SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In queste settimane si fa un gran parlare, a San Benedetto, del futuro sviluppo edilizio della città. Sul piatto dell’Amministrazione Piunti ci sono ben sette varianti al Piano Regolatore che, dalle stime dei progetti presentati dagli imprenditori del mattone, potrebbero portare oltre 400 nuovi appartamenti in città e potenzialmente oltre mille abitanti in più.
E’ chiaro che quelle presentate sono proposte e non è detto che vengano tutte accolte da Viale De Gasperi che, però, ha già dato il suo “endorsement”, ad esempio, per “Areamare”, la variante che interessa via Mare e via Del Cacciatore. La posta in palio, infatti, sono i fondi (la cd legge “Bucalossi”) che i costruttori darebbero in cambio per l’aumento di valore delle aree e che servirebbero a ristrutturare il sottopassaggio di via Mare.
La riflessione attorno all’opportunità di costruire nuove palazzine in città passa inevitabilmente per uno studio degli standard urbanistici, ovvero le quantità minime di spazi pubblici (aree per le scuole, aree per attrezzature comuni, aree per il verde attrezzato, aree per i parcheggi) da prevedere in relazione agli insediamenti, un concetto regolato nel nostro paese dal Decreto Ministeriale 1444 del 1968 e leggi successive che lo hanno modificato. Il Decreto definisce dunque i rapporti massimi tra gli insediamenti residenziali e le attrezzature, rapporti da osservare per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti. Il decreto è la traduzione numerica della quantità che spetta a ogni abitante.
La San Benedetto che costruisce palazzine di standard urbanistici ne ha abbastanza? Uno dei pochi documenti pubblici che ci può venire in aiuto risale al giugno del 2013, è parte del Prg comunale ed è consultabile QUI sul sito del comune di San Benedetto. Si tratta di un documento che sei anni fa descriveva lo stato di attuazione dei servizi. Qui sotto l’estratto.
Il primo dato che guardiamo è quello dei parcheggi. Dalla tabella che potete consultare sopra la superficie attuata nel territorio comunale adibita a parcheggi è pari a 84.108 metri quadrati. Il decreto di cui parlavamo poc’anzi, in materia di parcheggi, fissa la soglia di superficie procapite in 2,5 mq di parcheggi ogni abitante. A fronte degli 84 mila metri quadrati di superficie per parcheggi presente in città, San Benedetto, che di abitanti ne fa 47.420 secondo il censimento del 2017, avrebbe bisogno di 118550 mq di parcheggi. Secondo questo documento mancherebbero alla città, allo stato dei dati usati nel 2013, oltre 34mila metri quadrati di parcheggi. Per il documento, poi, ci sono 110mila mq di superficie non attuata che si potrebbe adibire a parcheggi, suddivisa in 50 aree.
Sempre per il decreto, poi, c’è bisogno 9 mq procapite di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport. Sempre moltiplicando i 9 mq per i 47420 abitanti della città, in questo senso San Benedetto avrebbe bisogno di 426 mila mq di verde e dalla tabella sopra, ricordiamo in ogni caso risalente al 2013, la superficie di aree verdi disponibile è pari a circa 332 mila metri quadrati. Da questo punto di vista mancherebbero più di 90 mila metri quadrati di superficie di verde.
N.b.: Il documento che abbiamo analizzato è risalente al 2013, nel frattempo alcune aree sportive sono sorte, pensiamo ad esempio al Centro Sportivo Eleonora di Porto D’Ascoli anche se il margine da recuperare, oltre 90 mila metri quadri, potrebbe non essere stato ridotto di molto.
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bene, ma mi permetto di fare unappunto, le aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, e le aree a parcheggio si debbono calcolare non sulla base dei residenti ma degli abitanti che derivano dal calcolo dei vani residenziali utili realizzati e cioè devono comprendere anche le seconde case, case per vacanza etc.etc., quindi sembre restando ad un calcolo teorico fermo a diversi anni fà gli abitanti da conteggiare per gli standard a San Benedetto erano circa 90.000, sulla base invece dei soli residenti si devono calcolare le aree per l’istruzione (squole, asili etc.etc.),… Leggi il resto »
Ma il dirigente comunale dovrebbe sapere regole e dati altrimenti come fanno a portare in consiglio progetti di edificazione?
Mi pare che questo articolo esageri nei contenuti negativi:si è ricordato l’estensore che le aree riscontrabili nelle zone A e nelle zone B ,a norma di legge valgono il doppio….????? ossia 1000 mq per legge sono come fossero 2000…. vedasi DM 2.4.68 n 1444….
I servizi a mio avviso mancano ma non nel quantitativo che si lascia supporre…
Io mi preoccuperei in particolare modo dell’assenza di garage (o box auto, come si preferisce). Sono state costruite molte palazzine nuove in citta negli ultimi dieci anni e quelle con garage si contano sulle dita di una mano. Aumentare la volumetria di una palazzina senza fornire posti auto privati equivale a riversare in strada un numero maggiore di macchine, togliendo spazio a possibili piste ciclabili e/o marciapiedi più larghi.
L.122/89: 1 mq di parcheggio privato ogni 10 MC di costruzione con un minimo di un posto auto per unità immobiliare.
Posto auto scoperto o garage si equivalgono, è così dal 1989.
Purtroppo spesso si viene meno a questo obbligo. Di esempi in città ce ne sono a iosa.
Egregio sig Fazzini, per poter rendere accettabili i calcoli che Lei intende proporre deve tenere conto dell’art 18 della legge regionale 34/92: Concerne il dimensionamento del PRG: ai fini del calcolo degli standard lei non puo prendere in considerazione solo gli abitanti residenti in quanto la nostra,come noto è una citta turistica,e quindi subisce il flusso dei turisti estivi . E’ ovvio che non tutto i servizi sono da proporzionare al numero di abitanti teorici ,i quali sono deducibili non dalla anagrafe ma dal numero scaturente dalla valutazione del 75% dei vani;questi sono gli abitanti su cui basare le sue… Leggi il resto »
Grazie. Ci faccia sapere come
Sarebbe anche interessante stimare quale potrebbe essere il tempo di percorrenza da Grottammare a Porto D’Ascoli , in seguito ad un aumento di abitanti e quindi di automobili. Servirebbe anche per capire in quanto tempo si spostano merci e persone e di conseguenza quali sono i costi di un ulteriore aumento dei tempi di percorrenza.
Questo farebbe anche impennare la quantità di polveri sottili, con conseguenti costi per la sanità pubblica.