dal settimanale Riviera Oggi numero 850 in edicola, uscito il 7 novembre

LINA LAZZARI, NOTE BIOGRAFICHE Oggi consigliere comunale del Partito Democratico, entrò nel massimo organo politico cittadino nel 1997 in seno alla lista civica “Città Futura” (ne facevano parte anche Palmiro Merli e l’attuale tesoriere della Samb Roberto Pignotti) a sostegno del sindaco uscente Perazzoli. Venne nominata presidente del consiglio comunale.
Insegnante di Italiano e Storia all’istituto per Geometri di Grottammare, la Lazzari è stata segretaria del Partito Socialista nei primi anni ’90. E’ iscritta a Legambiente.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO –

Lei ė un’anima critica della maggioranza Gaspari, fin dal suo insediamento, pur se ė sempre rimasta nei ranghi senza iniziative di contrapposizione esplicita. Che giudizio dà dell’operato dell’amministrazione comunale finora?
“Sì è vero, sono spesso stata critica pur se non ho mai votato contro, al massimo mi sono astenuta. La giunta Gaspari ha operato in un momento critico, difficile, poteva far meglio, con più incisività. Con più partecipazione civica. Nessuno è perfetto, tutto è migliorabile. Non sono una anima critica a priori, ma ho i miei pensieri sui singoli problemi. Ritengo però che se ci sono divergenze è bene che se ne parli con i diretti interessati piuttosto che esporsi come i primi della classe sui giornali. Mi sembra un positivo retaggio della mia storia politica nei partiti, della mia attività nell’associazionismo. La politica non ha bisogno di scenate, ma di gente che risolva i problemi. Nelle sedi opportune, ovviamente, ci si fa sentire e si litiga anche aspramente, ma poi serve la sintesi”.

Ha avuto una vivace contrapposizione dialettica con il sindaco in merito al nuovo Piano Spiaggia. Non la soddisfa questo atto?
“Non molto, occorreva parlare di più delle spiagge libere e del loro mantenimento, dell’accesso alla spiaggia, e poi del fenomeno dell’erosione. Ogni anno buttiamo letteralmente dei soldi fra le onde per finanziare i ripascimenti. Non sarebbe meglio fare una spesa grossa, ma una volta sola, e avere studi scientifici per soluzioni a lungo termine? Sugli chalet, infine, ritengo che siano ottimi luoghi di accoglienza turistica, ma le discoteche è meglio farle in altri luoghi”.

Quali ritiene che siano i suoi migliori risultati da consigliere che presenterà all’elettorato? Si ricandiderà? Aspira a fare l’assessore?
“Sono una che non si accontenta mai, quindi anche io potevo fare di più. Mi sono interessata molto dei problemi che mi hanno segnalato i cittadini, nell’urbanistica, nell’ambito portuale. Abbiamo creato un contesto di norme nuove, andando verso il nuovo piano regolatore del porto. Ora spetta ai privati investire nell’ambito di questa pianificazione sotto la regia degli enti pubblici. Io assessore? Guardate (ride, ndr) a me la politica piace farla, davvero, mi piacerebbe continuare a farla e qualsiasi ruolo è importante. Mi piacerebbe molto poter far crescere dei giovani amministratori. In politica non ci si improvvisa, serve saper ascoltare prima di prendere decisioni”.

Nel 2006 si sarebbe aspettata che tre anni dopo la giunta si sarebbe salvata grazie al sostegno politico dell’ex candidato sindaco Edio Costantini e del repubblicano Felicetti, entrato in consiglio comunale per via delle dimissioni dell’altro candidato sindaco Martinelli?
“Sono i meccanismi della politica, occorre essere realisti. Le nostre defezioni, come quella di Nazzareno Menzietti e Libero Cipolloni, non le ho comprese fino in fondo, evidentemente non avevano trovato nel Partito Democratico uno spazio di colloquio e dialogo. Io però credo ci voglia rispetto per chi ti ha eletto, tu hai chiesto il voto anche per il sindaco che appoggiavi, quindi se cambi idea sarebbe opportuno dimettersi più che uscire dalla maggioranza”.

Sulla megavariante, ritiene che sia giusto il metodo di contrattare cubature con opere pubbliche? E sulla scelta di queste opere, ritiene ci sia stata sufficiente condivisione?
“Oggi qualsiasi Comune non può fare a meno del dialogo con i privati, purché mantenga in mano la regia. Io sui Prusst della giunta Perazzoli ero d’accordo purché rientrassero in una visione generale di pianificazione, quindi nel Prg. Continuo a pensarlo”.
Ma la Megavariante non ha un nuovo piano regolatore alle spalle…
“Sì, oggettivamente è così, quindi non vorrei che i privati decidessero la pianificazione della mia città, può essere una opportunità, però da questo a concretizzare una idea ce ne corre”.
E sulle opere pubbliche richieste dal Comune?
“Allora, oggi siamo ancora nel generico. Non sappiamo cosa significa esattamente riqualificare il Ballarin, quale sia il progetto. Oppure prendiamo via Bianchi: una cosa è l’interramento dei cavi sui tralicci, una cosa è lo spostamento della sottostazione. Si tratta di un discorso ancora aperto, insomma, bisogna saperlo. E invece si parla di metri cubi da costruire. Trecentomila, sono pochi o sono troppi? Non si sa. La collina per me non può sopportare un nuovo carico urbanistico. Quali aree possono sopportarlo? Non lo sappiamo. Parlando di megavariante ci stiamo lasciando alle spalle argomenti che invece sono fondamentali, come la pianificazione generale. Per questo vale la pena riflettere sulle tesi del comitato Prg a Crescita Zero”.

Come giudica il criterio della monetizzazione degli standard urbanistici (verde, servizi) richiesti dal Comune a chi costruisce?
“Si dovrebbe ragionare di monetizzazione solo nei casi disperati, quando non c’ė spazio vicino al lotto edificabile. Gli standard non devono solo essere numerici, ma di qualità”.

Grande Opera, grande confusione?
“Ho molte riserve, un territorio ha diritto di scegliere ma invece si continua a parlare del nulla. Dobbiamo conoscere di cosa si tratterà, prima di decidere. La Fondazione Carisap se si vuole impegnare nella sua funzione culturale e sociale potrebbe benissimo compiere altri interventi, tipo l’housing sociale, la rivitalizzazione della Riserva Sentina con le sue case coloniche”.

Sempre sul tema della partecipazione, appare oggettivo che ce ne sia stata poca rispetto al mega deposito sotterraneo di metano che sorgerà all’Agraria….
“Io non ne sapevo nulla, e sono un consigliere comunale. L’ho appreso dalla stampa. Se questo significa partecipazione, traete voi le conclusioni”.

Insomma, partecipazione civica all’anno zero?
“Il bilancio partecipato che fa il Comune è meritevole, ma oggi la partecipazione civica si deve coltivare, le persone sono più distratte e hanno meno voglia di impegno civico. Poi è anche vero che i cittadini compiono errori, come il comitato di piazza Kolbe che pone domande in commissione Urbanistica e si alza andando via al momento delle risposte. Succede anche a certi consiglieri comunali, comunque”.

L’Hotel Garden che diventa una palazzina di appartamenti. In consiglio comunale, al momento della ratifica del progetto, ha dichiarato che avrebbe votato di no se avesse ascoltato il suo cuore, ma ascoltando la sua testa non poteva che votare di sì. Ci spiega meglio?
“Con il cuore avrei preferito che rimanesse un hotel, pure se non era bellissimo come edificio, ma si trovava nel posto pubblico per eccellenza di San Benedetto, la pineta. Mi rimane difficile pensare che un condominio si affacci su un luogo del genere, anche se è già successo con il Roxy. Da consigliere comunale però ritengo che vadano salvaguardati i diritti, e in quel caso rispetto alle normative vigenti il proprietario aveva tutti i diritti per chiedere la trasformazione. L’unico modo per impedire queste cose ė una zonizzazione esatta, che dica che in una determinata zona ci devono essere gli hotel e non i condomini. Ma ad oggi non c’è ancora”.