Credo proprio che certi pensieri su una comunicazione insufficiente per il blasone della mia gloriosa Samb siano stati trasformati in pura realtà dal comunicato apparso oggi sul sito ufficiale della società. Mi auguro soltanto che la pubblicazione sia avvenuta all’insaputa dei massimi dirigenti rossoblu.

TitoloEsempio pratico di disfattismo di una testata giornalistica locale. Quando da una foto si cerca di tirar fuori l’ennesima polemica.

Testo integrale: E’ con rammarico ed un pizzico di delusione (un pizzico perché ormai non ci meravigliamo più di nulla) che dirigenti, ufficio marketing e stampa della Samb hanno appreso dell’articolo polemico scritto dal Sig. Flammini sulla testata giornalistica on-line www.rivieraoggi.it.
Stavolta una delle tante e costanti polemiche accese da una frangia della stampa cittadina riguarda il nostro mancato invio alle testate delle foto riguardanti i primi lavori di smontaggio dei vecchi seggiolini sulla Tribuna Centrale “M. Bergamasco”, nei prossimi giorni infatti verranno installati dei nuovi seggiolini in tutto il settore. Ebbene l’Ufficio Stampa tiene a precisare che le foto sono state inviate ai fotografi delle testate giornalistiche che ne hanno fatto richiesta. Resta comunque il fatto che il direttore della testata Nazzareno Perotti ed il giornalista Flammini avrebbero potuto contattare il nostro Addetto Stampa Stefano Bruni per richiedere il materiale fotografico (ed invece hanno telefonato in serata al resp. Marketing Spazzafumo che ovviamente non ha nei suoi compiti la gestione dei rapporti con la stampa) ma così non è stato (a tal proposito ricordiamo ai più sprovveduti che il numero dell’Addetto Stampa è 3482772596 e può essere contattato in qualsiasi momento per eventuali problematiche o informazioni).
Invece che scrivere i soliti, e alquanto stucchevoli, articoli polemici non sarebbe stato più semplice segnalare l’accaduto all’Ufficio Stampa proprio per quello spirito di collaborazione tanto invocato e sbandierato dal direttore Perotti ma poi dallo stesso mai messo realmente in pratica?

Questo è l’ennesimo esempio del degrado in cui cade spesso il giornalismo sambenedettese, un giornalismo che così dimostra di non meritare neppure la Serie D, ma palcoscenici ben più bassi. Arrivare a scrivere degli articoli del genere, perchè non si è ricevuto una foto degli operai che smontavano dei seggiolini, non fa di certo onore a dei rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Forse però questo potrebbe essere uno dei vari motivi che spiegano il perché nessun imprenditore vuole più avvicinarsi alla Samb, perché tutti hanno paura di entrare a far parte della nostra famiglia…del resto una volta dentro la società sei puntualmente nel bersaglio della stampa che, per carità, ha tutto il diritto di criticare, ma ha anche e soprattutto dei doveri morali nei confronti della squadra di calcio che porta alle testate giornalistiche molti lettori (e quindi introiti economici).

Augurandoci (ma ne dubitiamo fortemente) che sia l’ultima volta che si debba rispondere ad un articolo accusatorio informiamo nuovamente i giornalisti (lo avevamo già fatto in modo lapalissiano nella conferenza stampa della scorsa settimana) che la Samb non è in silenzio stampa, che stiamo comunicando tramite sito ufficiale e che l’addetto stampa risponde quotidianamente al telefono ai giornalisti che lo interpellano per comunicare tutte le news inerenti il club rossoblù. Abbiamo altresì annunciato che da giovedì 21 annunceremo le nuove modalità che la stampa dovrà seguire per comunicare con i nostri tesserati e che presidente e vice presidente si metteranno a disposizione dei rappresentanti degli organi d’informazione una volta a settimana.

Ufficio Stampa-U.S. Sambenedettese

Manca la firma ma l’autore non può che essere Stefano Bruni. Mi serve un nome perché devo capire chi si è permesso di accusare di disfattismo una testata come quella che dirigo. Si tratta evidentemente di una persona che la storia della Samb (dal 1965 ad oggi) la conosce e la interpreta per sentito dire, e per questo motivo, secondo me, ricopre una carica chiaramente superiore alle proprie responsabilità. Per i particolari sulle gravi imprecisioni (scritte da Stefano Bruni?) lascio spazio all’autore dell’articolo “incriminato” Pier Paolo Flammini che potete trovare sulla sezione Samb Today. Mi limito a dire una cosa sola che è la sintesi di quello che predico sempre ai miei collaboratori i quali, pur non essendo d’accordo al 100%, devono “sottostare” all’unica linea che io “impongo”, al resto non metto mai bocca, eccola:

«Noi siamo un giornale super libero tranne che su un aspetto, quello sportivo che riguarda la Samb, il nostro amore da sempre, che dobbiamo sempre difendere da tutto e da tutti, da presidenti ladroni, da allenatori che riteniamo incapaci, da calciatori che usano la Samb, da tifosi che si innamorano dei calciatori e vanno a vedere le partite fino a quando quel giocatore non cambia squadra, da addetti ai lavori che fanno la stessa identica cosa, da responsabili marketing che fanno il proprio lavoro senza metterci il cuore e da tanto altro. Per la squadra rossoblu non non siamo un giornale ma il suo giornale”

Testimoni di queste parole tutti coloro che si sono interessati di Samb per conto di questa testata. Tra loro anche chi mi ha visto piangere a dirotto il giorno che la Samb fu cancellata dal calcio grazie a Venturato. Oggi, invece, un giovane (per presunzione?) mi accusa di disfattismo ma anche facendo una grandissima confusione tra noi e le pagine locali dei grandi quotidiani nazionali, dimostrando che non sa fare buon uso delle parole e non avendo la capacità di capire che io ritengo la Samb il sesto mio figlio e che quell’articolo al quale fa riferimento era paragonabile ad uno “scappellotto” paterno (altro che disfattismo) che, quando ci vuole, ci vuole.