ZITTI E MOSCA. L’estate sta finendo e, come sempre, è il momento di fare consuntivi. La mia prima impressione (chiamiamola così) è questa: è cambiato poco o nulla ma, principalmente, nessuna base è stata messa sul piano della promozione nazionale e internazionale.

La mia speranza è che da adesso in poi si inizi a pensarci seriamente, visto che la Riviera delle Palme (e quindi San Benedetto del Tronto in particolare) sta diventando sempre più invisibile. Un recente libro presentato giorni fa allo chalet “La Conchiglia” ha un titolo che mi ha ingannato: Riviera. Invisibile. Con il punto tra sostantivo (RIVIERA) e aggettivo (INVISIBILE) fu sottolineato.

Durante la presentazione del libro, con la solita sagacia e esperienza, il capo ufficio stampa del comune di San Benedetto, Eugenio Anchini, precisò all’inizio della conferenza che, a scanso di equivoci, il libro (molto bello e scorrevole) di Giorgio Massi non aveva il senso che molti gli avevano affibbiato. Semplicemente si trattava di pensieri ‘intimi’ dell’autore che, a chi lo ha letto, ha trasmesso sensazioni bellissime oltre che molto interessanti.

Ha dato comunque il “là” a pensieri e interrogativi che molti si sono posti. Per esempio all’architetto Franco Mercuri che mi ha scritto: “Anch’io leggendo il titolo del libro, avevo inteso quell’aggettivo “invisibile” nella sua stessa accezione , riferendolo appunto alla Riviera che, nonostante tutto il potenziale di bellezza, noi non siamo stati e non siamo ancora in grado di valorizzare. E rischiamo appunto che la nostra Riviera con tutto il suo potenziale diventi sempre più invisibile come da lei precisato, in campo nazionale e internazionale

Di questo passo, che fine farà la Riviera Picena che, anche nelle nostre Marche, sta cedendo il passo a Civitanova, Sant’Elpidio come spiaggia di massa, dopo che è già stata bypassata, negli ultimi anni, da Senigallia? Per non parlare della distanza, diventata stratosferica,  con la riviera romagnola.

Quali i motivi?

a-La mancanza di una caratteristica che torni a caratterizzare San Benedetto del Tronto in Italia (per tanto tempo è stato il lungomare)?

b-La mancanza di un evento a risonanza nazionale?

c-La necessità che San Benedetto e anche Ascoli (perché no!) diventino due Città Grandi, quindi da pubblicizzare nella loro interezza

Chissà?!

Infatti, meno male che in collina, e oserei dire anche in Ascoli e a Fermo, ci sono stati concerti e altre manifestazioni che hanno richiamato pubblico da tutte le Marche e anche oltre. San Benedetto ne ha comunque beneficiato ma non si può sempre vivere di luce riflessa o accontentarsi, un verbo che i nostri pionieri rifiutavano totalmente.

Ad aggravare le cose, una situazione politica che definirei stagnante, per non dire addirittura al limite del ridicolo. Scopro infatti che, invece di pensare seriamente a questi problemi, gli assessori di Spazzafumo e altri che hanno contribuito alla sua elezione (Capriotti T., Gabrielli (non Sanguigni come scritto in precedenza. Ci scusiamo con l’assessore che in effetti non abbiamo chiamato. Ndd), Pellei, De Vecchis ad esempio), si sono chiusi in uno strano silenzio quando miei giornalisti gli hanno rivolto la semplice domanda: come va?

Un segnale poco rassicurante visto che, fino a ieri, gli stessi hanno sempre accolto con piacere i nostri inviti ad esprimersi e quindi a dialogare con i cittadini. Stavolta hanno tutti dato la stessa risposta, cordialmente ma evidentemente seccati: “Non voglio rilasciare dichiarazioni”. Strano ma vero. Tanto che non riesco a capire se, quanto riferito da alcuni media, seppur con tanti, troppi condizionali (sembrerebbe che…), sia fanta giornalismo o no.

Visti i silenzi, credo di no. Anche perché almeno il sindaco avrebbe dovuto alzare la voce e fare quella cosa che gli suggerii appena fu eletto: “Se un giorno ti sentirai ‘ricattato” e non potrai più portare avanti il tuo programma elettorale, dovresti annunciare le tue dimissioni e mandare tutti… a casa”. La sua risposta fu: “Lo farò, se sarà necessario”.