
GIUSTO PER CHIARIRE. Ieri è giunto in redazione una nota di Nicola Baiocchi, presidente del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, che pubblico integralmente. Ho notato anch’io alcune cose che non mi riportano ma per spiegarle meglio ai cittadini, mi sono rivolto all’ex Direttore Sanitario dell’Inrca, Claudio Maria Maffei. Dopo di che mi farebbe piacere che lo stesso Baiocchi, dopo aver letto le deduzioni del tecnico anconetano, spiegasse alla città dove Maffei sbaglia.
Nicola Baiocchi: «Le solite amnesie dell’ex parlamentare del PD»
Di recente il signor Luciano Agostini ha dichiarato che “il centrodestra propone un ospedale di primo livello su due plessi … ma allora ci dica [riferendosi ad Acquaroli] dove intende collocare i reparti. Il pronto soccorso sarà ad Ascoli o a San Benedetto? E la chirurgia? E la medicina? E la rianimazione? Mistero. Chi ha l’onere di governare non dovrebbe gettare fumo negli occhi, ma parlare chiaro e illustrare i suoi progetti” (proprio come fatto con la fumosa eccellenza di Pagliare?).
Ebbene a tal proposito, come Comitato ci preme osservare che all’ex onorevole Agostini, per avere una risposta alle sue domande, basterà seguire i criteri che hanno portato il governo di centrosinistra di Ceriscioli a creare un
Ospedale di 1° livello su tre plessi nella Provincia di Ancona: Senigallia, Jesi e Fano. Come sono stati distribuiti lì i reparti? In quale ospedale è andato il Pronto Soccorso? Ecco l’elenco completo, che l’ex onorevole dovrebbe
conoscere benissimo, dei reparti triplicati: quelli cioè che, chissà come e perché, stanno in tutti e tre gli ospedali: Pronto Soccorso, Astanteria, Cardiologia, Chirurgia, Lungodegenti, Medicina, Nido, Oculistica, Odontostomatologia, Oncologia, Ortopedia, Ostetricia- Ginecologia, Otorino, Rianimazione, Rieducazione funzionale, Terapia semintensiva, UTIC, Urologia.
Il Signor Agostini saprà sicuramente, dato che, come lui afferma, si è impegnato tanto per avere una sanità moderna nel Piceno, di questa generosa applicazione della legge sulla equa distribuzione dei presidi ospedalieri; ma chissà com’è, né lui né i suoi compagni di partito ritengono che i cittadini del Piceno meritino, proporzionalmente, il medesimo trattamento. E l’ex presidente Ceriscioli, insegnante matematico, chissà quale algoritmo si sarà inventato per la provincia di Ancona, tale da riuscire a moltiplicare per tre tutti questi reparti, che il sig. Agostini invece ritiene debbano inevitabilmente essere divisi qui nel Piceno. E oltretutto costui sa benissimo, almeno lo speriamo, che non può esservi per legge dello Stato un ospedale per acuti senza PS. Quindi sì, a prescindere da cosa animi davvero le menti degli attuali amministratori regionali, i cittadini Piceni debbono pretendere pari trattamento ed equità distributiva.
Chissà se l’ex onorevole ricorda quando il 3 gennaio 2020 la signora Casini parlava di 200-250 milioni per costruire l’ospedale unico di Pagliare con 503 posti letto, e se ricorda che poi si sarebbero dovuti pagare, con i soldi pubblici
sottratti ai fondi per personale e servizi, 25 anni di canoni per il project financing. Nell’ottobre dello scorso anno è stato firmato a Pesaro, con il sindaco Ricci di centrosinistra, l’39;accordo per il nuovo ospedale che costerà 170 milioni, ovviamente considerando i rilevanti aumenti di costi degli ultimi anni. Mentre secondo il progetto di Ceriscioli, per lo stesso ospedale con 612 posti letto ci sarebbero voluti 251 milioni, cui andava aggiunta una spesa
complessiva, comprensiva di spese di manutenzione e servizi annessi, di circa un miliardo di euro in 25 anni. Da corrispondere alla ditta Renco che, casualmente, fu tra i finanziatori della campagna elettorale di Ceriscioli.
Diremmo perciò, considerato tutte queste circostanze, che sarebbe proprio ora che si cominciasse davvero a pensare solo alla salute di tutti i cittadini del Piceno, così come fatto nelle altre provincie. 7 agosto 2023 Il Comitato "Salviamo il Madonna del Soccorso;
La risposta di Claudio Maria Maffei:
ANCONA – “Con riferimento alla posizione di Luciano Agostini sul nuovo Ospedale di San Benedetto del Tronto e alle osservazioni al riguardo del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” ‘, anticipo subito che la mia è una posizione tecnica su vicende ormai superate visto che col nuovo Piano è stata fatta la scelta di un nuovo Ospedale a San Benedetto del Tronto con mantenimento della struttura di Ascoli Piceno.
Gli amici del Comitato (tali li considero per la loro passione e competenza) partono dal presupposto che nelle intenzioni di Ceriscioli l’ospedale integrato o unico Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto fosse una punizione e il mantenimento in tre sedi di Senigallia, Jesi e Fabriano fosse un premio (in realtà vista la distanza che separa Fabriano da Jesi l’ipotesi poteva essere semmai quella di un presidio unico tra Jesi e Senigallia). Questa posizione nasce dall’equivoco secondo cui ognuno dei tre ospedali della attuale Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona avrebbe mantenuto e/o acquisito tutti i reparti tipici di un Ospedale di Primo Livello, cosa che non è vera e non è mai stata vera. Tanto è vero, per fare un esempio, che a Fabriano manca il Punto Nascita.
Mantenendo la loro unicità strutturale San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno duplicheranno gran parte dei reparti e dei servizi con perdita inevitabile di efficienza e di attrattività e allo stesso tempo ci sarà sempre qualcosa che uno avrà e l’altro no. Nel caso specifico per quel che mi risulta dal nuovo Piano Ascoli Piceno avrà ad esempio in più l’ematologia, la nefrologia, la pneumologia, la oculistica e la urologia mentre San Benedetto avrà in più la neurologia, la psichiatria, l’otorinolaringoiatria, la geriatria e la riabilitazione. Le sale operatorie dei due presidi saranno verosimilmente sottoutilizzate e i turni coperti dai medici a gettone saranno difficili da ridurre.
L’importante è che i cittadini sappiano e possano dire la loro. Io rispetto sia loro che chi li rappresenta a livello politico che di comitati. Da tecnico posso solo aiutare a capire”
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