ASCOLI PICENO – Due su seicentocinquanta. Tante sono state le nuove richieste di registrazione alle primarie approvate dal Comitato Provinciale composto da Giorgio Mancini, Pino Laversa e Lucio D’Angelo.

Un dato pari al 99,7% “al netto delle mail burla”, come spiega lo stesso Mancini. “Non tutte le domande sono arrivate da persone non riconoscibili politicamente. La prevalenza è pro-Renzi, ma non in maniera considerevole. Questa almeno è l’idea che mi sono fatto in quattro ore”.

Le certificazioni giunte dal sito del sindaco di Firenze e quelle arrivate per mail, fax o a mano si sono equivalse. Tutte giustificavano il loro non voto di domenica scorsa con motivi generici che andavano dalla malattia ai motivi familiari, passando per impossibilità legate a impegni fuori sede.

Gli unici abilitati? Un ragazzo che ha comprovato di essere stato in Kenia da fine ottobre fino al 28 novembre, senza poter usufruire di un collegamento ad internet, e una signora di 76 anni che non naviga in rete e che ha mostrato un certificato di degenza ospedaliera dal 31 ottobre al 26 novembre.

Lo 0,3% delle ammissioni rappresenta forse un record a livello nazionale, secondo solo a Livorno dove le promozioni sono state addirittura zero. Basse pure le cifre della provincia di Milano (1,6%) e di Torino (1,3).

Sul fronte dei renziani il nervosismo è palpabile. I Comitati contestano i differenti metri di giudizio utilizzati tra diverse realtà, tornando a puntare il dito contro delle regole “cambiate in corsa mille volte”.

“La vera sciocchezza è stata il ballottaggio aperto”, ribatte Mancini. “Sarebbe dovuto essere chiuso, perche non si giustifica che tu voti al secondo e non al primo turno. E’ un errore permettere con motivi futili che la platea possa cambiare tra una votazione e l’altra e a corsa già aperta. Se così fosse, i tre candidati eliminati la domenica prima dovrebbero essere riammessi, in quanto di fatto cambiando la platea si cambia tutto”.