Foto e video di Giancarla Perotti

LORETO – Presso la Sala Pio XII, del Santuario della Santa Casa di Loreto, sabato 15 giugno 2024, alle ore 9.30, si è svolta la riunione della Commissione Regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (U.N.E.D.I.), presieduta dall’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio dell’Arcidiocesi Metropolita di Fermo. All’incontro, coordinato dalla referente regionale professoressa Viviana De Marco, sono stati presenti oltre a tutti i delegati diocesani delle Marche, anche persone che collaborano con gli uffici diocesani e rappresentanti di diverse associazioni laicali che sono interessati all’ecumenismo.

Oggi più che mai il dialogo ecumenico e interreligioso è di importanza vitale, mi fa piacere citare la tesi sostenuta con vigore da Hans Küng che troviamo nelle sue pubblicazioni soprattutto nel libro Cristianesimo e religioni universali: “Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni”. Küng ha più volte evidenziato come le religioni abbiano un ruolo fondamentale nella costruzione della pace, e quindi la possono favorire oppure ostacolare; pace intesa, come convivenza civile, caratterizzata dalla solidarietà tra le sue componenti, una convivenza non priva di conflitti, ma che s’impegna a risolverli in modo non-violento, una convivenza che è rispettosa delle differenze, anzi attenta a non trasformarle in diseguaglianze.

Per una società caratterizzata dal pluralismo e finalizzata al bene comune, le religioni possono dare un apporto significativo e insostituibile, ma ad una condizione che esse per prime siano impegnate a ricercare ciò che le unisce, ciò che le accomuna, ferme restando le diversità, che pure le specificano. Perciò il dialogo interreligioso rappresenta la strada maestra, perché mette le religioni in relazione e le indirizza verso la pace, cioè mostra come concretamente si possa, pur nella diversità, essere ugualmente impegnati a trovare e attuare modalità di convivenza all’insegna di una feconda interazione; e questo, naturalmente, ha un valore non solo per le religioni, ma pure per le civiltà.

Il relatore dell’incontro, don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio Nazionale della C.E.I. per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, ha esordito dicendo: “La cosa che mi interessa fondamentalmente, in questa giornata, è quella di mettermi in ascolto, quindi di riuscire a raccogliere da parte vostra le istanze, sia per quanto riguarda il mondo ecumenico, che per quello che riguarda il mondo interreligioso. Sapendo che uno degli obiettivi che in questi anni la Conferenza Episcopale Italiana ha chiesto all’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso è quello di sdoganare il servizio ecumenico/interreligioso come qualcosa di nicchia, che riguarda semplicemente gli addetti ai lavori, ma far sì che il servizio possa innervarsi nelle vicende e nella storia delle nostre comunità”. Don Giuliano Savina ha ricordato il secondo incontro dei rappresentanti delle Chiese cristiane in Italia che si è tenuto il 10 giugno 2024 a Roma, nella sede della C.E.I., per confrontarsi sul futuro del dialogo ecumenico nel Paese.

https://unedi.chiesacattolica.it/2024/06/11/secondo-incontro-dei-rappresentanti-delle-chiese-cristiane-in-italia/

Il relatore ha anche fatto memoria del convegno, dello scorso anno, che l’U.N.E.D.I. ha promosso per i delegati/referenti delle realtà ecclesiali di Napoli, dal titolo molto significativo: Delegati e delegate, ma a servizio della pastorale diocesana è stato messo in rilievo che il delegato diocesano non è autoreferenziale nei rapporti con le relazioni ecumeniche e interreligiose, ma chi ha il mandato del vescovo, ha il compito di tessere le relazioni con le presenze ecumeniche e interreligiose all’interno della diocesi. Quindi, innerva le relazioni con la pastorale giovanile, la pastorale familiare, la pastorale scolastica, la pastorale del lavoro, la pastorale sanitaria, la pastorale del carcere, la pastorale del mondo del volontariato, come per esempio, la Caritas e tutte le relazioni che si hanno con il mondo dei migranti e in questo momento storico con le persone che provengono dall’Ucraina o dal continente africano e da tutti gli altri Paesi. Quindi l’intervento del Direttore dell’Ufficio Nazionale della C.E.I. alla riunione ha avuto la finalità di dialogare con i presenti in prospettiva di sdoganare il dialogo ecumenico/interreligioso come fenomeno di nicchia.

Il lavoro che l’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso sta condividendo con il territorio” continua il direttore dell’UNEDI “è proprio quello di poter aiutare le realtà locali a tessere reti, non semplicemente per conoscersi, ma per condividere i processi ecumenici/interreligiosi che si avviano all’interno del territorio diocesano, all’interno del territorio regionale e in quello nazionale. Allora il tentativo per poter avviare questa prassi è quello di chiedere alle regioni di strutturarsi in équipe, presiedute dai vescovi incaricati dalle Conferenze Episcopali Regionali, affinché coordinino le realtà ecumeniche/interreligiose e aiutino i propri delegati a non lavorare più da soli ma in squadra. Questo è un esercizio complesso, ma sempre più importante”.