Una lezione di giornalismo, lungimiranza e sguardo ampio verso le vicende del mondo. L’ospitata un po’ inattesa di Lucio Caracciolo, direttore di Limes, alla trasmissione Otto e Mezzo condotta da Lili Gruber su La7 è stata una boccata d’aria in un regime comunicativo che, fatte salve le predilezioni per sinistra, destra o centro adopera il “pilota automatico” del “politicamente scontato“.
Lo scorso 21 gennaio, in piena esplosione della crisi del governo Conte, Caracciolo era ospite in studio mentre erano videocollegati gli onnipresenti Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e il filosofo Massimo Cacciari, già sindaco di Venezia e iscritto a Pci, I Democratici e La Margherita.
Mentre Travaglio e Cacciari si addentravano nelle formule geografiche, edilizie e fantasiose della politica italiana, tra “Costruttori”, “Centro”, “Responsabili”, “Volenterosi”, Caracciolo ha avuto modo, pur brevemente, di illuminare finalmente l’asfittico dibattito italiano con lampi di verità.
Un Caracciolo che possiamo inserire nel mainstream della comunicazione italiana, ma in una posizione sempre obliqua e non appiattita sulla vulgata corrente. Ad esempio nel 1998 pubblicava un libretto dal titolo “Euro No. Non morire per Maastricht“, contrapposto invece all’inquietante e forse preveggente pubblicazione di Enrico Letta “Euro Sì. Morire per Maastricht“. Già allora Caracciolo, pur in forma moderata, non saliva nel carro degli euroentusiasti, e nel fronte progressista e non estremista italiano era uno dei pochi ad avanzare dubbi.
Senza dimenticare alcuni numeri molto acuti di Limes, come “Il Vincolo Interno“, con alcuni passaggi a firma di John Florio (“Scacco matto all’Eurozona“), che potrebbe essere uno pseudonimo proprio di Caracciolo.
Ma torniamo alle sue parole a Otto e Mezzo.
“Per l’Europa noi non abbiamo un problema di governo, ma abbiamo un problema di Stato: cioè che l’Italia sta dimostrando di non avere delle strutture tecnocratiche per produrre dei progetti che siano all’altezza di fondi di queste dimensioni. Quindi se si va ad elezioni le vincerà il centrodestra, e quelli che non ci vogliono bene, come olandesi, austriaci, finlandesi ma anche una parte dei tedeschi, ovviamente sperano che si vada ad elezioni anche se dicono il contrario perché potrebbe essere l’occasione definitiva per mettere una pietra sopra al nostro paese”.
E quindi anche sui soldi del Recovery Fund?, domanda Lili Gruber.
“Beh, su quelli ci siamo fatti un mito. Saranno molto meno di quelli che ci immaginiamo, saranno diluiti nel tempo e saranno un enorme peso per il debito. Certo, nella situazione in cui siamo non possiamo fare gli schifiltosi…”
E saranno anche molto condizionati…, aggiunge Lili Gruber (e aggiungiamo noi: si prospetta un affare).
“Un’altra cosa da considerare è che anche in Germania, che è poi il paese decisivo si guarda con moltissima preoccupazione nel nostro paese perché i tedeschi hanno investito sull’Italia, anche contro il consiglio dei loro satelliti, perché pensano che del nostro paese non possano fare a meno – ha continuato il direttore di Limes – Per due ragioni: la prima, più banale, è che la nostra economia del Nord è parte integrante di quella tedesca, quindi sarebbe come tagliarsi un pezzo di industria tedesca. La seconda è che l’Italia fa parte dello spazio europeo e l’Unione Europea è il mantello che i tedeschi usano, legittimamente, per difendere i propri interessi nazionali“.
Nella domanda successiva, Gruber chiede a Caracciolo “a livello internazionale, chi sono gli alleati più preziosi per Conte e la nuova presidenza Usa di Biden ha influito sui nostri equilibri interni“?
La risposta di Caracciolo è spietata: “L’Italia in questo momento dipende da tre soggetti principali: il primo, la Banca Centrale Europea; il secondo, le agenzie di rating americane; il terzo, è il governo tedesco. Questi tre soggetti sono decisivi per il nostro futuro molto più di qualsiasi governo. Inoltre in Italia l’unica formazione che possa assomigliare vagamente ad un partito è la Lega. Il resto sono raggruppamenti o personali o impersonali che non hanno alcuna cultura politica. Il Pd è un insieme di avanzi di partito, tra loro disomogenei: secondo me non è mai stato un partito e men che meno lo è adesso”.
“L’Italia non è un paese sovrano, deve l’attuale sua esistenza alla confluenza di fattori internazionali. Se si facessero le elezioni e vincesse il centrodestra, il governo sarebbe disallineato a quei tre fattori che dicevo prima. La Lega è considerata nefanda, assimilata a formazioni che governano l’Ungheria e la Polonia, a torto o a ragione. La Cancelliera Merkel troverebbe sempre meno ragioni per scommettere ancora sul nostro paese specie dopo la vittoria di Biden, gli americani hanno tante altre cose a cui pensare prima di noi. Un cambio di governo rispetto a quei tre fattori ci porterebbe in una situazione più svantaggiosa al di là delle ideologie e della politica”.
Lascia un commento
Discorso finale di Caracciolo coerente con le finalità del Gruppo Bildberger di cui la Gruber, da anni, è autorevole porta voce in Italia. Per quanto riguarda il governo ricordo che nella Prima Guerra Mondiale, l’unica vinta dall’ Italia, dopo Caporetto fu cambiato l’itero Stato Maggiore dell’Esercito, però non doveva essere gradito da Moody’s. Certo che se passa il discorso di Caracciolo, “dobbiamo avere un governo “allineato” a BCE, Merkel ed agenzia di rating”, è perfettamente inutile che si vada al voto, c’è anche il Covid tra l’altro. Meglio lasciare stare e far decidere loro con comodo. Fra 48/72 ore sapremo… Leggi il resto »
Attenzione, Caracciolo fa dei discorsi “cinici”, non “ideali”. Non dice che “dobbiamo” avere un governo allineato a Bce, rating e governo tedesco, ma che “è” così.
Nel caso così non voglia essere, bisogna avere almeno l’intelligenza di saperlo fare….
Flammini in pratica siamo spacciati. L’intelligenza di saperlo fare, noi italiani con i senatori Responsabili, Costruttori, Volenterosi, Positivi, o come si vorranno chiamare? Non ce la possiamo fare.
Sono abbonato a Limes (ricevo l’edizione elettronica, all’estero) e lo leggo dal primo numero, quando ancora non aveva cadenza mensile. Caracciolo, e diversi suoi collaboratori in particolare Dario Fabbri, fanno un’opera di studio ed analisi assolutamente meritoria. Caracciolo lamenta la mancanza di consapevolezza geopolitica e di scelte strategiche lungimiranti dell’Italia, limitate da una cultura e discorso politici basati su miopi orizzonti di parte e senza alcuna prospettiva di medio-lungo termine. Il risultato e’ che siamo alla merce’ degli altri, pensando sia colpa loro e non nostra. Il tempo di statisti del calibro di De Gasperi o Moro e di uomini… Leggi il resto »
Ha citato Mattei e Moro, sarà una coincidenza il modo in cui “sono usciti di scena” per non essere tranchant? Credo che lei abbia la consapevolezza di quello che è successo dal 1992 in poi, il fenomeno mani pulite, la gioiosa macchina da guerra della Bolognina di Occhetto e tutto quello che era stato pianificato, vox populi, a bordo delle Yacht Britannia al largo di Civitavecchia. Se non fosse stato per uno come Berlusconi oggi non staremmo qui. Il motivo dell’odio verso l’Innominabile Travagliano è per questo. Volenti o nolenti ha bloccato progetti accuratamente pianificati, per anni. Quello che Caracciolo… Leggi il resto »
Forse non ho capito bene, ma da quello che scrive sembrerebbe che il passaggio dalla stagione dei politici della prima repubblica a quelli di adesso (che sarebbe, la seconda, o terza? ho perso il conto) sia stato causato dall’editore di Limes e questo da solo invaliderebbe ogni tipo di commento e analisi Limes pubblica (come gia’ sa, ci sono tanti articoli in ogni numero con opinioni molto diverse tra loro). Su questo non la seguo. Oltre ai fatti del 1992, quelli che ho bene in mente, con cui sono cresciuto e che mi hanno formato e segnato come cittadino della… Leggi il resto »
Avevo letto un commento di Fabio Agostini, che poneva una domanda, ma non lo trovo più. Non so come si sia cancellato.