dal settimanale Riviera Oggi numero 874 in edicola da lunedì 6 giugno

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il rieletto sindaco Giovanni Gaspari alla prova della composizione della sua nuova giunta. I soliti malumori di chi non vuole rimanere escluso, lotte fra partiti alleati per dimostrare numeri alla mano chi conta di più. I calcoli sulle “variabili di genere”, come la presenza delle donne e dell’iper-gaspariana Porto d’Ascoli nei ruoli di governo. L’apertura al centro, con Marco Calvaresi vicino alla presidenza del consiglio comunale. Nomina istituzionale che, se da una parte sancirebbe una grossa vicinanza con i centristi dando loro quel ruolo super partes, dall’altra farebbe scontenti gli elementi di sinistra della coalizione come Sel.
Settimana di conversazioni, previsioni, indiscrezioni, dunque.

CALVARESI, IL CORTEGGIATO Presidente del consiglio comunale oppure no? Lo decideranno i partiti della coalizione gaspariana. Stando a quanto riportato da RivieraOggi.it venerdì scorso, e mai smentito, il Partito Democratico si rimette alle decisioni del sindaco Gaspari, senza spingere né pro né contro l’entrata in giunta di Calvaresi.
Non hanno una posizione ben definita neanche i Verdi, mentre i Socialisti vedono di buon occhio l’innesto “eccellente”.
Da parte dell’Italia dei Valori, è in atto una diversità di vedute fra il gruppo dirigente del partito, più ben disposto verso l’innesto di Calvaresi, e gli eletti in consiglio comunale, che apparirebbero invece più dubbiosi.
L’Alleanza per l’Italia, infine, non esprime una sua posizione definitiva, chiedendo piuttosto al sindaco Gaspari scelte di giunta all’insegna di professionalità e governabilità della città. Scontenti gli esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà, invece, ma non hanno consiglieri comunali. E questo non è trascurabile, visto che la scelta del presidente viene proposta dal sindaco ma ratificata dal voto del Consiglio.
Gaspari come si comporterà? Farà buon viso a cattivo gioco, mettendo dentro Calvaresi e conquistando i favori del Nuovo Polo aggregato dal deputato ascolano Udc Amedeo Ciccanti? Farà buon viso a buon gioco, essendo davvero convinto della bontà di allargare la coalizione al centro? Oppure si terrà la propria coalizione senza nuovi innesti, offrendo magari la presidenza del consiglio a un big Pd come Loredana Emili o al socialista Leo Sestri, che quel ruolo lo chiedeva fortemente nel 2006? Staremo a vedere, non sarà questione di poco conto per gli equilibri politici comunali.

IL RE DELLA SENTINA SENZA TRONO? Andrea Marinucci, votatissimo consigliere comunale dei Verdi, per la seconda volta dopo il 2006 rischia di ritrovarsi senza poltrona nonostante sia il più votato del Sole che Ride. Gli fa ombra Paolo Canducci, altrettanto giovane e che sembra godere di una maggiore considerazione da parte di Gaspari, che secondo molti gli vorrebbe dare la carica di vicesindaco con deleghe pesanti. Come la prenderebbe Marinucci? Si accontenterebbe di una delega senza portafoglio rimanendo consigliere, oppure preferirebbe scalzare il mitico Pietro D’Angelo dalla direzione della Riserva Sentina?

GLI ERRORI DI SEL A urne ormai fredde, giova riportare alla ribalta una nostra opinione. Sinistra Ecologia e Libertà si è fatta male da sola, alleandosi con la coalizione di Gaspari, dilapidando così quel vasto patrimonio di consensi presso l’opinione pubblica più informata e còlta creato con l’inverno di raccolta firme anti Megavariante del Comitato Prg a Crescita Zero.
Un movimento d’opinione che, se tramutato in lista civica trasversale, magari con l’appoggio di Cinque Stelle e Federazione della Sinistra e “laici”, avrebbe raccolto sicuramente grossi risultati. Altro che Nuovo Polo Sambenedettese, la terza forza sarebbero stati loro.
E invece Sel si è accontentata di “firmare” l’accordo con Gaspari, pur di fare primarie di coalizione in cui era sconfitta in partenza; pur di rimandare ogni discorso urbanistico al referendum consultivo, che dovrebbe tenersi in autunno; pur di eliminare la megavariante per sostituirla con una X che, però, dovrebbe tenere nel mirino le stesse opere pubbliche previste dalla megavariante stessa.
Risultato? Alle elezioni Sel ha preso il 2,21%. Un caso? Il consenso elettorale non segue leggi scientifiche, per carità, ma secondo noi non si è trattato di un caso, questo basso risultato, anzi è stato un sintomo di una certa delusione da parte del corpo elettorale che negli ultimi anni ha prima assistito a una critica a tratti veemente dei vendoliani contro Gaspari e poi a una convergenza improvvisa che smentiva le battaglie del passato.
Un sindaco che, ad essere maliziosi, ha siglato un capolavoro di tattica politica, riportando Sel sotto il proprio ombrello protettivo. Un fatto che, numeri alla mano, ha neutralizzato i vendoliani. Contenti e…”neutralizzati”? Staremo a vedere quale peso avranno le posizioni di Sel nel nuovo mandato gaspariano, a partire dal caso Calvaresi.

PDL, SERVE UNA VENTATA DI NUOVO Intanto il Popolo della Libertà si lecca le ferite di una indubbia dèbacle. Analizzare gli errori, valutarne le alternative, suona al limite della dietrologia. Hanno candidato Bruno Gabrielli, ormai serve a poco stabilire se fosse la candidatura più potente e d’appeal.
Quello che è certo è che i berlusconiani rivieraschi necessitano di cambiamenti nella loro classe dirigente, che da troppi anni esprime star delle urne come Gabrielli, Pasqualino Piunti, Luca Vignoli, ora anche l’astro giovane ma consolidato Andrea Assenti. Star delle urne che però qui in città hanno lasciato il Comune al centrosinistra per dieci anni.
Star che hanno i famosi “doppi incarichi”, cioè opposizione in Comune e governo in Provincia.
Il partito berlusconiano non se la passa bene, ovvio che i riflessi giungano anche in provincia. Qui, comunque, un rinnovamento ci vuole. Questa può essere l’occasione.