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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sui debiti o presunti tali che Spina avrebbe lasciato alla Samb (condizionale dovuto al fatto che sulla questione si aprirà un contenzioso legale), l’avvocato sambenedettese Paolo Gaetani, che sta conducendo una trattativa per conto di alcuni imprenditori non sambenedettesi (clicca qui) ed è anche avvocato di Sergio Spina, adopera una cifra precisa: “Si tratta di 211 mila euro”, e non, secondo l’avvocato, 600 mila come invece era stato esplicitato nei giorni scorsi da Bartolomei.

Una cifra che però lo stesso Gaetani riporta all’interno di un discorso più ampio: “Teniamo presente che l’investimento complessivo per la messa a norma del Riviera delle Palme in base al decreto Pisanu e la sua copertura e installazione di pannelli fotovoltaici è di 3,1 milioni di euro, metà per decreto Pisanu, metà per la copertura. Cosa è accaduto? Che cer alcuni problemi i soci della Rdp hanno abbandonato il progetto e Spina, a quel punto, ha deciso di subentrare accollandosi una consistente parte di investimento, attraverso la confluenza di Rdp di 6 autorizzazioni di impianti fotovoltaici di sua proprietà. Nel frattempo è accaduto che, con il taglio degli incentivi al fotovoltaico, quegli impianti sono passati da un valore di 300 mila euro ciascuno a circa 50 mila. Complessivamente, ad ogni modo, tra conferimento di pannelli fotovoltaici ed esborso diretto, grazie alla collaborazione della ditta Bocci, Spina ha pagato 1,6 milioni di euro, di cui 200 mila in contanti“.

Cosa resta, dunque? “Dei lavori eseguiti, occorre pagare, da parte della Rdp che ha per soci Spina, Pignotti e Cinciripini, 830 mila euro. Per rendere lo stadio agibile, invece, mancano 150 mila euro per ascensori, illuminazione e gli ultimi dettagli“. E qui si aprono diversi scenari: “Tutti, da questa vicenda, hanno da perdere: le ditte creditrici, che rischiano di non raccogliere nulla; la Rdp, che si vede insolvente; la Samb, che non usufruisce dello stadio; e il Comune che continua ad avere un gioiello potenziale non utilizzabile. Oltre che ovviamente i tifosi”.

Ecco che secondo Gaetani occorrerebbe sedersi attorno ad un tavolo comune, tutti insieme, per trovare la soluzione migliore: “Appoggio l’idea di un concordato per la quota rimanente, come accennato da Bartolomei. Si tenga presente che se ci si accorda per il 50%, non si tratta di uno sconto della metà, ma del 12% sul totale dei lavori di 3,1 milioni di euro“. A quel punto, con 150 mila euro, ecco che lo stadio diventerebbe perfettamente agibile e la Samb sarebbe una società appetibile forse anche da imprenditori locali.

E qui si riapre il discorso della trattativa che Gaetani sta portando avanti: “La richiesta di 750 mila euro della Samb blocca qualsiasi tipo di discorso, ovviamente. Passi il discorso del titolo sportivo, passi quello relativo al capitale sociale che, se interamente versato, rientrerebbe nelle disponibilità dei nuovi soci. Ma quei 500 mila euro per le spese sullo stadio, a che titolo vengono chiesti, se persino lo stadio non è a norma? Alle quali si aggiungono 150 mila per i lavori finali, 830 per crediti ancora da pagare, anche se di competenza della Rdp. Quindi chi arriva dovrebbe comunque gestire, direttamente o indirettamente, una spesa di 1,5 milioni di euro, alle quali aggiungere la spesa per fare una squadra competitiva. Ma dico: siamo matti?”

Secondo Gaetani l’interesse dei potenziali acquirenti “non è ovviamente quello dei tifosi, non essendo della zona. Vedono nella Samb, a confronto con le altre squadre, un capitale di investimento notevole, a patto, lo ripeto, che lo stadio sia funzionale a 15 mila posti, in modo da garantire degli introiti estivi adeguati al campionato. Si tratta di persone che hanno già vinto campionati, esperte di calcio. Non faccio i loro nomi, adesso, per segreto professionale, ma saranno divulgati in seguito, sia se la trattativa si conclude, sia che si blocchi”. A tal proposito sembra che Bartolomei non abbia opposto preclusioni, almeno in questa fase, al fatto che il nome non sia divulgato.

C’è poi la questione della permanenza di Pignotti e Bartolomei in società, anche con l’eventuale ingresso di nuovi acquirenti. Ipotesi non scartata, e che, comunque, ridurrebbe anche l’eventuale esborso per i 750 mila euro richiesti in base alle percentuali delle quote: “Inoltre non vi sono ostacoli neanche all’ingresso di tifosi con quote loro riservate” spiega Gaetani.

“I tempi sono stretti, qui in 20 giorni al massimo o si conclude, o si chiude, perché poi non c’è più tempo di allestire una squadra all’altezza – afferma Gaetani – Certo che se la società così come è attualmente composta ha difficoltà ad andare avanti, a meno che non si accetti ad allestire una rosa per la sopravvivenza in Serie D, occorre fare qualcosa”.