MONTEPRANDONE – Riportiamo di seguito una riflessione del giornalista e storico monteprandonese Fernando Ciarrocchi.

Tutto quello che alcuni anni or sono poteva sembrare fantascienza, oggi, purtroppo, è realtà.

Ricordiamo bene le numerose scene di guerre batteriologiche proiettate dal grande schermo in cui i servizi segreti anche sul set avevano un ruolo più che determinante.

Per tutti noi spettatori erano avvincenti film d’azione ora invece sono diventati tragiche scene di vita quotidiana che rimbalzano da nazione in nazione tanta da aver assunto, scientificamente parlando, i connotati di una vera e propria pandemia virulenta.

Tante notizie, forse troppe, il mondo è diventato a tutti gli effetti non solo una mega redazione giornalistica mondiale ma anche un nosocomio mondiale dove, nostro malgrado, si avvicendano contagiati, deceduti e guariti.

Un tristissimo scenario che richiama alla memoria di tutti gli spaccati di vita, ugualmente tragici e magistralmente descritti da Alessandro Manzoni, uno dei padri autorevoli della lingua italiana, nel suo intramontabile capolavoro “I Promessi sposi”. Sui social in questi giorni si leggono sempre più spesso passi della famigerata peste che nel 1600 circa colpì Milano narrata in modo stupendo dal grande scrittore.

Ad esempio: la fuga dei nobili da Milano per rifugiarsi nei loro possedimenti in altre località italiane, vedasi oggi, i treni sovraffollati da nord a sud, ancora, il celeberrimo assalto ai forni, vedasi oggi la corsa sfrenata all’accaparramento degeneri alimentari nei supermercati, come il rifornimento di alimentari e quanto di commestibile non fosse giornaliero.

Non mancano neppure le riproduzioni anastatiche delle immagini che ritraggono il lazzaretto sempre, ovviamente, di manzoniana memoria.

Nell’odierna era super tecnologica dell’iperconnesso, abbiamo davanti ai nostri occhi le tragiche immagini che giungono da tutta Italia e dal mondo che stigmatizzano la mancanza dei posti letto e delle strutture di terapia intensiva tanto che la Lombardia, regione italiana maggiormente colpita, sta facendo l’impossibile riaprendo e riattivando vecchi ospedali, requisendo gli ampi spazi dell’Expo e ancora tanto altro, per accogliere e curare le migliaia e migliaia di contagiati.

Ecco gli innumerevoli lazzaretti di questo amaro periodo. La prima conclusione, forse a più di qualcuno potrebbe apparire scontata, è la considerazione vichiana dei corsi e ricorsi storici meglio nota come “la storia si ripete“.

Si ripete nella sua totalità tanto che il primo antidoto al primo dilagare dell’attuale tremendo virus è stato l’aver attuato immediatamente la misura di contenimento della quarantena, già in uso nel 1300 ma anche prima di epidemie e pesti. Poi visto il veloce espandersi del virus si sono rese urgenti e più che necessarie misure di contenimento più restrittive a tutela della salute di ciascuno che dobbiamo osservare e praticare con dovere civico e morale rispettando le regole e le disposizioni varate dalle nostre autorità governative e sanitarie.

La sanità italiana sin dai primi giorni dell’emergenza Coronavirus sta continuando incessantemente a dare una testimonianza splendida di coraggio, professionalità e profondo spirito di abnegazione sottoponendosi a turni di lavoro massacranti per il bene e per la salute di tutti noi mettendo a repentaglio la loro salute tanto che alcuni operatori del personale sanitario hanno sfortunatamente contratto il maledetto virus.

Quando questa tremenda emergenza sanitaria sarà terminata credo che lo Stato Italiano, nella persona del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, debba conferire una media d’oro al valor civile a ciascun operatore sanitario e a ciascun uomo delle nostre forze dell’ordine per il loro servizio e impegno quali nostri angeli custodi che permettono e permetteranno alla nostra amata Italia di risorgere.