
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutto in ventiquattr’ore. Il destino del Movimento Cinque Stelle si decide venerdì, giorno in cui la delegazione sambenedettese dovrebbe finalmente ottenere la certificazione della lista da far correre alle elezioni comunali.
L’ottimismo dei giorni scorsi ha lasciato spazio al timore. La documentazione completa, spedita allo staff nazionale lo scorso 19 aprile, era arrivata tre giorni dopo. Ma da allora il silenzio è stato assoluto.
E così, giovedì mattina, Giorgio Fede e Peppe Giorgini si sono decisi: “Partiamo per Milano, la certificazione dobbiamo prendercela a mano, non possiamo più attendere. Se l’ok arrivasse in queste ore, il corriere potrebbe inviarci il materiale fuori tempo massimo”.
Arrivati nel capoluogo lombardo alle 16.15, i due hanno però trovato gli uffici deserti. Inevitabile quindi il pernottamento in un vicino albergo per tentare un nuovo assalto il giorno successivo.
“Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile, con correttezza e trasparenza – afferma Fede – ce la stiamo mettendo tutta, purtroppo le ultime vicende, legate anche alla morte di Casaleggio, hanno rallentato i tempi. Senza dimenticare le dimissioni di Marucci, abbiamo perso tempo prezioso”.
La lista va presentata obbligatoriamente entro le 12 di sabato, pena l’esclusione dalla competizione elettorale.
Nei comuni con più di 15 mila abitanti la dichiarazione di accettazione di candidatura alla carica di sindaco deve essere accompagnata da una dichiarazione di collegamento sottoscritta dai delegati al deposito della lista. La pratica non vale per le formazioni civiche, dal momento che non sono collegate a partiti rappresentati in una delle due Camere del Parlamento.
Nel caso dei grillini non vengono tuttavia effettuate deleghe a soggetti locali. L’autorizzazione deve giungere direttamente dallo staff, residente per l’appunto a Milano.
Parallelamente occorrerà sbrigare altre pratiche burocratiche, tra cui la consegna delle firme autenticate dei candidati, l’invio dei certificati elettorali degli stessi e l’allegazione delle firme raccolte autenticate, corredate dai certificati elettorali dei sottoscrittori. “Abbiamo pensato a tutto rispettando le regole – prosegue Fede – aspettiamo solamente l’autorizzazione”.
Parlare di esclusione dei pentastellati dalla corsa elettorale sarebbe una forzatura, ma ogni minuto che passa alimenta dubbi e ansie negli attivisti. “C’è un ingolfamento – spiega Giorgini – non voglio nemmeno immaginare che si possa rimanere senza lista. Nella mia mente questa ipotesi non esiste”.
Nel 2011, le liste bocciate furono tre: “L’Italia che vorrei” del candidato sindaco Pino Neroni e “Giovani Per San Benedetto” e “La Destra-Noi Centro” di Bruno Gabrielli. Nel primo caso, la commissione contestò la mancata apposizione della firma di autenticazione dei sottoscrittori entro l’orario di scadenza, mentre al centrodestra vennero rilevati errori di collazione nei fogli e la sbagliata trascrizione di alcuni dati anagrafici dei candidati consiglieri comunali.
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Ma non potevano informarsi prima di partire degli orari di ufficio? Non potevano fissare un appuntamento con qualcuno che li ricevesse? Un pressapochismo disarmante, questi non sanno dove e a che ora presentarsi per prendere un documento, vanno a casaccio e vogliono governare una città?
Strana domanda da uno che è arrivato a rivalutare l’operato di Gaspari…
Non hai letto bene lux, la messa a norma dello stadio senza la follia spericolata del fotovoltaico non si sarebbe mai, e dico mai ottenuta. Di contro un bambino che deve ritirare un biglietto per il cinema si informa degli orari.
So leggere…
Anche tra le righe… e dietro le righe…
Certo che di storie ne raccontano i grillini! Questa sembra sempre più una commedia a cui non sanno più come metterci un pezza. Prima ci dicono che stanno in fila a aspettare il loro turno per la certificazione e purtroppo la fila è lunga. Poi che Di Maio li ha tranquillizzati sulla certificazione che non arriva ma che possono raccogliere le firme. Poi raccolgono 350 firme di cittadini senza una valida autorizzazione all’uso della simbolo elettorale ma questo sembra non interessare nemmeno le forse politiche avversarie. Poi il consigliere regionale Giorgini smentisce categoricamente di avere parlato con Di Maio che… Leggi il resto »
Trentatre…
“A norma dell’articolo 28, secondo comma, e dell’articolo 32, terzo comma, del testo unico 16 maggio 1960, n. 570, e successi- ve modificazioni, la firma degli elettori deve essere apposta su appositi moduli riportanti il contrassegno di lista…”
Le cose sono due o hanno raccolto 350 firme sui dei moduli in bianco (e non potevano) o hanno già usato il simbolo senza autorizzazione (e non potevano).