SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una passione che oltrepassa mari e montagne, travolgendo i confini, cancellandoli da ogni atlante. È la storia di Jannes Bosman, un ragazzo sudafricano di vicino Città del Capo che, dopo aver giocato per anni nella sua terra natia, oggi milita nelle file della Serie C dell’Unione Rugby Samb.

Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua esperienza di vita, il percorso che da un continente lontano lo ha portato sulla Riviera delle Palme a vestire i colori rossoblu, ma anche a vivere con sua moglie Silvia, a lavorare in un’impresa attiva nel settore del legno e a continuare il suo percorso universitario.

Jannes, raccontaci la tua storia.

“Ho conosciuto la mia attuale moglie, che è italiana, in Russia, mentre studiavo medicina. Grazie a lei ho deciso di trasferirmi in Italia per proseguire i miei studi. Una sera siamo usciti con degli amici e un ragazzo mi ha detto che a San Benedetto c’era una squadra di rugby. È stato sempre lui a introdurmi al capitano della squadra, Andrea Del Prete. Da lì ho cominciato ad allenarmi con l’Unione Rugby Samb e a giocare con loro, ma non è stato semplice all’inizio, a causa dei processi burocratici. Ho dovuto richiedere un nullaosta in Sudafrica per avere il permesso di giocare qui”.

Quindi all’inizio ti allenavi, ma non potevi partecipare alle partite, giusto?

“Esatto. L’iter è durato all’incirca sette mesi. Devo ringraziare il presidente dell’Unione Rugby Samb, Edoardo Spinozzi, che ha fatto molto per me. Quando è arrivata la documentazione dal Sudafrica, Edoardo ha mandato tutto alla Federazione italiana e loro mi hanno dato il tesserino per giocare qui”.

Cosa c’è di diverso rispetto al Sudafrica?

“In Sudafrica abbiamo una grande tradizione di rugby, una vera e propria cultura. Io ho iniziato a sei anni, ma in generale lì si gioca nelle scuole e il livello è sin da piccoli molto alto. Qui in Italia i ragazzi non giocano per le scuole, ma per le società sportive. In Sudafrica invece vestiamo i colori dei nostri licei, dei nostri istituti scolastici, e ogni week-end siamo impegnati con le partite. Io poi ho giocato anche per la mia università e per l’Under 19 della mia regione”.

Come ti trovi a giocare qui?

“Nella mia esperienza di giocatore di rugby, posso dire di non aver mai conosciuto un gruppo come questo. Mi sembra una grande famiglia. Sono tutti dei bravi ragazzi, gli allenatori Massimo e Alessandro sono eccezionali. Sono persone che lavorano, ma la sera arrivano al campo con impegno e devozione. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, il rugby qui è più veloce rispetto a quello in Sudafrica. Comunque, mi trovo benissimo, però sono ancora fuori forma. Ho giocato di nuovo un mese fa dopo sei anni, quindi devo riprendere, ma davvero sto bene qui”.

Come sta andando il campionato?

“Finora molto bene. Abbiamo giocato delle partite per la promozione in Serie B e stiamo andando alla grande. Ogni settimana cerchiamo di prepararci al meglio dal punto di vista sia mentale sia fisico, perché ancora abbiamo tanti match da affrontare”.