COLLI DEL TRONTO – Un 2011 che veda le Marche e il Piceno uscire dalla crisi e vedere i primi segni di ripartenza, a partire dal settore edile. Ma senza massacrare l’ambiente, perchè suonerebbe come un “suicidio” rispetto all’attrattivitá turistica.

Questi gli auspici di Bruno Bucciarelli, presidente di Confindustria Ascoli, da noi intervistato durante la cena natalizia degli imprenditori piceno all’hotel Il Casale martedì scorso.
“Abbiamo associato 79 nuove imprese (terziario innovativo, servizi, turismo, nautica, attività portuali ivi compresa la pesca, l’energia rinnovabile, senza trascurare il nostro know how su agroindustria), questo è un segnale importante. Dobbiamo cercare di inculcare la cultura di impresa anche ai giovani, coccolare le imprese sul territorio, far sì che rimangano e investano sul territorio”.
Le previsioni per il 2011.
“Gli sforzi profusi dal mondo produttivo mi fanno ben sperare, non ci sarà un boom ma una ripresa lenta e costante, si intravedono dei cenni di ripartenza giá da questi ultimi mesi, bisogna combattere”.
Cosa chiedete alle istituzioni?
“Agli enti pubblici chiediamo di continuare nella politica delle Zone Franche comunali, chiediamo la semplificazione burocratica per le imprese, chiediamo di supportare i nostri sforzi per l’innovazione, per la ricerca di nuovi mercati con missioni all’estero come quella recentissima in Mozambico, un paese stabile e dalle grandi potenzialità, con il quale scambiare materie prime con cultura di impresa, per una crescita nostra e loro, senza sfruttamenti”.
Presidente Bucciarelli, a San Benedetto le cronache politiche vedono come parola chiave l’urbanistica, cementificazione versus crescita sostenibile, megavarianti e Grandi Opere…Cosa ha da dire su questo?
“Credo che l’impegno delle istituzioni debba tenere sempre presente un territorio prezioso e non da stravolgere. Ma non ci scordiamo che è dall’edilizia che riparte l’economia, con la sua ripartenza finirá la crisi. Ovviamente questo impulso va portato avanti senza stravolgere l’ambiente, senza fare speculazioni. Occorre trovare un sistema per dare opportunità a chi vuole investire nel campo edile, secondo modelli innovativi e a basso impatto ambientale. Molto importante inoltre è il discorso dell’occupazione per le nostre maestranze. Insomma, qui ci vuole un grosso patto sociale, con lavoratori, sindacati, enti pubblici. Tutti insieme si può”.