
Aveva un ruolo importante l’attuale Ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri nella procedura di redazione del Meccanismo Europeo di Stabilità, l’oramai famoso “Mes” citato anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua conferenza stampa di Venerdì Santo. Gualtieri, all’epoca europarlamentare per il gruppo S&D ed eletto nel Pd, era co-relatore della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, assieme al tedesco Elmar Brok del PPE.
Commissione competente e che discusse sul “Progetto di decisione del Consiglio europeo che modifica l’articolo 136 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l’euro“.
Ruolo importante, quello di Gualtieri, anche decisivo alla luce del suo attivismo in fase di discussione e nel vasto numero di emendamenti presentati. Posizione ingombrante dopo le accuse di Conte all’opposizione per aver votato il Mes, avendo il Ministro principale del governo quale cervello di primo piano nella fase di definizione iniziale e successiva approvazione.
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Il 20 dicembre 2010 venne pubblicata la proposta legislativa discussa nei mesi precedenti al Consiglio Europeo.
Il 26 gennaio Gualtieri e Brok vennero nominati co-relatori, raccogliendo le indicazioni oltre che degli europarlamentari della commissione anche delle commissioni Bilancio e Affari Economici e Monetari. La proposta legislativa arriverà infine al Parlamento Europeo dove sarà approvata il 6 aprile.
Il lavoro della Commissione si concentrò sulla proposta di modifica dell’articolo 136 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea e su una lunga serie di emendamenti al testo istitutivo del Mes.
L’articolo 136 verrà così modificato, rispetto al testo iniziale del Consiglio Europeo, anche su indicazione degli emendamenti 124-125 firmati da Gualtieri con Scicluna (pagina 61-62 qui), un europarlamentare laburista maltese, al progetto di decisione :
“Su raccomandazione della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo, gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà decisa sulla base di una proposta della Commissione europea e sarà soggetta a rigorosi criteri di condizionalità conformemente ai principi e agli obiettivi dell’Unione, quali sanciti nel trattato sull’Unione europea e nel presente trattato.
I principi e le regole generali per la condizionalità dell’assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo e per il controllo della stessa sono stabiliti in un regolamento secondo la procedura legislativa ordinaria“.
Gualtieri interviene sulla proposta con ben 36 emendamenti, molti dei quali co-firmati proprio con il solo Edward Scicluna. Il documento è del 3 marzo 2011.
Questi alcuni degli emendamenti co-firmati da Gualtieri: “Considerando che occorre esplorare tutte le possibilità per inserire pienamente tale meccanismo nel quadro istituzionale dell’Unione e far sì che ad esso partecipino anche gli Stati membri la cui moneta non è l’euro“; “Il Mes costituisce parte integrante di un pacchetto globale di misure intese a definire un nuovo quadro atto a rafforzare la disciplina di bilancio“; “ritiene che la Commissione debba partecipare a detto meccanismo quale membro a pieno titolo, e non come semplice osservatore; ritiene inoltre che, in tale contesto, la Commissione dovrebbe avere facoltà di prendere le iniziative opportune al fine di conseguire gli obiettivi del Mes, con il consenso degli Stati membri interessati“; “la Commissione europea si farà carico di tutti i compiti necessari per l’attuazione e il monitoraggio del meccanismo permanente e la valutazione della situazione finanziaria di tutti Stati membri la cui moneta è l’euro“.
Il 7 marzo, in Commissione Affari Costituzionali, Gualtieri afferma: “L’istituzione di un meccanismo permanente di stabilità costituisce un passo avanti decisivo, importante. Diciamo sì al meccanismo permanente di stabilità, non nascondiamo perplessità e preoccupazione. Siamo disponibili a mostrare realismo e senso di responsabilità nel prendere atto che non ci sono le condizioni politiche per definire oggi un meccanismo comunitario e, tuttavia, abbiamo mostrato, stiamo mostrando determinazione nella volontà di contribuire a collocare il meccanismo nel quadro del diritto e delle procedure dell’Unione, rispettando i trattati“.
Vi è poi la presentazione della proposta legislativa al Parlamento Europeo, l’8 marzo. Qui Gualtieri spiega che “l’istituzione di un meccanismo permanente di stabilità costituisce un passo avanti decisivo, importante” ma al contempo mostra le tante perplessità della Commissione da lui presieduta per la procedura di istituzione del Mes. Due gli aspetti critici, non sul meccanismo in sé per sé: il fatto che il Mes rischiasse di imporsi sugli Stati e il fatto che potesse divenire un organismo “totalmente esterno all’Unione”.
A questo punto arriva forse il passaggio più interessante. I punti critici emersi sia in Commissione, sia nelle risposte della Commissione Bilancio, finiscono in una relazione della Commissione Affari Costituzionali (clicca qui): “Les députés sont préoccupés par le fait que le projet de décision du Conseil européen, s’il est adopté, pourrait aboutir à la création d’un mécanisme totalement extérieur à la sphère de l’Union, sans qu’aucun rôle ne soit attribué aux institutions de l’Union en tant que telle”. Si chiedono anche ulteriori informazioni per poter chiarire meglio i passaggi ritenuti ambigui.
Ecco allora le lettere di risposta dell’allora presidente del Consiglio Europeo Herman Von Rompuy (22 marzo) e una congiunta del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker con il Commissario agli Affari Economici Olli Rehn nella stessa data, per rassicurare sulle questioni poste, con l’obiettivo di tranquillizzare le posizioni critiche mostrate anche dallo stesso Gualtieri (più che per l’essenza stessa del Mes per la sua procedura di approvazione e per il suo controllo rischio che uscisse dalla governance europea).
Rispondevano Juncker e Rehn: “La Commissione, insieme all’FMI e di concerto con la BCE, avrà la responsabilità di monitorare l’osservanza della condizionalità richiesta dal programma di aggiustamento macroeconomico“. Rispondeva Von Rompuy: “Le preoccupazioni espresse sul fatto che il meccanismo europeo di stabilità (MES) potrebbe costituire il nucleo di un futuro segretariato intergovernativo per la gestione dell’area dell’euro sono infondate“.
Nello stesso giorno (22 marzo) Gualtieri e Brok, forse anche a seguito delle rassicurazioni ricevute, presentarono degli ulteriori emendamenti al testo in discussione, e il giorno successivo 23 marzo assieme all’eurodeputato del PPE Carlo Casini.
Il 22 marzo presentarono l’emendamento 38, per modificare il paragrafo 12 del meccanismo in discussione: “I capi di Stato e di governo della zona euro hanno convenuto, in occasione della riunione dell’11 marzo 2011 (…) hanno convenuto che l’assistenza fornita a uno Stato membro la cui moneta è l’euro poggerà su un programma rigoroso di aggiustamento economico e fiscale e su un’analisi scrupolosa della sostenibilità del debito a cura della Commissione e del Fondo monetario internazionale (FMI), di concerto con la BCE“.
Il 23 marzo Gualtieri, Brok e Casini presentarono l’emendamento 39/rev per la modifica del paragrafo 12bis della proposta di risoluzione (clicca qui), riconoscendo “i segnali positivi che emergono dalle lettere dei presidenti del Consiglio europeo e dell’Eurogruppo e del commissario competente per la politica monetaria: la condizionalità stabilita nel quadro di una sorveglianza rafforzata o di un programma di aggiustamento macroeconomico sarà definita da un regolamento (…) l’accesso all’assistenza finanziaria a titolo del meccanismo europeo di stabilità sarà concesso sulla base di un’analisi rigorosa della sostenibilità del debito pubblico svolta dalla Commissione e dal FMI, di concerto con la BCE; sarà inoltre imposta una rigorosa condizionalità nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico commensurato alla gravità degli squilibri dello Stato membro interessato”.
Il 23 marzo, prima della votazione in Commissione, Gualtieri disse: “Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel rapporto che ci accingiamo a votare le riserve sulla decisione di adottare una revisione del trattato sul carattere intergovernativo del meccanismo rimangono, ma al tempo stesso noi provvediamo un’opinione favorevole, perché – come ha spiegato Elmar Brok – il negoziato che abbiamo condotto ci ha consentito di raggiungere degli importanti obiettivi che riguardano soprattutto il fatto che le condizionalità connesse agli aiuti saranno definite da un regolamento, quindi da una procedura di codecisione“.
Il testo che istituisce il Mes è qui accessibile.
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https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/349658.pdf
Commissioni riunite 6 e 14 seduta mercoledì 29 novembre 2019
(Leggo Estratto da pag 5 ) GUALTIERI, ministro dell’economia e delle finanze “…Il MES esiste, e
in vigore; l’Italia lo ha sottoscritto nel 2012, c’e
una discussione – che noi sosteniamo – sulla sua integrazione nel diritto dell’Unione; anche la Commissione europea ha sostenuto questa tesi e l’impegno del Governo italiano e ` di arrivare ad un’integrazione del MES nel diritto dell’Unione…”Possiamo anche aggiungere che 3 settimane fa Conte al Financial Times, e non al giornale di Topolino, ma al più importante giornale del mondo economico, che avrebbe usato tutto quello che il MES avrebbe messo a disposizione per il ns paese. Insomma prima MES SI, poi in tv MES NO, EUROBOND SI, poi in Ecofin MES PASSA EUROBOND BOCCIATI, ed ancora Conte in tv MES NO INADEGUATO, EUROBOND SI… Ma possiamo avere una classe politica di questo livello?
quindi il ministro dell’economia di Conte è uno dei burocrati del PD che istituì il MES. Colao, scelto da Conte personalmente ed a quanto pare in totale autonomia (immaginiamo se lo avesse fatto il Berlusca o Salvini) ex amministratore di Vodafone e manager di Stanley & Morgan è un Bildberger. Direi che siamo belli e che sistemati. Manca la Merkel al welfare, ma tra un po’ arriverà
E non è tutto! In rete gira il video d una intervista a Colao dove esprimeva compiacimento per come la UE si era comportata nei confronti della Grecia.
Se vediamo come l’hanno spolpata, i suicidi e i morti,soprattutto di bimbi,e le condizioni economiche in cui si trovano dopo l’arrivo della troika, tremo al pensiero che questo potrebbe seguire l’esempio che tanto omaggia!
Abbagliati anche loro da un movimento sano e popolare che come scopo aveva solo quello di… raffreddare la rabbia e creare disillusione. O più semplicemente di riportare le pecore all’ovile. Fate voi. Annullati economicamente e psicologicamente.
Credo, immagino, presuppongo, come pure spero, che per alcuni lettori – non tutti probabilmente – siano interessante ad avere anche qualche informazione sul gruppo di lavoro guidato da Vittorio Colao (ex dirigente Vodafone) a cui il Presidente Conte ha affidato il compito di (leggo) “…trasformare l’Italia in un Paese più moderno e competitivo, adeguando — grazie all’aiuto della tecnologia — infrastrutture e processi alle sfide di un mondo che molto probabilmente non sarà più quello di prima…” Seppure il numero dei Parlamentari non sia stato ancora ridotto, ho l’impressione che qualcuno in questo nostro Paese continui a preferire collaborazioni professionali… Leggi il resto »
E’ assurdo assumere 74 consiglieri per scegliere un’app di tracciamento, quando basterebbe alzare il telefono e chiedere a qualche imprenditore del settore, quale secondo lui si dovrebbe usare, risparmiando migliaia di € di stipendi, sopratutto se poi si è a conoscenza che Google e Apple ne stanno sviluppando una pronta a breve! E’ assurdo prendere un manager, vorrei vedere il compenso, ed altri 17 consulenti per la fase 2, tutti professoroni, ma nessun imprenditore o industriale. E’ assurdo per il semplice fatto che esiste già la politica ed una commissione sanitaria, anzi ne esistono 2: ISS e OMS. E’ assurdo… Leggi il resto »
Ripeto: siamo sicuri che il Covid-19 non sia un paravento per altre azioni?
Faccia qualche esempio
-Conte, uomo solo al comando; -criminalizzazione dei cittadini; -riduzione dei diritti come la libera circolazione, ridotta ora ad appena il giro dell’isolato con i bambini a farne maggiormente le spese, nonostante molti medici evidenzino che stare all’aperto fa bene e, sempre rispettando le distanze, si hanno minori possibilità di contrarre il virus; -divieto di circolazione che non fa distinzioni ai diversi luoghi in cui si vive (c’è differenza tra una grande città, piccola e località rurali); -la costrizione a dotarsi di autocertificazione (siamo l’unico Paese se non erro); -clima distopico con forte dispiegamento di forze dell’ordine via terra, mare e… Leggi il resto »
Confermo la risposta precedente.
Direttore eccolo “…trasformare l’Italia in un Paese più moderno e competitivo, adeguando — grazie all’aiuto della tecnologia — infrastrutture e processi alle sfide di un mondo che molto probabilmente non sarà più quello di prima…” con le dubbie modalità espresse da Riego Gambini con cui concordo, con gli amici degli amici, e con la benedizione di Merkel Troika e Gli Uomini in Nero
Non potendo fare niente io aspetto i fatti. Dopo di che ogni giudizio sarà più concreto.
Detto da un giornalista e direttore di una testata on-line la cosa mi disorienta.Mi sareri aspettato un attegiamento più propositivo. Quando potrà esprimere un giudizio, attesi i fatti, non potrebbe essere tardi? Lei pensa che molti siano consapevoli di quanto scritto nei commenti di sopra? Io temo di no. Non ritiene sia meglio far circolare queste informazioni in modo che più persone abbiano la possibilità di farsi una propria opinione? E non mi dica che basta rispondere ad una manciata di lettori, perchè è evidente che non basta
Purtroppo sbaglia clamorosamente. Non esiste giornale come il nostro che esprime da sempre opinioni e sollecitazioni a chi governa male in campo locale, nazionale e internazionale vedasi DisAppunti, considerazioni sull’economia specialmente da parte di Pier Paolo Flammini, oltre ad informazioni a 360 gradi (tramissioni, video, sport, inteattenimento, dirette Samb ecc.), grazie ad una redazione qualificata, numerosa (e costosa) all’interno di una struttura che non è più, da tempo memorabile, casareccia come gran parte di giornali on line che sarebbe più giusto definirli siti di informazione come ne esistono una miriade in provincia, in Italia e nel mondo. Le ho scritto… Leggi il resto »
Direttore non era mia intenzione darle un dispiacere, è vero, la conosco da tempo, la seguo da tempo e la apprezzo da tempo. Proprio per questo mi sono detto disorientato, non deluso né frustrato, ed era mia intenzione condividere una riflessione, non era nelle mie intenzione muoverle delle critiche, visto e soprattutto perchè dirige uno dei pochi spazi degni, a mio parere; forse sono stato un po’ troppo irruento, ma mi creda, la rabbia sta aumentando, soprattutto per l’inconsapevolezza delle persone
Ne ero e ne sono convinto. Grazie e mi scusi magari per l’eccessiva mia franchezza
Credo che non tutti, riferendomi anche gli addetti ai lavori, abbiano compreso, ad esempio, il significato di “Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di FAKE NEWS (scusate ma io mi ostino a chiamarle in italiano NOTIZIE FALSE) relative al COVID-19… (il COVID è presumibilmente solo un dettaglio secondario)… sul web e sui social network”. Non credo sia necessario attendere che ciò accada, riferendomi alla consapevolezza diffusa, anche perché come lei stesso ha indicato in un suo commento, nell’attesa dei fatti o della “prova provata” il tentativo di reazione successivo, l’eventuale contromisura, potrebbe risultare inutile, perché… TARDIVA. Se abbiamo… Leggi il resto »
Estratto da: Strategia del colpo di Stato. Manuale pratico, Edward Lutwag, Rizzoli, agosto 1983, ISBN 978-88-1753-437-6 “IL COLPO DI STATO NON DEVE ESSERE NECESSARIAMENTE ASSISTITO DALL’INTERVENTO DELLE MASSE NÉ, IN GRADO SIGNIFICATIVO, DALLA FORZA DI TIPO MILITARE. […] SE UN COLPO DI STATO NON FA USO DELLE MASSE E DELLE FORZE ARMATE, QUALE STRUMENTO DI POTERE SI USERÀ PER PRENDERE IL CONTROLLO DELLO STATO? LA RISPOSTA, IN BREVE, È LA SEGUENTE: IL POTERE VERRÀ DALLO STATO STESSO”. “UN GOLPE CONSISTE NELL’INFILTRARE UN SEGMENTO ANCHE PICCOLO, MA CRUCIALE, DELL’APPARATO STATALE, CHE POI VERRÀ USATO PER TOGLIERE AL GOVERNO IL CONTROLLO DI… Leggi il resto »
Documento impressionante…
Ok. A quale data risale?
Io lo comprai nella libreria Feltrinelli di Bologna quando ero universitario nel 1984
Nella risposta ho dimenticato di elencare lo stato di guerra strombazzato ai quattro venti: ma siamo in guerra? Contro quale Paese?
Un modo di dire che una nostra giornalista molto qualificata, Gianna Angelini, ha chiarito con articoli e un video.
Siamo in “guerra” contro noi stessi… per questo, se non cambieremo le cose, non ci saranno vincitori ma solo sconfitti.