SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Signori, lo possiamo ricostruire”. Famosa affermazione appartenente alla serie televisiva degli anni Settanta L’uomo da sei milioni di dollari incentrata sulle eccezionali missioni che un colonnello dell’esercito americano porta a termine grazie a delle magnifiche capacità acquisite a seguito di alcuni innesti bionici alle gambe, ad un braccio e ad un occhio. Trent’anni fa era sicuramente fantascienza.

Non così oggi dato che un progetto, pubblicato lo scorso 20 aprile nella rivista The journal of the american medical association e finanziato dalle forze armate degli Stati Uniti d’America, ha lo scopo di migliorare le vecchie protesi agli arti inferiori con parti bioniche. “Recentemente abbiamo studiato il controllo neurale delle braccia artificiali utilizzando la tecnica della reinnervazione muscolare”: è quanto scrive Levi Hargrove, ricercatore presso il Rehabilitation institute di Chicago.  “Tuttavia, gli amputati agli arti inferiori sono più numerosi rispetto agli amputati degli arti superiori. Per questo abbiamo esteso la nostra ricerca per gli amputati delle gambe”.

La tecnica di reinnervazione muscolare consiste nell’utilizzare i nervi rimasti intatti dopo un’amputazione per controllare i movimenti della protesi tentando di comprendere gli stimoli provenienti dal cervello. Dunque attraverso l’elettromiografia si inviano i segnali elettrici prodotti dai muscoli ad un software in grado di riconoscerli e di manovrare di conseguenza la gamba bionica.

La sperimentazione in corso vede la partecipazione di quattro amputati transfemorali  e quattro non amputati con risultati tanto positivi quanto inaspettati: tutti i volontari sono capaci di controllare il ginocchio e la caviglia di un avatar utilizzato al computer per le simulazioni partendo dalle informazioni neurali della coscia. Gli amputati hanno raggiunto il 91% di precisione dei movimenti e i non amputati l’89%.

Per dirla con le parole di Hargrove: “C’è molto lavoro ancora da fare, ma il futuro di un controllo più avanzato delle protesi appare luminoso”.