SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Due settimane fa, tornando da Arezzo, pensammo bene di cominciare il nostro commento plaudendo i tifosi che, nonostante il gelo, si erano recati in Toscana tifando per novanta minuti; continuammo ricordando le sfide degli Anni ’80, segnate dai gol di Fiorini e da quelle, guarda un po’, di Ugolotti.
La gara, infatti, era stata di una noia mortale, per colpa di entrambe le squadre: però, dalle dichiarazioni dei protagonisti (giocatori, allenatore, presidente, e anche parte della stampa), il punticino di Arezzo (così lo chiamammo) era sembrata la svolta del campionato.
Cinque giorni fa, contro il Crotone, partita fotocopia: zero tiri nello specchio della porta da parte di entrambe le squadre: «Il calcio è un’altra cosa», così iniziammo il nostro articolo, cercando anche di dare una scossa a tutti quelli che, ostinatamente, dopo un terzo di campionato, ancora sperano che calciatori tutto sommato mediocri e una nidiata di giovani tutti deludenti (Soddimo, Cia, Romanelli, Olivieri, Curiale, Ferrini, senza contare i tre centrocampisti Giorgino, Marino e Carboni), potessero invertire la pericolosa discesa della Samb.
Adesso la classifica non permetterà più bugie: né da parte nostra – da almeno quattro settimane parliamo apertamente di obiettivo salvezza, parola bandita nelle dichiarazioni post-partita – né da parte di chi è alla guida della squadra. Ugolotti, purtroppo per lui, ha perso tutto il credito conquistato un anno fa, mentre il diesse Natali dovrà prevedere un lavoro straordinario da adesso fino a tutto il calciomercato di gennaio per cercare di rafforzare questa squadra, naturalmente senza pensare a follie economiche.
Una Samb che non segna da quattro giornate (l’ultima rete fu l’illusorio 0-1 di Martina), e che soprattutto non va oltre un tiro in porta ad ogni partita. Una Samb che Ugolotti ha dovuto smontare e rimontare domenica dopo domenica, per colpa di calciatori non all’altezza (Cia) e di risultati deludenti.
Delicata è anche la posizione della società, che fino ad ora ha difeso ovviamente allenatore e direttore sportivo: la trasferta difficile di Gallipoli, domenica prossima, potrebbe essere decisiva. Nessuno di certo può criticare i Tormenti per l’impegno che hanno messo nell’allestire questa squadra: hanno speso più di un anno fa, hanno comprato molti giocatori a titolo definitivo o con biennali (tra cui l’allenatore): come i tifosi, anche Gianni Tormenti era convinto di avere, a questo punto della stagione, 6 o 7 punti in più. Ma la realtà è tale per cui, se non viene data una scossa a questa squadra, si rischia di ritrovarsi in C2 senza neanche accorgersene.
L’esonero dell’allenatore, dato il materiale umano a disposizione adesso, probabilmente potrebbe avere persino effetti controproducente. Ma Ugolotti domenica si giocherà il posto. Ma i giocatori non vanno trattati troppo da bambini e vanno messi di fronte alle loro responsabilità professionali.