SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel calcio ci sono partite le cui dinamiche, sovente, non si comprendono attenendosi esclusivamente agli aspetti tecnico-tattici. La trama di Pineto-Porto d’Ascoli, è di quelle emotivamente coinvolgenti, ricche di sensazioni contrastanti, come quelle narrate in “Febbre a 90°”.
Difficile capire cosa scatti nella testa di un gruppo, in svantaggio di un gol in casa della capolista che, con una vittoria, guadagnerebbe l’accesso al professionismo. Una sconfitta sarebbe plausibile per una squadra che ha già conseguito il suo obiettivo legato alla salvezza. L’esito sembra scontato per i tifosi abruzzesi che pregustano la meritatissima promozione. A Pineto i fuochi d’artificio hanno la miccia arroventata dalla passione e i clacson risuonano, forse anche ad esorcizzare la pressione.
Il Porto d’Ascoli non ci sta. Sulla carta la disparità in classifica, appare incolmabile. Ma l’orgoglio, agli orange, cambia loro lo sguardo. “Mettiamoci la gamba” si sente urlare dalla panchina, da perdere non c’è nulla. A dicembre al Riviera, era finita 1 a 3, un risultato senza appello: tre punti, testa della classifica e pallone sottobraccio di Njambè, autore della tripletta.
Questa, però, è un’altra storia, scritta da due giovani bravi ragazzi al loro primo gol in stagione con la maglia del Porto. L’1 a 1 lo segna Rovinelli, difensore classe 2002 cresciuto a Fano, che si è ritagliato un ruolo da protagonista nella retroguardia di mister Ciampelli. Spesso, nel corso della stagione, ci aveva provato sugli sviluppi dei calci piazzati, ma i legni ed i miracoli dei portieri avversari, gli avevano ripetutamente negato la prima gioia: “Tra tutte quelle che mi sono capitate, ho segnato nell’occasione più difficile – confiderà nel post gara con un sorriso – non vedevo la porta e ho provato a spizzarla sul secondo palo”. Nei suoi occhi, misticismo.
Poi il vantaggio del Porto che nasce da tre ragazzi cresciuti nel raggio di pochi chilometri. Petrini si invola sulla fascia, spettina la panchina del Pineto e serve un ispirato Evangelisti che “affresca” un filtrante sugli scarpini di Clerici, che deve dare solo l’ultima pennellata alla rete. E lo fa. Chissà quante volte avevano già provato questa giocata al “campetto” dell’Agraria o sulla sabbia rovente d’agosto “jò a la marina” di San Benedetto.
Un 1 a 2 che ha del poetico.
Sarebbe bello poter raccontare di un parziale mai cambiato, di un Pineto annichilito e domo, che per tutta la ripresa rimbalzerà contro gli uomini orange.
Sarebbe bello sorvolare su quel rigore assegnato alla capolista per uno spalla a spalla appena accennato.
Infatti non lo faremo, perchè domenica il Porto d’Ascoli non ha sfiorato l’impresa.
Ha fatto l’impresa.
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