
Ieri, 17 marzo, Matteo Renzi si è recato in visita dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.
Può sembrare nulla di strano visto che è un’usanza molto in voga istituita dagli ultimi dei due Primi Ministri Italiani, potrebbe sembrare una visita di cortesia salvo non fosse per l’assurdo contesto europeo in cui ci troviamo.
Sappiamo tutti che non è stata una visita di cortesia, è stato un esame! Si va in Germania per ricevere il benestare sul proprio programma di mandato come si andava in passato dai genitori della propria amata a chiedere la mano della sposa.
Almeno Renzi ha avuto il buon senso di non fiondarsi all’indomani della nomina subito a Berlino come fecero i suoi predecessori, ritenendo più importante ricevere l’approvazione teutonica piuttosto che quella degli italiani.
Io non capisco affatto tutta questa sudditanza psicologica nei confronti della Germania. Avrei molto più compreso un incontro istituzionale Herman Van Rompuy o Olli Rehn in quanto rappresentanti di un’istituzione sovranazionale come la UE ma andare da un tuo pari per ricevere una benedizione è una cosa che non concepisco.
Io non mi ritengo un anti-europeista, ma sono molto contrario a quello che è diventata l’Europa oggi.
L’Europa oggi non è mossa dagli ideali che erano alla base del Trattato di Roma del 1957 e della lungimirante consapevolezza dei vari De Gasperi, Schuman, Adenauer, Spaak e Monnet sui cambiamenti economici e politici del mondo dopo la Seconda guerra Mondiale e dell’imminente globalizzazione, per cui gli stati nazionali europei sarebbero stati troppo piccoli per poter avere una rilevanza globale, e dunque appariva evidente la necessità di ricorrere almeno ad unione economica e politica europea, per poter continuare ad essere degli attori di riferimento nello scenario globale.
Invece oggi la tecnocrazia europea, che si serve dello burocrazia per attuare la sua deviazione dagli ideali originari, non svolge più lo scopo per cui fu costituita ma è al servizio di quei pochi stati che sono stati maggiormente capaci di sfruttare i meccanismi dei rituali bizantini della Ue a loro vantaggio.
E tra quei pochi stati non c’è certo l’Italia, anzi l’Italia ne ha subite di tutti i colori dalla Ue che ha cercato prima di distruggere l’agricoltura con le varie assurdità delle quote latte (cose così anti-liberiste non si sono viste nemmeno nella Urss dei piani quinquennali) poi con gli altrettanto assurdi attacchi alle tipicità locali italiane (come ad esempio il Lardo di Colonnata) per completare il quadro con la Pac (Politiche Agricole Comunitarie); poi anche l’industria ed il terziario con le più recenti politiche di austerity sconfessate dagli stessi economisti del Fmi.
Ma in tutto ciò l’Italia si è resa piacevolmente complice di questo gioco al massacro. Mentre i paesi più scaltri formavano una classe dirigente di tecnocrati capaci di stare in Europa e districarsi nei meccanismi del parlamento europeo per portare vantaggi alla propria nazione, noi italiani ci siamo limitati ad inviare in Europa i vari trombati della politica nazionale o qualche volto noto dello spettacolo come volti noti per facili voti.
Ed i risultati si sono visti: in Europa non contiamo nulla. Perché quando era la Germania a sforare il tetto del deficit del 3% e l’Europa aveva avviato la procedura di infrazione fummo noi italiani a salvarli ed invece ora che le parti sono invertite non c’è stata alcuna gratitudine verso ciò che avvenne qualche anno prima.
E’ importantissimo che l’Italia alle prossime lezioni europee riesca a portare a Bruxells ed a Strasburgo dei rappresentanti in grado di rispolverare i motivi originari per cui l’Europa ha motivo di esistere; cercando di riequilibrare i dissidi interni alla comunità europea allineandoci tutti quanti verso obiettivi comuni come ad esempio iniziando a regolamentare e certificare le importazioni eliminando le casistiche di dumping da parte dei paesi emergenti in modo da sensibilizzarli ad utilizzare delle normative più stringenti in termini di sicurezza sul lavoro, lavoro minorile e quant’altro.
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La classe politica rispecchia sempre un Paese, e quindi e’ incredibile che un Paese come l’Italia fondatore a pieno titolo dell’idea di Europa, dia un cosi’ misero contributo in termini qualitativi al Parlamento Europeo. La candidatura alle elezioni Europee non e’ da noi frutto di merito e competenza che porti qualcuno ad essere “avanzato” a Parlamentare Europeo, bensi’ un esilio! capita cosi’ che negli anni il centrosinistra abbia trovato nomi del giornalismo RAI per avere voti facili, Gruber, Santoro, Sassoli, oppure che il centrodestra berlusconiano abbia premiato politici di rango come Clemente Mastella, amici di Canale5 come Iva zanicchi o… Leggi il resto »
Concordo. Il Parlamento Europeo è il cimitero degli elefanti politici italiani o il poltronificio per raccomandati, sempre politici. Non sono quasi mai presenti e non contano nulla. Addirittura, quando a capo c’era il Prof. Prodi e il governo italiano era di centrodestra, erano i rappresentanti italiani in Europa che facevano approvare leggi contro gli interessi italiani. Se ne fregavano dell’Italia, basta che si mettevano i bastoni tra le ruote al governo in carica perchè non c’erano loro! Per quanto riguarda il pellegrinaggio di Renzi dalla Merkel a chiedere l’approvazione o a prendere i compiti da fare a casa, noto una… Leggi il resto »
Bell’articolo Alessandro84, è vergognoso come i nostri capi di governo vadano a prostrarsi invariabilmente dalla Merkel facendo figure miserevoli.
Dobbiano iniziare a mandare in Europa gente capace di interloquire e di incidere, non i tanti bidonati e riciclati che mandiamo oggi, e dobbiamo recuperare sovranità e autorevolezza oggi (meritatamente purtroppo) ai minimi storici!
Non condivido la tesi di fondo dell’articolo e che cioè, bisogna rispolverare le motivazioni originali che portarono al progetto di unione europea. All’indomani del più grave conflitto mai vissuto su suolo europeo, i grandi statisti hanno, giustamente, progettato e proposto una soluzione per il valore più grande che potessero percepire: la pace. Un equilibrio che comunque potesse essere ottenuto superando quella frammentazione che non permetteva di pesare demograficamente quanto altre nazioni concorrenti. In sostanza nel 1950 non era noto il concetto di “concorrenza sui mercati globali” (la globalizzazione) poichè si è affermato solo nel corso degli anni 90 per cui… Leggi il resto »
Certamente il contesto politico dell’epoca era diverso da quello attuale e la volontà di costruire degli equilibri cooperativi in grado di scongiurare nuovi conflitti bellici è stato uno degli obiettivi della UE (come tra l’altro sancito nel Nobel per la pace alla UE del 2012) tuttavia credo che dietro al trattato di Roma invece ci fosse proprio la volontà di costruire una comunità autoconsistenze oltre all’egemonia USA e Sovietica. Non è un caso infatti che prima del trattato di Roma si firmò a Parigi per la CECA (Comunità europea del Carbone e dell’acciaio) e poi per l’Euratom (CEEA), che come… Leggi il resto »