SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito il comunicato stampa firmato da Aurora Bottiglieri coalizione PD-Articolo 1-Nos.

“La sanità di emergenza-urgenza del nostro ospedale rischia di entrare in crisi entro fine mese, perché questa è la durata della soluzione fin qui adottata dalla Direzione della AST di AP. 

Con l’avvio dell’estate, e speriamo numerose presenze di turisti, la sanità locale si troverà in profonda crisi e non sarà certo il futuro nuovo direttore a poter dare risposte in tempi brevi.

 Sollecitazioni, appelli e allarmi sono rimasti inascoltati, la situazione si è fatta sempre più critica e ci si avvicina sempre di più al punto di rottura.

Di fronte al diritto sacrosanto del personale sanitario di godere delle ferie, a fronte di centinaia di ore non godute, ci siamo rassegnati agli accorpamenti e chiusure estive di reparti, a servizi dimezzati. Tutte soluzioni tampone che già evidenziavano una “sanità malata”

 L’anno scorso, la direzione dell’allora area vasta non fu in grado di garantire nemmeno l’apertura delle postazioni di guardia medica turistica, servizio utilissimo per evitare sovraffollamenti eccessivi al Pronto Soccorso ospedaliero. 

Fra emorragia di personale e un ricambio insufficiente alle necessità minime a far funzionare reparti e servizi come si dovrebbe, il servizio sanitario oggi è in crisi e saranno i cittadini a pagarne le conseguenze.

Mai, però, era stato in discussione un baluardo del servizio sanitario pubblico ovvero il Pronto soccorso.

Il taglio dei posti letto nei reparti specialistici ha imposto schemi organizzativi diversi per cui i Pronto soccorso con la Medicina d’urgenza sono diventati luoghi di diagnosi e cura, come dimostrato durante tutta la pandemia. 

I sanitari e tutto il personale dell’emergenza svolgono un lavoro diverso rispetto a quello in ambulatorio o in reparto dove dei pazienti si conosce bene la cartella clinica. Il lavoro è usurante con turni massacranti, sottopagato rispetto all’impegno in termini di tempo e di qualità della vita, con l’impossibilità di svolgere la libera professione come in altre discipline, con molte responsabilità sulla gestione delle patologie dei pazienti, nessuno escluso.

Ora le attuali condizioni rischiano di far tornare il Pronto soccorso a semplice centro di smistamento verso altri reparti, dopo che anche la Medicina d’urgenza da mesi è stata parzialmente smobilitata. Possiamo immaginare la possibile unica evoluzione futura: tante barelle lungo i corridoi dei reparti.

Ci poniamo allora alcune domande:

  • Cosa potranno fare i responsabili dei reparti, senza posti letto e personale adeguato, se non supportati dalle scelte della Direzione aziendale?
  • Come mai l’ospedale “Madonna del Soccorso” destinato all’emergenza-urgenza vede a rischio proprio i servizi legati all’emergenza come l’UTIC, MURG e PS?
  • Quale   funzione e quale ruolo hanno i dipartimenti sanitari nella nostra azienda con un ospedale spalmato su due plessi?

Pensiamo che non sia più concesso alla politica e alle istituzioni narrazioni affabulatrici che contrastano così platealmente con la realtà. Il Presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini, che vanno in giro per la regione ad illuminarci il futuro con il nuovo piano sanitario, sono tenuti a dare risposte al presente, magari sviluppando una visione per il futuro che garantisca la tenuta dell’intero sistema sanitario.

A livello comunale, l’ultima perla risale a ieri sera. Il tavolo predisposto dal Sindaco Spazzafumo sulla situazione della sanità, che ha bypassato totalmente i consiglieri di maggioranza, si è concluso con una proposta che sa di derisione.

Dopo mesi di proteste, petizioni, commissioni e soprattutto dopo il Consiglio Comunale aperto svoltosi nella nostra città alla presenza del Governatore Acquaroli e dell’Assessore Saltamartini, l’Amministrazione Comunale, anziché far partire una diffida all’indirizzo della regione Marche, per prendere tempo e diluire il brodo sceglie di invitare il consigliere regionale Andrea Assenti al fine di recapitargli l’elenco delle nostre sofferenze. Va detto che il consigliere non ha né ruoli di gestione né competenze specifiche, ma si spera che almeno conosca tutte le criticità del territorio che lo ha eletto e difenderne i diritti.

Siamo alla beffa da buon mestierante della politica e noi non ci stiamo di fronte a tanta insopportabile indifferenza per un servizio così importante per i cittadini, per noi tutti.