GROTTAMMARE – La cultura si veste di classe: non con gli abiti, ma con le parole e le idee. Atelier d’inverno è la nuova iniziativa dell’amministrazione comunale di Grottammare Il proposito dell’amministrazione emerge dalle parole del sindaco Piergallini: “vogliamo usare le strutture ricettive del nostro paese per ospitare scrittori e pensatori che lasceranno testimonianza della loro permanenza. Chiederemo loro un pensiero che costituirà memoria culturale”.
Affidata al sindaco la spiegazione del titolo Atelier d’inverno. “Non è una scelta casuale, è il titolo di una raccolta di poesie del poeta maceratese Remo Pagnarelli. Una giovane promessa del mondo letterario che purtroppo è morta troppo giovane ma che ha vissuto volontariamente nel proprio paese”.
Ospiti del primo appuntamento Filippo La Porta e Antonio Prete che saranno al Teatro dell’arancio rispettivamente venerdì 16 gennaio alle ore 21 e sabato 17 gennaio alle ore 18 con due incontri incentrati sulla traduzione. La Porta presenterà una conversazione dal titolo La traduzione come esecuzione di uno spartito. “Filippo La Porta è un critico letterario – dichiara il curatore del programma Lucilio Santoni, che si avvarrà anche della collaborazione del poeta Eugenio De Signoribus – scrive per testate nazionali e ha un rapporto storico con la città di Grottammare a cui regalerà un testo memoriale”. Il letterato Antonio Prete, traduttore per la Feltrinelli, tratterà invece il tema dell’ospitalità della lingua. “A lui chiederemo un supporto per tradurre le parole di Lawrence Ferlinghetti sulla nostra città” sostiene il sindaco.
Il comune propone per la prima volta questa attività grazie al finanziamento del Distretto culturale evoluto. Fondamentale per la realizzazione è stata anche l’ospitalità offerta dall’Associazione Paese alto che accoglierà gli illustri visitatori durante il fine settimana. Maurizio Capponi chiarisce che il Consorzio universitario Piceno è capofila del partenariato pubblico e privato che si occupa dell’iniziativa. “Questo progetto – prosegue Capponi – è il primo di una lunga serie di attività legate al principio delle 3 B: buono, bello e ben fatto”.
Fiorella Fiore, dell’ufficio Cultura, a conclusione della presentazione del progetto precisa che il territorio va visto come un laboratorio di sperimentazione. L’amministrazione ha in animo di realizzare la seconda residenza in Aprile e l’augurio è che l’attività prosegua nel corso degli anni fino ad essere in grado di autofinanziarsi.
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