SAN BENEDETTO – In questi giorni si leggono e ascoltano dichiarazioni che definire incredibili è poco. “Non butto soldi per una cosa che non serve” riferendosi all’affidamento del campo sportivo “Ciarrocchi” di Porto d’Ascoli. Eppure, nello stesso tempo, l’attuale presidente della Sambenedettese Calcio chiede la concessione dell’impianto, sfruttando il credito sportivo destinato alle società dilettantistiche.

“Concessione per la quale il sindaco Spazzafumo è d’accordo, ma non tutta la maggioranza”, come se un Primo Cittadino potesse decidere da solo, in totale autonomia.

E ancora: “Sono una persona seria, non accetto accostamenti con i vari Venturato, Serafino, Renzi” – aggiungerei anche Roberto Pignotti, visto che, come loro, ha contribuito al fallimento della Sambenedettese Calcio. Ma va anche detto che le persone serie, talvolta, possono… impazzire o cambiare idea. O che il primo responsabile della società rossoblu non fosse più lo stesso di oggi. O, peggio, venire meno agli impegni. Soprattutto quando ci sono di mezzo debiti, rate e impegni a lungo termine. Basta, tra l’altro, fare una telefonata a una banca per capire che la “serietà” non è una garanzia sufficiente.

Ancora: “Io sono uno che rischia, mentre altri hanno paura di assumersi certe responsabilità” – il riferimento è chiaro: a chi si troverebbe a pagare nel caso in cui le rate non fossero onorate.

Eppure episodi simili si sono già visti: basti pensare al secondo Piano Regolatore, ritenuto inutile, che costò un procedimento davanti alla Corte dei Conti all’allora sindaco Giovanni Gaspari.

O al rifacimento del manto erboso dello stadio “Riviera delle Palme”: oggi è in corso un contenzioso – con spese legali in crescita – non con chi ha richiesto i lavori (Serafino), ma con il Comune di San Benedetto del Tronto, e quindi con i cittadini. Se il Comune perderà la causa, l’impatto economico sarà significativo, e tutto perché non si richiesero in tempo le dovute garanzie.

Potrei continuare (gli esempi non mancano), ma preferisco concludere con una semplice domanda che sorge spontanea, come diceva spesso un celebre giornalista della Rai:

“Nel caso in cui chi oggi chiede la concessione ‘impazzisse’ o cambiasse idea, considerando che già oggi afferma che ‘la cosa non serve’, chi pagherebbe il credito ottenuto?”

Questo è il vero problema. Ieri ho posto la stessa domanda a un giornalista locale, che ha preferito non rispondere.

In una città ‘normale’, la garanzia del creditore verso il debitore è considerata una prassi ovvia, necessaria, persino scontata. Nella città capoluogo della ‘Riviera picena’ invece, no.

Ecco perché – da sambenedettese da secoli, anche se residente a Grottammare – continuo a non vedere un futuro chiaro per una città in cui troppe cose si muovono in modo anomalo. Come, ad esempio, fu quella di un nuovo ospedale di Primo Livello a 15 chilometri dalla costa, invece che a 30 (come oggi), fu un’occasione unica, forse irripetibile.

 

RIPETO per chi ignora, pregandolo di leggere attentamente riga per riga. Grazie

Cosa dice il D.Lgs. 38/2021

Il Decreto Legislativo 28 febbraio 2021, n. 38 – in attuazione dell’articolo 7 della Legge 8 agosto 2019, n. 86 – disciplina la costruzione, ristrutturazione, gestione e sicurezza degli impianti sportivi, comprese le strutture scolastiche. Il testo raccoglie e aggiorna norme tecniche che gli addetti ai lavori già conoscono ma che oggi, grazie a Internet, sono accessibili a chiunque.

Vale la pena ricordare una clausola fondamentale inserita nell’art. 11: “Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

La fideiussione può essere richiesta dal Comune a una società sportiva dilettantistica (ASD o SSD) per ottenere in concessione un impianto sportivo pubblico, specialmente nei seguenti casi:

  • Eventuali inadempienze contrattuali (es. mancata manutenzione dell’impianto);

  • Mancati pagamenti di canoni o spese di gestione;

  • Danni arrecati all’impianto o a terzi.

Anche se il D.Lgs. 38/2021 non impone obbligatoriamente l’adozione di una fideiussione, lascia ai Comuni ampia discrezionalità nella redazione dei bandi e delle convenzioni.

In pratica:

  • Il Comune può prevedere l’obbligo di fideiussione in caso di concessioni di lunga durata o con ingenti investimenti previsti da parte della società;

  • In alcuni casi può non essere richiesta, ad esempio se il valore economico della concessione è contenuto, o se la gestione ha finalità sociali (sport giovanile, disabilità, scuole). In questi casi si può prevedere l’esonero o garanzie alternative.

Come si legge, una forma di garanzia resta comunque necessaria. In passato, l’assenza di fideiussione ha causato controversie legali con gravi conseguenze per i cittadini. Un esempio che ci riguarda: la vicenda del manto erboso dello stadio Riviera delle Palme, dove – in assenza di fideiussione – si è aperto un contenzioso tra Comune e ditta esecutrice, con costi legali elevati per entrambe le parti.

AGGIUNGO: Chi pagherebbe?