SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un altro cartellone che potrebbe essere destinato a far discutere quello piazzato in queste ore dall’associazione Pro Vita davanti alla scuola Media Curzi di San Benedetto.

Il manifesto, parte della discussa campagna contro l’eutanasia che ha preso piede in tutta Italia, ritrae un ragazzo e reca la scritta: “Alessandro, 18 anni, bullizzato. Potrà farsi uccidere. E se fosse tuo figlio? #noeutanasia”.

Contenuto piuttosto forte dunque per la campagna di Pro Vita e che, in questo caso, rischia di risultare anche piuttosto fuori contesto. In questi giorni, infatti, scade il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per legiferare in materia di fine vita e, in particolare, sulla punibilità dell’aiuto al suicidio. Un vuoto legislativo, quello puntualizzato dalla Corte, che negli scorsi aani ha portato a sentenze isolate dei tribunali o a situazioni di stallo come quella del processo a Marco Cappato (accusato di aiuto al suicidio) per il caso Dj Fabo, fermo da oltre un anno a Milano. Appare dunque una forzatura equiparare il caso di Fabo, che scelse l’eutanasia perché immobilizzato e non vedente, al caso di un ragazzo bullizzato.

In queste ore la Consulta dovrebbe arrivare a una decisione visto che nessun impulso dal Governo o dal Parlamento per chiedere il rinvio della sentenza.