SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Settanta tonnellate di materiale pirico di vario genere, tutto di potenziale esplosivo molto pericoloso, stoccate nel pieno centro di Grottammare in due garage sopra ai quali viveva una intera famiglia ignara del pericolo che correva.

E’ questo l’ultimo incredibile sviluppo dell’operazione “Stella Cometa” iniziata giorni fa dal Comando dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto che aveva già portato alla scoperta di altre trenta tonnellate di prodotti dello stesso tipo sequestrate in due depositi situati in una casa in costruzione in Valle Del Forno. In tutto cento tonnellate di esplosivi ad uso pirotecnico o di semplice deflagrazione che, al mercato nero, avrebbero fruttato un introito di circa sei milioni di euro.

Incredibile la varietà dei modelli, alcuni micidiali come “il cono” capace di incendiare una stanza in pochi minuti o il “bomber 99” in grado di asportare una mano di netto. Ancora una volta, come per la precedente operazione, responsabile dello stoccaggio clandestino capace di arrecare danni a persone e cose per un raggio di trecento metri, sono stati individuati i fratelli Gaspare e Vincenzo Travaglini.

Anche se il regista dell’intero giro resta il primo, 57enne, residente a Colonnella conosciuto come tra i maggiori importatori e rivenditori in Italia nel campo del commercio clandestino dei botti di fine anno. Gaspare Travaglini non è nuovo a questo genere di impresa tanto che, nel maggio dello scorso anno, era stato protagonista di un’altra operazione denominata “Gazzella” che aveva portato alla scoperta di un altro deposito dello stesso materiale detenuto e stoccato in forma illecita ad Offida.

A dirigere l’intera operazione è giunto espressamente da Roma Giovanni Aliquò, Direttore del Dipartimento Armi ed Esplosivi per la Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno che precisa :«Il quantitativo sequestrato è di una tale entità da avere pochi riscontri anche a livello nazionale. E’ stata una operazione portata a termine grazie al contributo insostituibile dell’Arma dei Carabinieri con l’appoggio logistico del locale Commissariato di Polizia».

Nel frattempo si sta procedendo alla rimozione in sicurezza delle decine di cartoni mentre sono stati sensibilizzati gli abitanti della zona circostante. Per maggior sicurezza ciò ha richiesto lo sgombero di una intera famiglia e la sospensione temporanea del lavoro per un’officina che si trova ubicata nei pressi dei due garage.

Lo stesso dirigente ministeriale ha richiesto espressamente le restrizioni penali che per Gaspare Travaglini si traducono in arresto con internamento presso il carcere mandamentale di Ascoli Piceno su mandato della Procura di Fermo per “violazione delle norme in materia di esplosivi pericolosi, di quelle suscettibili di incidenti pericolosi e per lo stoccaggio a fini di smercio di materiale non riconosciuto”. Mentre per il fratello sono scattate le restrizioni domiciliari nella sua residenza di Ripatransone per aver coperto e collaborato con il fratello.

Sia il tenente dei Carabinieri Massimo Di Lena che il dirigente del Commissariato Marco Fischetto hanno tenuto a sottolineare l’efficacia della sinergia instauratasi tra i due corpi senza la quale non sarebbe stato possibile arrivare a fare piena luce sulle vicenda.