SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dal 26 al 29 luglio andrà in scena la sesta edizione di quello che l’assessore alla Cultura, Margherita Sorge, definisce “un format ormai collaudato, capace di occupare uno spazio in precedenza lasciato scoperto”. Il Maremoto Festival scalda i motori, in vista una quattro giorni di musica e non solo. “Seguite l’onda con gli occhi e con le orecchie”, sarà lo slogan di un evento dedicato alle note, ma anche alle arti grafiche, nell’area dell’ex galoppatoio.
La manifestazione, organizzata dalla cooperativa O.per.O, otterrà anche quest’anno il pieno supporto dell’amministrazione comunale, che parteciperà con un contributo economico di 25 mila euro, sulla scia del 2011.
“Viste le difficoltà, organizzare ancora un appuntamento di livello e ad ingresso gratuito non era facile”, confessa l’ideatore Paolo Miti, che segnala inoltre come lo stesso Maremoto sia entrato a far parte del “CentroCircuito”, il network dei festival del centro adriatico: “E’ una rete costituita con l’Ephebia Festival di Terni, Aspettando il Primo Maggio di Teramo e IndieRocket di Pescara. Formiamo un consorzio di musica, risorse e competenze”.
Un obiettivo che potrebbe tra le altre cose favorire il turismo, soprattutto giovanile, da intercettare e da “scambiare” tra le rispettive realtà.
Per quel che riguarda il calendario, il Maremoto dedicherà ogni serata ad un genere musicale differente: rock il 26, elettronica il 27, indie il 28 e reggae il 29. Senza dimenticare le proiezioni, i live e i dj set.
Ospiti della giornata inaugurale i Bud Spencer Blues Explosion, uno dei migliori gruppi del panorama rock&blues italiano. Con il gruppo romano sul palco altre due band: i Volvedo, vincitori del premio Maremoto al concorso Sotterranea 2012, e gli abruzzesi Tito & the brainsuckers.
Venerdì 27 luglio spazio agli Ln Ripley, gruppo di Ninja, il batterista dei Subsonica, mentre il 28 sarà la volta dei Nobraino, preceduti dai Chewingum di Senigallia.
Epilogo il 29 con la cantante pugliese Mama Marjas, accompagnata dalla band toscana Michelangelo Buonarroti. Con loro la ballerina Alevanille Dancehall Queen che si esibirà in un dopo concerto di scatenate danze giamaicane.
“Particolare attenzione verrà riservata alle performance di fumettisti e videomaker – prosegue Miti – e alle proiezioni di cortometraggi e clip”. Le serate avranno inizio alle ore 20, con il programma completo che è già disponibile sul sito www.maremotofestival.it.
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Non sono d’accordo con la Sorge. Maremoto non occupa uno spazio lasciato scoperto. E’ semplicemente una serie di concerti divertenti che altrove la gente paga.
Domanda lecita: visto che ogni volta che si parla di summer games si tirano in ballo sempre le questioni finanziarie (contributo del comune) e ne esce fuori la solita stucchevole telenovela, si potrebbe rendere noto quanto questa manifestazione costa alle casse comunali e quindi, a noi cittadini? Grazie in anticipo.
A volte basta leggere con un po’ di attenzione l’articolo: “L’amministrazione comunale promuove la manifestazione e concede 25 mila euro per la sesta edizione”
Rilancio l’idea del tendone tipo Palanatale aperto tutto l’anno, per ospitare concerti e manifestazioni culturali gratuite o a basso costo, come lo stesso Maremoto, e offrire una alternativa valida ed economica per la movida giovane (tutto l’anno) a SBT.
Non vorrei cadere nel tranello, bravo Paolo Miti…..per il resto concordo con h.h.
Il tendone in estate ?
La sera fa freschetto…
Scherzi a parte, il concetto è di garantire un punto di aggregazione permanente a beneficio dei giovani, con contenuti culturali e musicali, per dare una alternativa a basso costo alla cosiddetta “movida” ubriacona che va tanto di moda.
sono d’accordo. E comunque c’era, una volta, una tensostruttura al camping che era perfetta per molti eventi. Forniva una copertura comoda d’estate, e non credo non esistano strutture che possono essere chiuse per l’inverno. L’area dell’ex galoppatoio mi pare ideale, l’investimento sarebbe rapidamente ammortizzato, e per lo meno una parte potrebbe essere ammortizzata con un accordo commerciale (tipo “palavobis”, “palamazda” etc). Chiaro che qui non siamo a Milano ma basterebbe la volontà politica…
L’unico evento culturale degno di nota insieme a Scultura viva in queto deserto culturale che c’è in questa città.
Mi può spiegare qual è la componente culturale del Maremoto…. al momento mi sfugge…
Un festival che da spazio a più generi musicali ed attento ai nuovi linguaggi espressivi degli artisti non ti sembrano cultura!? A sbt grazie al Maremoto, oltre agli altri eventi fatti dalla stessa organizzazione abbiamo avuto modo di ascoltare moltissimi artisti che di solito non si ascoltano nelle radio comuni o su mtv (dove ormai i finti rapper caricature di loro stessi spopolano). Fare ascoltare a moltissimi giovani le nuove proposte del panorama musicale Italiano o artisti molto affermati nella scena indipendente è un modo per far capire loro che esiste anche un altro mondo musicale che di solito viene… Leggi il resto »
Maremoto non è un festival. Non c’è ricerca. Una serie di concerti molto belli (nessuno nega la bravura degli organizzatori) non è un festival.
Un festival è Musicultura di Macerata o il CAterraduno di Senigallia.
A mio avviso o si investe di più per qualcosa di meglio e caratterizzante o così non ha senso.
Maremoto è un festival pop. E’ un festival. Certo non può competere con Musicultura – nè si propone di farlo – ma gli investimenti pubblici su musicultura sono 4-5 volte più grandi. Non è vero che gli altri fanno sempre meglio di noi. Nel Maremoto c’è sempre stato uno spazio dignitoso per le arti grafiche, e lo stesso concept è sempre stato firmato da artisti di talento. Sul palco si sono sempre alternati gruppi emergenti che grazie al Maremoto hanno potuto condividere la scena con mostri sacri della musica di genere e nel maremoto sono cresciuti. C’è anche un’attitudine festaiola?… Leggi il resto »
Concordo con berry. Fa specie vedere che a San Benedetto si riesce a criticare anche il Maremoto. Non è il mio genere di musica, a me non piace. Ma è comunque una manifestazione importante e di qualità a livello musicale. E la musica è cultura. Quando leggo certi commenti (da questi a quelli sulle opere d’arte contemporanea sul corso) mi viene da pensare che San Benedetto sia diventata più chiusa di Ascoli a livello mentale. E onestamente ce ne vuole….
Più che di cultura allora parlerei di una nicchia di cultura e quindi per definizione destinata ad un nicchia della popolazione…. quindi non lo classificherei come attrattiva turistica visto che per definizione è riferito a nicchie! Da quello che ho potuto vedere negli scorsi anni non è certo un fenomeno alla woodstock.
Caro Bob, non sono d’accordo. San Benedetto merita cultura propositiva e non un surrogato, bello ma non propositivo…
Una serie di concerti non è un festival.
“non propositivo?” Di tutti gli artisti venuti qui in 6 anni di Maremoto, di quanti avevi sentito parlare? Quanti avevano suonato da queste parti in precedenza? Avevi mai visto James Senese a San Benedetto? Avevi mai visto gli Arti e Mestieri? Avevi mai visto gli Area a San Benedetto? Questo solo per restare al prog, che è il genere di cui m’intendo meglio. No, scusa, chiedo per capire. A me pare che il grosso degli artisti sia arrivato qui col Maremoto. E che soltanto DOPO molti di questi artisti (non quelli Prog, ma quelli rock sì) siano tornati qui perchè… Leggi il resto »
Aspettavo proprio il suo intervento, lo avevo palesato in un mio commento, ma era stato misteriosamente cassato. Io giro molto per concerti e so di cosa parlo. Il tono della sua risposta mi fa capire che a lei interessa l’evento a prescindere dei contenuti. Lei ragiona come se San Benedetto fosse un villaggio berbero in cui dobbiamo sentirci onorati di sentire artisti che sanno si il fatto loro, ma che mi basta fare qualche km per ascoltare. E a sentire le sue parole, visto che Maremoto è nato per far felice i sambenettesi che non ascoltano buona musica, perchè farlo… Leggi il resto »
Le rispondo per Daniele Primavera: anche a lui non piace dialogare più di una volta (o affatto) con chi non conosce. Faccia il bravo perché quindi tutti vogliamo il bene dei nostri territori
@unoqu4lunque grazie della dritta eppure l’avevo letto con calma…sarà il caldo…e visti gli altri commenti penso di essere in compagnia di molti accaldati: si evince quindi che i ragazzi della movida “discotecara” siano degli ubriaconi mentre i “rockettari” sono artisti figli dell’acqua minerale. Non prendiamoci in giro: sono le classiche fazioni disco Vs rock. Ad ogni modo in questa manifestazioe, oltre a qualche gruppo capace, non ho sentito sti grandi fenomeni per cui in molti casi non era musica ma rumore. Diciamo che le cifre sono un attimino squilibrate per gli eventi in programmazione (ma di sicuro i meccanismi di… Leggi il resto »
MI sa che Area e Senese ci sono già stati a SBT, forse nell’era glaciale ma ci sono stati, forse e classificarli come funanboliche rarita’ mi sembra troppo….
Caro Emidio, la penso come lei. Ma qui se uno fa delle critiche anche se costruttive, viene demonizzato.
A questo punto io penso che sia volontà sia degli organizzatori che degli ex mentori politici, non puntare in alto.
Si potrebbe fare un festival con il contributo comunale, qualche sponsor e concerti di livello a pagamento, ma sembra che a me non sia concesso dirlo.
ma quale demonizzazione? A me tutte le critiche paiono utili, comprese le tue. Sono contrario all’idea che, con tanti soldi buttati che ci sono, si vada ad attaccare un festival che di certo può essere criticato, ma che mi pare funzioni molto meglio di qualunque altra realtà paragonabile nel raggio di 100 km. Mica ho mai detto che il Maremoto è l’unica possibilità. Però il fatto è che siamo un pò tutti bravi a parlare dietro un monitor, un pò meno quando si tratta di impegnarsi per organizzare le cose. Non vi piacerà, ma io ho la certezza che senza… Leggi il resto »
Fai tutto da solo: io ho scritto che senza Maremoto la mia generazione non li avrebbe conosciuti. Un dato di fatto, un dato certo, matematico, che vale per loro e molti altri gruppi. Se preferivate il contrario, non avete che da dirlo, mica è un peccato: va bene dire “ok, se anche non li vedevamo andava bene lo stesso, sono artisti rinunciabili”. Io la penso diversamente, e il discorso finisce lì: ciascuno ha le sue preferenze. Ma non mi si venga a dire che non è cultura, perchè altrimenti cadiamo nel ridicolo.