SAN BENEDETTO – Il fiume Tronto è il secondo delle Marche, dopo il Metauro, con una lunghezza di circa 115 km. Da alcuni anni il corso d’acqua sta subendo dei cambiamenti, anche a livello faunistico. È noto che le aste fluviali sono ecosistemi in continua evoluzione, grazie allo scorrimento continuo delle acque. Dal punto di vista faunistico si sta assistendo ad un incremento di alcune specie di uccelli acquatici, in particolare aironi e cormorani. Diversi sono infatti gli insediamenti di colonie di aironi che si sono registrati negli ultimi anni, soprattutto nella parte bassa del corso fluviale. Gli aironi sono uccelli spesso coloniali, che costruiscono nidi generalmente vistosi e a distanza ravvicinata, dove diverse specie possono nidificare contemporaneamente. Tali colonie vengono chiamate “garzaie” e sono in netto aumento, sia a livello nazionale che a livello locale, come appunto sta accadendo lungo il fiume Tronto. La nidificazione avviene generalmente su alberi di salice, anche a pochi metri dal suolo, ma per le specie di dimensioni maggiori, come ad esempio l’airone cenerino, generalmente su alberi più alti e imponenti come i pioppi. Come già accennato, le garzaie sono spesso miste e nel fiume Tronto sono costituite da aironi guardabuoi, nitticore, garzette e airone cenerino, fino a contare oltre la trentina di nidi in quelle più strutturate e di più vecchia costruzione. Il gregarismo ha il vantaggio di poter offrire una migliore difesa dai predatori, dai quali gli adulti possono difendersi contemporaneamente con i loro lunghi e aguzzi becchi, proteggendo così le loro uova e i piccoli. Inoltre, quando gli adulti di una coppia sono lontani dal nido, ad esempio per procurarsi il cibo (rane, pesci, piccoli mammiferi, rettili, ecc) il resto della colonia ne garantisce comunque la sorveglianza, praticando appunto dei veri e propri turni di vigilanza. Altra specie in netto aumento è il cormorano, un uccello tutto nero, dalla corporatura massiccia e un robusto becco adunco, che si nutre generalmente di pesce. Durante l’inverno non è difficile avvistare, soprattutto dal tardo pomeriggio, gruppi di cormorani su grandi alberi lungo le sponde del nostro fiume, che si riposano e spesso e volentieri vi trascorrono la notte: questi sono i “dormitori”, dove ai cormorani si associano spesso aironi guardabuoi e garzette. Come è noto, la presenza di uccelli è indicatrice di qualità ambientale, soprattutto se si tratta di specie al vertice della piramide alimentare, poiché queste sono indicatrici di acque ricche di prede (pesci, anfibi, rettili, ecc).

Purtroppo si sta verificando anche l’insediamento, ormai permanente, di specie alloctone ritenute indesiderate, come la nutria e le testuggini esotiche (testuggini dalle guance gialle e rosse). Queste ultime in particolare, sottraggono spazio vitale e cibo alla testuggine palustre europea, l’unica nostrana di acqua dolce, più piccola e timida e ormai sull’orlo dell’estinzione a livello locale, anche a causa del fatto che le alloctone portano loro nuove malattie. Il problema delle specie alloctone è il risultato della globalizzazione ed è considerato una delle principali minacce per la biodiversità, insieme alla perdita e alterazione degli habitat naturali, al cambiamento climatico e all’inquinamento.

Uno dei tratti vicini alla città di Ascoli, dove il fiume Tronto presenta buone potenzialità naturalistiche, grazie soprattutto alla sua ampiezza, è quello adiacente al tiro a segno, lambito a nord dalla pista ciclabile, a sud dalla strada Bonifica, a ovest dallo sbarramento per la captazione delle acque per l’irrigazione (zona Villaggio del Fanciullo) e a est dal ponte della strada conosciuta come “Asse attrezzato”. In tale zona, che funge già da area di laminazione delle piene del fiume Tronto, potrebbe essere opportuno valutare la realizzazione di una piccola zona umida, con laghetti permanenti e a diversa profondità. Certamente essa sarebbe ricolonizzata spontaneamente da molte specie di uccelli (limicoli, anatre, aironi, passeriformi, ecc) e magari anche dalla nostra timida testuggine palustre europea, se si adotteranno misure di controllo e rimozione delle testuggini esotiche. 

Almeno quattro coppie di airone cenerino si sono insediate appena a valle della presa del fiume Tronto, sottostante il Villaggio del Fanciullo. L’auspicio è che in futuro possa formarsi una vera e propria garzaia, a due passi dalla pista ciclabile e di cui i cittadini, fruitori della stessa, possano godere.

FONTE: L’OSSERVATORIO AMBIENTALE DEL PICENO