuramente è un imprenditore che ha una visione del futuro – spiegano i sindacalisti – e sa che il fatturato Rcf cresceva del 10-15% all’anno prima della pandemia Covid-19. La speranza è che, superata la fase acuta della pandemia, ci si possa riposizionare sul mercato con la tendenza precedente”.

“Siamo consapevoli che se il sito di San Benedetto avesse avuto 250 dipendenti la situazione sarebbe stata più complicata. Allo stesso tempo sappiamo che la fase economica attuale è quella di un riposizionamento delle produzioni su scala nazionale o continentale con una attenuazione parziale delle esternalizzazioni all’estero” affermano.

Molto importante sembra essere stato anche il risalto che la stampa ha dato alla vicenda, non ultimo l’interesse del cantante Ligabue in risposta ad un dipendente: “La Rcf – spiegano i sindacalisti – fornisce le strumentazioni audio anche a tantissimi musicisti e basa la sua forza anche sull’immagine. Non è stato piacevole leggere certe prese di posizione in merito ad eventuali licenziamenti”.

“Vorrei che tutte le vertenze finissero così – ha commentato al termine della riunione l’assessore Aguzzi- con imprenditori illuminati che guardano al capitale umano come la più grande risorsa aziendale, valorizzandolo e potenziando le produzioni e le parti sociali aperte al dialogo costruttivo sempre nell’ottica di tutela dei livelli occupazionali prima di tutto. Questo tavolo è stato definito dai Sindacati che ringrazio, così come i vertici aziendali per la disponibilità dimostrata , una “ buona prassi”

“Oggi abbiamo ravvisato il significato di cultura d’impresa – ha sottolineato l’assessore Guido Castelli – , avevamo già la percezione di una reputazione più che positiva dell’azienda di Reggio Emilia  ed oggi ne abbiamo avuto conferma”.