ANCONA – In arrivo dalla Regione le risorse per promuovere e favorire la differenziazione delle attività dell’azienda agricola attraverso lo sviluppo di nuovi settori e nuovi prodotti, fra cui le utilizzazioni non destinate al consumo alimentare e la produzione di energia da fonti rinnovabili.

A disposizione, complessivamente, 6 milioni di euro, di cui uno per la diversificazione delle attività e 5 per la realizzazione di impianti di produzione, utilizzo e vendita di energia o calore da fonti rinnovabili di potenza massima di 1 MW elettrico. I contributi sono previsti da una misura del Programma di Sviluppo Rurale Marche per il periodo 2007-2013 per la quale sono in arrivo i bandi di gara.

«La misura – dice il vice presidente e assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini – ha per obiettivo strategico l’aumento dell’occupazione nelle aree rurali, favorendo, da un lato, lo sviluppo multifunzionale dell’azienda agricola, dall’altro incoraggiando i componenti della famiglia agricola a intraprendere nuove attività comunque connesse con il settore agroforestale ambientale e turistico».

Per la diversificazione delle attività, gli aiuti vengono concessi per la ristrutturazione edilizia o l’adeguamento funzionale di fabbricati da destinare alla realizzazione di strutture per la trasformazione e la commercializzazione relativa ai settori dei cereali (come panifici, birrifici, pastifici), latte e derivati, uova di volatili e miele naturale, etc. I contributi serviranno anche per l’acquisto di attrezzature, impianti e macchinari, programmi informatici per la gestione dell’attività.

Spiega ancora Petrini: «Tutti questi interventi sono stati resi possibili grazie alle risorse aggiuntive che sono state assegnate alle Marche per lo Sviluppo rurale dalla Commissione europea. Ed è la stessa Ue che ha individuato, nello sviluppo delle energie rinnovabili, una delle nuove sfide dello sviluppo rurale. Le bioenergie e le energie rinnovabili da biomassa possono contribuire, in maniera determinante, alla diminuzione dei gas serra, nonché concorrere alla sostituzione dei combustibili fossili».

Le aziende agricole, nella loro attività ordinaria, dispongono di diversi sottoprodotti, molto spesso inutilizzati o addirittura smaltiti con un onere da parte dell’agricoltore. Le biomasse di origine agricola rappresentano uno strumento per produrre energia in piccoli impianti, dove può essere immediatamente utilizzata, secondo il modello della produzione diffusa e distribuita, con notevoli vantaggi economici.

«La Regione – afferma Petrini – sostiene i piccoli impianti che possono avere a disposizione la biomassa in un limitato raggio di azione. L’orientamento delle produzioni agroenergetiche deve essere decisamente verso la valorizzazione delle biomasse residuali, i reflui zootecnici, oltre che delle colture dedicate, sempre nel rispetto delle normative ambientali e sanitarie».

«Si vogliono così creare le condizioni – continua Petrini – perché ogni azienda agricola possa orientarsi verso il risparmio energetico e la razionalizzazione dell’utilizzo dell’energia, nonché verso l’autoproduzione, sfruttando al massimo le proprie risorse. La produzione e la vendita di energia può diventare una vera alternativa produttiva e una consistente integrazione di reddito».

Le risorse in questione consisteranno in un aiuto in conto capitale destinato al cofinanziamento di investimenti strutturali aziendali materiali e immateriali. I beneficiari sono imprenditori agricoli singoli o associati. La misura è applicabile in tutto il territorio regionale, a esclusione dei poli urbani.