SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non nasce sicuramente nella mattina di Martedì Grasso la tensione tra le maestranze di Picenambiente SpA e la direzione in merito ai carichi di lavoro. Riviera Oggi può confermare che le rappresentanze sindacali già nei mesi e nelle settimane scorse avevano rivolto delle comunicazioni alla direzione di Picenambiente in merito ad alcune richieste per ridurre il carico lavorativo. Contrasto che poi ha avuto un suo momento di relativa tensione nella mattina del 5 marzo (clicca qui) con ulteriore replica di Picenambiente (clicca qui).

Lo scorso 27 gennaio infatti Giancarlo Gregori (Cgil) scriveva alla direzione di Picenambiente una mail a nome della Rappresentanza Sindacale Unitaria aziendale. Quanto scritto è ovviamente il punto di vista di parte dei sindacati; la comunicazione ci è stata fornita da Picenambiente stessa come esempio di trasparenza sul tema e tra l’altro leggiamo: “Gli azimut (mezzi di Picenambiente, ndr) non sono mai stati idonei per la raccolta del mastello e gli operatori, per vuotarlo, devono sollevarsi ad un’altezza troppo elevata da causare, nel corso della ripetuta azione, problemi agli arti superiori provocando infortuni”.

Qui il passaggio fondamentale che è poi il fattore di discussione del 5 marzo: “Chiediamo di effettuare la raccolta porta a porta in tutte le zone con due operatori per camion perché non si può far caricare tutti i santi giorni ad un solo operatore e un quantitativo eccessivo di materiale e pretendere che l’autista scenda ogni volta. Con la raccolta del vetro e dell’indefferenziato succede quasi sempre che si superi la portata massima di carico mettendo a rischio l’incolumità del conducente che deve andare a scaricare”.

Quale sia la “portata massimo di carico” però la Rsu aziendale non lo scrive.

Altre indicazioni riguardano richieste per la sede di Spinetoli, la gestione dell’umido, la discarica di Relluce; la mail terminava così: “Con questo si specifica che le organizzazioni sindacali vogliono collaborare con l’azienda che però finora è rimasta inoperosa riguardo alle nostre richieste; saremo quindi costretti ad organizzare gli scioperi se non vedremo al più presto la volontà dell’azienda a risolvere le suddette problematiche”.

Sul tema della richiesta di due unità lavorative dietro al mezzo per la raccolta porta a porta è tornato poi il sindacato Ugl il 4 marzo, con una lettera inviata sempre alla direzione di Picenambiente: “Dobbiamo segnalarvi con urgenza condizioni di disagio, fisiche e operative, dei lavoratori che non consentono il servizio di raccolta porta a porta con un’unica unità lavorativa dietro al mezzo (…) La scrivente organizzazione sindacale chiede urgentemente di attivare una programmazione dei servizi raccolta porta a porta con l’utilizzo di due unità lavorative dietro al mezzo. La mancata soluzione, in tempi brevi, di quanto esposto e richiesto determinerebbe iniziative sindacali”.

Il giorno successivo è arrivato il “diverbio” (esattamente così ci hanno indicato i carabinieri quando abbiamo loro chiesto una verifica di quanto accaduto) del 5 marzo.