SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La situazione è seria, ma non disperata. Il paziente collettivo è rappresentato dalle palme, patrimonio e peculiarità della città. Il termine di paragone sono le altre città dotate di un parco botanico di questo tipo. La malattia è il “punteruolo rosso”, parassita killer delle palme, una specie di scarafaggio giunto dall’Asia che si nutre della polpa delle palme, scavando cunicoli dentro al fusto, provocando l’abbruttimento della pianta con l’abbassamento della corolla e poi anche la morte.

Sono 45 i nuovi casi riscontrati dai funzionari del settore Parchi e Giardini del Comune: 45 casi da settembre in poi, riscontrati sia su palme di proprietà comunale che su palme di proprietà di privati cittadini.

Una situazione brutta ma meno grave rispetto ad altre città di mare, anche vicine, come Pescara. Sarebbe emerso questo, secondo quanto riferito dall’ufficio stampa del Comune, dal sopralluogo di mercoledì mattina compiuto dallo staff di Striscia la Notizia. La popolare trasmissione Mediaset ha inviato in città il suo personaggio Capitan Ventosa, nel corso di un tour d’inchiesta fra Liguria e medio Adriatico. Il tg satirico ha intervistato l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci.

L’autunno è il momento climaticamente più propizio per analizzare il tasso di pervasività del punteruolo rosso. Finisce la fase calda dell’anno, quella in cui il coleottero vive e prospera, perciò il suo tasso di penetrazione nel momento attuale è il più alto dell’anno. Si tirano le somme dell’estate, si fa una fotografia dell’invasione nel suo momento culmine, e a San Benedetto c’è qualche decina di palme colpite, che saranno curate mediante un mix di metodi: potatura, trattamento chimico con i fitofarmaci (ma solo in quei periodi in cui il ministero dell’Ambiente approva le deroghe al loro utilizzo, altrimenti vietato) e con i nematodi, piccoli organismi vermiformi che rappresentano un antagonista naturale all’indesiderato coleottero rubicondo.

Stando a quanto ci dicono i funzionari comunali che seguono l’evoluzione della vicenda, i “punteruoli rossi” sono stati avvistati anche sui balconi delle case. Se ne sono visti volare fra una palma e l’altra. Non è un buon segno, dicono i tecnici.

La legge prevede che il proprietario di una palma malata debba farne immediata denuncia ai Comuni. Lo scopo è evitare il contagio di palme sane. Spesso non viene fatto, ma non solo per evitare la spesa economica della cura a proprio carico. Spesso c’è anche poca informazione sui sintomi della malattia. Perciò il Comune assicura di stare incrementando gli sforzi di monitoraggio sul patrimonio botanico.

A San Benedetto finora (i primi segni di palme malate datano al 2007) non sono state abbattute palme di sorta. Si procede con le cure, con mix di metodi che in qualche caso danno anche risultati sorprendenti, come per una palma in piazza San Giovanni Battista che ha ripreso vigore dopo un anno dalla potatura. Le prime ad essere abbattute, ci dicono in Comune, saranno le due palme di fronte alla chiesa di San Filippo Neri. Probabile, affermano i tecnici, che in quel caso non si tenti neanche la cura, visto che si tratta di una zona con molte, troppe essenze arboree nello stesso spazio.