SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il pattinaggio corsa è un’eccellenza dei nostri territori. Lo sanno bene i Pattinatori Sambenedettesi, che nel corso degli anni hanno sfornato talenti, regalando alla Riviera titoli italiani, europei e mondiali. Tra i campioni rossoblu non possiamo che annoverare Riccardo Bugari, ora personal trainer e allenatore proprio tra le file della società in cui ha mosso i primi passi: “Ho iniziato da piccolo sulle rotelle. Le prime vittorie sono arrivate ai campionati italiani, ma il mio sogno è sempre stato quello di vincere i Mondiali e nel 2007 in Colombia ci sono riuscito, conquistando l’oro anche l’anno successivo, sempre nella categoria Juniores. Dopodiché per cinque anni sono stato fermo. Ho ricominciato con il pattinaggio corsa guardando in TV le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. A seguito della ripresa ho vinto due titoli italiani Seniores e ho disputato tre Mondiali, portando a casa due argenti, poi sono passato al ghiaccio. Pian piano sono entrato nel giro della Nazionale, fino ad arrivare alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018. Nel Team Pursuit abbiamo stabilito il record italiano, che ancora regge, con un argento in Coppa del Mondo, e a febbraio 2018 ci sono stati i Giochi olimpici, dove ci siamo piazzati sesti”. Una carriera ricca di successi, ma una storia ancora da scrivere.
Riccardo, pensi che se non ti fossi fermato cinque anni oggi la situazione sarebbe diversa?
“No, non credo. Quello stop mi serviva, avevo diciassette anni, vivevo lo sport come una costrizione, quindi in modo sbagliato. Il mio rimpianto è di aver mollato dopo le Olimpiadi di Pyeongchang 2018. Avrei dovuto tenere duro e preparare bene queste Olimpiadi di Pechino 2022. Ho imparato a pattinare sul ghiaccio in due anni, altri quattro mi avrebbero portato ad avere una condizione migliore e chissà quali risultati avrei ottenuto”.
A proposito di Pechino 2022, Francesca Lollobrigida ha appena vinto un argento nella pista lunga. Come l’hai vissuta?
“Sono stato contentissimo. Francesca ha inseguito questa medaglia per vent’anni, se non di più, senza mai mollare. Io ho le doti fisiche, però mi stufo facilmente, mi lascio deviare. Lei invece ha insistito e alla fine ce l’ha fatta. È arrivata laddove io non sono riuscito. E poi è una medaglia storica che è un po’ anche di San Benedetto e di tutto il movimento rotellistico, perché lei ha casa qui e viene dalle rotelle. Noi delle rotelle abbiamo i numeri, ma il ghiaccio ha le Olimpiadi, quindi sempre più spesso succede che gli atleti per diventare professionisti passino dalle rotelle al ghiaccio”.
Quali sono le difficoltà che un pattinatore a rotelle incontra quando passa al ghiaccio e in particolare alla specialità della pista lunga?
“Le difficoltà sono poche, ma pesano. Il pattinaggio sul ghiaccio è molto più tecnico, non perdona gli errori, perché sei su una lama. Inoltre conta molto l’aerodinamica, essendo gare singole e non di gruppo. Bisogna mantenere una posizione più bassa e questo fa sì che la forza rivesta un’importanza maggiore”.
Oggi lavori come allenatore per i Pattinatori Sambenedettesi e sei un personal trainer, ma ti stai dedicando anche al triathlon. Sta preparando qualche competizione in particolare?
“Sì, a giugno parteciperò all’Ironman di Nizza, con 3,8 km di nuoto, 180 km di bici e 42 km di corsa. Ho preso parte a un Ironman anche lo scorso anno, ma ora sto cercando di migliorare i miei tempi. Faccio parte della Flipper Triathlon, una realtà importante anche a livello nazionale. Mi piace molto questo mondo, si respira un bel clima, ogni gara è una festa. Non ho alcuna intenzione di mollare lo sport come ho fatto qualche anno fa. Vediamo come andranno le cose, il mio obiettivo è la qualifica per i Mondiali di Ironman alle Hawaii”.
Sei vegano. Come mai questa scelta? E quali sono i pro e i contro per uno sportivo?
“Ancora ci sono dei pregiudizi legati al veganesimo, però credo che sia una scelta necessaria e virtuosa. Chi mangia vegano ha un impatto minore sull’ambiente, inoltre io sono stato sempre molto sensibile al problema degli animali. Nella dieta vegana non manca nulla, io ho fatto le Olimpiadi da vegano, mi alleno tante ore al giorno. Certo, all’inizio è importante farsi seguire da un nutrizionista per conoscere bene gli alimenti, ma è un’alimentazione digeribile, sana e sostenibile. Io mi sento benissimo”.
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