SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Togliete i libri alle donne e torneranno a fare i figli”: Camillo Langone dixit. Uomo e Giornalista. Si fa per dire. Perché l’affermazione è grave sia se a pronunciarla è un qualsiasi individuo (ritenuto) pensante, che dovrebbe avere rispetto per l’intera umana specie, sia se si tratti di un giornalista, per il quale vale come prima regola quella di verificare sempre ciò che sta per mettere nero su bianco, al fine di evitare madornali castronerie, come in questo caso.

Glielo dice, caro Langone, una giornalista di provincia che quando scrive si prefigge sempre di rispettare i lettori. Glielo dice inoltre, una donna che di figli al mondo ne ha messi due, pur avendo letto molti libri.

La sua affermazione, che vuole spacciare per autorevole, forte della pubblicazione su un quotidiano nazionale, è invece un insulto per milioni di donne in Italia, per quelle che lavorano duramente ogni giorno e nel contempo crescono con molti sacrifici i propri figli, e per quelle che vorrebbero fortemente essere madri ma non possono permetterselo per via di un lavoro precario, o per la cronica mancanza di politiche a sostegno delle donne e della famiglia. Se in Italia le donne non procreano  è perché sarebbero sostanzialmente lasciate sole ad accudire i figli. Sono poste spesso di fronte a scelte obbligate, non avendo possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro, a differenza di molti altri paesi europei, dove – le sembrerà strano – a fare più figli sono invece le donne che hanno un’occupazione stabile. Perché al giorno d’oggi, non so se ne è al corrente, senza un’istruzione e un lavoro le donne potrebbero anche restare a casa come lei auspica, a sfornare figli come pagnotte, ma poi si rischia di non poterli sfamare, o non poter garantire loro una vita decorosa. Lei vorrebbe le sue figlie, se ne ha, destinate a questa prospettiva indecorosa pur di contribuire al ripopolamento della specie? Suvvia.

La sua analisi approssimativa e superficiale è inoltre un insulto alla professionalità di tanti giornalisti che, prima di affrontare la complessità di qualsiasi tema, ricercano e si documentano, o sperimentano e vivono in prima persona le situazioni da riportare.

Indicare una soluzione (e che soluzione!) per l’aumento della natalità in Italia facendosi forte di un paio di citazioni, estrapolate e reinterpretate a proprio uso e consumo, non può essere ricondotta all’oculatezza di un giornalista, quanto piuttosto alla faciloneria caratteristica del ruvido e primitivo maschio italico, più adatta alla parete di una caverna che alla pagina di un quotidiano nazionale.