MONTEPRANDONE – Clima teso e infuocato nel dopo gara di Centobuchi-Atletico Trivento. E’ la terza sconfitta consecutiva del Centobuchi la seconda consecutiva con una squadra della provincia di Campobasso. Dopo quella contestata di domenica al Nuovo Romagnoli di Campobasso contraddistinta da trattamenti poco ortodossi ricevuti dall’avversario e dal direttore di gara (che fino al 3-0 per i padroni di casa, aveva arbitrato a senso unico) è stato penalizzato anche nella gara interna contro l’Atletico Trivento, stavolta dall’intera terna arbitrale soprattutto dal direttore di gara Maresca e dalla sua assistente Mariarosaria Speranza. In sala stampa  il tecnico ospite Roberto Carannante cerca di smorzare le polemiche facendo i complimenti all’organizzazione tattica del Centobuchi ma affermando che i due rigori avuti dalla sua squadra erano netti. Attilio Piccioni invece usa parole di fuoco verso la terna arbitrale e racconta i torti subiti e i comportamenti a suo avviso scorretti e provocatori del direttore di gara e della sua assistente, sostenuto a microfoni spenti nella continuazione del racconto anche dal team manager Cocci, anch’egli presente in panchina e allontanato dal campo.

Il primo ad arrivare ai microfoni è il tecnico dell’Atletico Trivento Carannante che esordisce lodando l’assetto tattico del Centobuchi: «Bella prova dei miei ragazzi contro una buonissima squadra come il Centobuchi, veramente ben messa in campo». Poi parla della prestazione della sua squadra: «Sono contento per la prestazione su un campo pesante su cui non era facile giocare  I ragazzi – prosegue il tecnico – ce l’hanno messa tutta per riscattare il mezzo passo falso col Real Montecchio». Poi è chiamato a rispondere sugli obiettivi della sua squadra: «Il nostro obiettivo è quello di vivere la giornata e fare al meglio delle nostre possibilità». Infine esprime il suo parere sull’arbitraggi: «Io non parlo mai degli arbitri, capisco le polemiche della squadra sconfitta, ma a mio avviso i due rigori a noi concessi erano nettissimi ».

Poi è la volta del tecnico biancoceleste Piccioni, il quale esordisce commentando gli elogi riportati fatti alla sua squadra dal tecnico del Trivento Carannante: «E’ un signore e lo ringrazio».

Quindi si concentra sulla terna arbitrale sparando a zero. «La loro prestazione è stata vergognosa ed inacettabile. Non è stata una partita di calcio, hanno impedito al Centobuchi di giocarsi la gara. Ne hanno fatte di tutti i colori a cominciare dal gol regolarissimo che ci hanno annullato sullo 0-0. Per poi proseguire con i due rigori dati al Trivento, quelli non concessi a noi e le quattro espulsioni tutte immotivate. Pensate che addirittura nel caso della mia di espulsione, io sono stato buttato fuori mentre stavo richiamando il mio portiere e non recando offese a loro. Poi l’azione del secondo rigore concesso – prosegue Piccioni – è stata incredibile visto che è nata successivamente ad un fallo non rilevato a nostro favore».

Poi continua il suo sfogo sempre più a ruota libera: «A tutto ciò già detto, voglio aggiungere le continue provocazioni recataci (alla nostra panchina) dal signor Maresca e dalla sua assistente, la quale tra l’altro ha richiamato spesso l’attenzione del direttore di gara facendo presente che stava ricevendo delle offese, cosa non vera. Sono venuti da Napoli a prenderci in giro, decidendo che il Centobuchi oggi non poteva e non doveva giocare. Io non voglio giocare le mie partite contro gli arbitri ma contro gli avversari di turno, ad esempio oggi volevo giocare contro il Trivento e non contro questi individui. Una direzione del genere non mi era mai capitata durante la mia lunga carriera prima da giocatore e poi da allenatore. Tali atteggiamenti provocatori ed irrisori, possono far perdere la testa anche a gente onesta e pacata come il sottoscritto. Basti pensare dopo trent’anni sono tornato a ribestemmiare. Questo arbitraggio scandaloso di oggi è seguito a quello di Campobasso (dove l’arbitro ha cominciato ad arbitrar bene solo dopo il 3-0) quindi io voglio pensar male stavolta e mi chiedo se il Centobuchi dà fastidio a qualcuno nonostante sia una piccola realtà».