SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Per il secondo anno consecutivo la Festa della Liberazione a San Benedetto ha fatto a meno di “Bella Ciao”, il celeberrimo canto popolare antifascista, negli anni passati sempre “rispolverato” in occasione delle celebrazioni cittadine del 25 aprile.
Festa della Liberazione. Piunti: “Non dobbiamo tradire il sogno di chi è morto per la libertà”
Il sindaco Piunti ha reso omaggio a “chi è morto per la libertà” ma i social non si sono fatti sfuggire la “mancanza” e diversi personaggi dell’ecosistema politico, presente o passato, si sono affidati ai social per esprimere il disappunto.
Giorgio Mancini, di Sinistra Italiana, per esempio, ha etichettato come “inaccettabile” l’assenza della canzone. Per l’esponente senza Bella Ciao la festa si riduce a una “celebrazione dei morti e non della liberazione dell’Italia dal nazifascismo”. Ancor più duro, se possibile, l’ex sindaco Giovanni Gaspari che su facebook scrive “Nelle celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile si possono ascoltare le note di “bella ciao” o si può ORDINARE di ignorare l’inno della resistenza; non sono certo queste piccinerie a riscrivere la storia” continua Gaspari che si lascia andare anche a altri commenti di “statura” politica per così dire.
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Il sindaco dovrebbe sapere che non c’è un obbigo di festeggiare una festa se non se ne condivide il significato, di nuovo l’ipocrisia dei morti per la patria, no, il 25 aprile è la festa della liberazione dal nazi-fascismo, non per l’unità della patria, metà nazione combatteva da un lato rinnegando i valori di libertà e di democrazia, permettendo ad un esercito straniero, quello nazista, di trucidare migliaia di cittadini italiani. Il 25 aprile và ricordato come la festa della vittoria di una parte sull’altra, non servono discorsi ipocriti di unità. La canzone del piave celebra il 24 maggio, la… Leggi il resto »
Ed è qui che sbaglia, cosi come sbagliarono e continuano a sbagliare tutti i vari “compagni” che vorrebbero la festa solo per loro. Fu una guerra civile, verissima e sacrosanta verità, ma in questa guerra civile combattuta tra italiani ci furono anche italiani che anziché proteggere i confini della Patria dallo straniero (come accadde sul versante occidentale, dove partigiani bianchi e rossi e repubblichini respinsero le truppe francesi cercando di tenere a bada le mire espansionistiche di De Gaulle) aiutarono un altro esercito straniero, quello Titino, a massacrare e compiere la pulizia etnica di terre precedentemente italiane. Soldati del Re,… Leggi il resto »
Sante parole, pochi sanno, perché come è sempre e sempre sarà, la storia la scrivono i vincitori, gli eccidi e le vigliaccherie di tanti partigiani rossi nei confronti di persone che nulla centravano direttamente con i fascisti… Siamo oramai nel 2018, credo che sia ora di riscrivere quelle pagine di storia finora taciute… Anni fa un noto giornalista (Pansa) ci provò con un paio di libri, fu messo in croce… Questi sono i difensori del 25 aprile!
Infatti: non se ne può più di questa retorica datata ed antiquata. Il fascismo è morto e sepolto, la guerra morta e sepolta, i partigiani per me, pure. Nessuno mette in discussione la democrazia se non le istituzioni stesse, basti vedere l’operato del compagno Napolitano e del democristino Mattarella. Se loro cantavano Bella Ciao a vent’anni, io, oggi, non ho nulla a che fare con loro e ci tengo a distinguermi
se seguiamo la logica del suolo che prima era italiano, ancor prima era asburgico, più avanti della repubblica veneziana, e ancora dell’impero otomano, dell’impero bizantino, dell’impero romano etc.etc. è facile pensare ai crimini post guerra dei partigiani rossi e titini, senza considerare le stragi fasciste perpretrate nei territori slavi. Il non volere pacificare un popolo è proprio nella logica di giustificare e trovare attenuati a quella che fù l’ideologia criminale nazi-fascista, giustamente sconfitta dalla storia, e non riconoscerne i simboli ed i valori!….Bella ciao era cantata da tutti i partigiani, sia dai democristiani dai repubblicani, dai socialisti e dai comunisti,… Leggi il resto »
Peccato che gli Italiani fossero stati essi stessi vittime delle angherie e dei soprusi voluti dagli Asburgo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Si fa tanto leva sui “crimini” e sul clima creato dai fascisti ma ci si dimentica di citare le politiche volute da Francesco Giuseppe (aka Cecco Beppe) e volte a slavizzare gli italiani dell’Istria, del Quarnero e della Venezia Giulia per contrastare i crescenti sentimenti patriottici e risorgimentali. In Dalmazia l’unica città a resistere a questa ondata fu Zara, ed infatti divenne l’unica città italiana di Dalmazia nel 1918. Ciononostante nessuno slavo venne buttato in mare con… Leggi il resto »
La guerra è un crimine di per se ed ogni pulizia etnica è un crimine contro l’umanità, da qualsiasi parte essa venga commessa, ma non possono essere episodi ascrivibili a pochi a cancellare la memoria! L’ideologia nazi-fascista scatenò la seconda guerra mondiale provocando 68 milioni di morti di cui 43 milioni di civili. Ci sono molte pagine di storia che vengono insabbiate o solo sussurrate, mio nonno classe 1901, carabiniere presto servizio dal ’40 al ’44 a Civitella, era assegnato anche al trasporto prigionieri da Lubljana ai campi di concentramento abruzzesi di Lanciano, Nereto, Corropoli, Notaesco e Civitella, portava prigionieri… Leggi il resto »
allora tutti coloro che hanno partecipato alla contro manifestazione del 25 aprile, la c.d “contro liberazione”, hanno preso un abbaglio, sfoggiando giubbe rosse (non garibaldine) e pugno chiuso…
Poi vedere nel 2018 un under 35 con il pugno chiuso .. diciamo che fa sorridere ..
Fin quando il 25 Aprile sarà una festa a senso unico di coloro che rivendicano il diritto di cantare Bella ciao, per me sarà sempre e solo la festa di San Marco Apostolo ed Evangelista. Quando parleremo di ciò che avvenne dopo il 25 Aprile, potremo affrontare una nuova era degli onesti ricordi e della profonda riconciliazione.
Condivido l’ultimo intervento di Guido Rossetti (in risposta a “elefantino”), aggiungendo che ridimensionare (o annullare) la celebrazione del 25 aprile è un grave errore (strategia, invece, per chi ha altro orientamento): i tristi fatti giustamente ricordati da “elefantino”, andrebbero ricordati e posti in evidenza adeguatamente e per bene, ma senza sminuire il 25 aprile.