SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Parla di “misura colma” e annuncia l’addio del Super Summer Games a San Benedetto. E’ un Nico Virgili furioso quello che si sfoga a Rivieraoggi.it al termine dell’edizione sambenedettese della manifestazione da lui ideata, svoltasi all’ex camping il 13, 14 e 15 agosto. Si dice “stanco di molte cattiverie e di molte ipocrisie” e le motivazioni della rabbia sono molteplici: dall’ipotesi di spostamento dell’evento sulla foce dell’Albula all’associazione alcol-Summer Games avanzata da qualcuno, passando per la mancata valorizzazione dell’appuntamento da parte di stampa e amministrazione comunale.

“NON CI SPOSTIAMO” Virgili è categorico: “Area migliore dell’ex camping non c’è; lo spazio nella spiaggia libera numero 1 è molto più ridotto. Non c’entreremmo, è assurdo. Ho considerato fuori luogo pensare a caldo a future sistemazioni, sarebbe stato più logico parlarne in futuro sedendosi a un tavolo. Gaspari parla di un problema di traffico? Il blocco andava dalla mezzanotte alle 3 e solo nello spazio antistante i Giardini di Zio Marcello. Per la Notte Bianca si è chiuso tutto il lungomare, per più ore. Ma il problema non si pone, dato che l’anno prossimo a San Benedetto non faremo nulla. La decisione è irrevocabile, non sto giocando e non ci sono interessi dietro”.

QUESTIONE ALCOL Il “colpo al cuore” è tuttavia legato all’accostamento – vero o presunto – tra lo sballo ferragostano ed il Summer stesso. Per l’organizzazione il problema è a prescindere, legato ad un’usanza tipica che i giovani celebrano puntualmente la sera del 14: “Ci si sbronzava prima che arrivassimo noi e ci si sbronzerà in futuro”, sbotta Virgili, che a questo punto inaugura una serie di paragoni con le altre manifestazioni rivierasche. “Non abbiamo mai dato super-alcolici, anzi abbiamo sempre mandato messaggi educativi. In altre occasioni si vendevano rum, mojito, cuba libre; noi solo birra a bassa gradazione. Eppure ogni volta tutto è sproporzionato a danno nostro. Perché nessuno denuncia il fatto che gli chalet attorno a noi vendevano di tutto? I primi bacchettoni sono i primi colpevoli. Noi avevamo la sicurezza all’ingresso che controllava persino gli zainetti dei ragazzi. Paradossalmente la zona più tranquilla e sana era quella in cui stavamo noi”.

IL RUOLO DEL COMUNE Nel mirino finisce poi l’amministrazione comunale, colpevole di aver ridotto gradualmente i contributi da 45 a 35 mila euro, per arrivare ai 25 dell’anno scorso e ai 12 mila del 2011. Colpa della crisi che attanaglia gli enti locali, ma per Virgili c’è dell’altro: “Non hanno mai creduto in noi. Vogliono fare eventi e non ci pagano per quello che costano realmente. Il Summer Games ci è costato 62 mila euro. Avevamo proposto degli escamotage, come il pagamento del ticket all’ingresso. Sarebbe stato normale, i concerti in fondo si pagano. Il sindaco s’è opposto. Pensavo ad attenzioni diverse per un’iniziativa che c’è da sedici anni, nata nella propria città e che ha dato risalto mediatico a San Benedetto in tutta Italia”.

“MA QUALI 3000…” L’ultimo fastidio riguarda infine l’affluenza. Bocciata senz’appello la stima delle 3 mila unità (cifra avanzata la sera stessa dallo staff presente sul palco, ndr): “Non mi è mai interessato dare i numeri”, conclude Virgili. “Penso comunque che fossimo tre volte di più. Andava conteggiata la permanenza e la rotazione della gente. L’area è stata piena dalle 20 alle 4. Il pubblico di inizio serata era oggettivamente differente da quello delle 3. Non erano le stesse persone”.