SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’identità del “Corvo” (clicca qui) non è più un mistero. Caso De Berardinis, l’opposizione torna sulle vicende del dirigente degli Affari Generali del Comune di San Benedetto colpito nei primi mesi del 2019 da tre procedimenti disciplinari, due dei quali promossi con una denuncia anonima, che ora non è più tale.

Con una conferenza stampa convocata da Tonino Capriotti, Rosaria Falco, Marco Curzi e Giorgio De Vecchis, l’opposizione rivela il nome di chi ha denunciato De Berardinis in due occasioni. E’ Rosaria Falco a condurre la conferenza stampa svelando i documenti dei due procedimenti disciplinari, ormai conclusi, e quindi accessibili nella loro interezza ai consiglieri comunali: “Abbiamo le denunce anonime, il nome di chi le ha fatte adesso è stato dissecretato. Sono stati promossi da un consigliere comunale di maggioranza, Pierfrancesco Troli. So che molti consiglieri di maggioranza suoi colleghi non sapevano nulla quindi abbiamo ragione di temere che l’azione possa essere stata concordata con il Sindaco Piunti e la sua segreteria. Io sono stata in maggioranza e conosco le dinamiche, credo poco a un’azione singola di un consigliere e a coincidenze. Sul Sindaco Piunti, a mio avviso, ricade la responsabilità morale e giuridica di questa vicenda” dice Falco.

Giorgio De Vecchis poi rivela altri particolari:  “Chi ha fatto l’accesso agli atti sulle tibrature non ha chiesto i cartellini di tutti i dirigenti, ha chiesto solo due date del mese di gennaio che erano già evidenziate in rosso sui cartellini di timbratura di De Berardinis, ce lo ha confermato per e-mail l’addetta al controllo della timbrature del personale del Comune (che però non ha fatto il nome di Troli, che invece compare nelle denunce anonime all’Udp che ora, dopo l’archiviazione, sono state dissecretate ndr)”.

Ricordiamo che De Berardinis fu denucniato anonimamente per la prima volta a febbraio per una caso di presunta falsa timbratura risalente al 18 gennaio 2019, data in cui il dirigente era impegnato in una causa di lavoro ad Ascoli “ma il comune, che era controparte, sapeva benissimo dov’era, ne aveva la conoscenza legale” incalza Falco. Questo primo procedimento si è chiuso con una sospensione dal lavoro di Roberto De Berardinis che ha già fatto causa al comune davanti al giudice del Lavoro chiedendo 15 mila euro, mentre il secondo procedimento, aperto sulla circostanza di un presunto illegittimo invio di una relazione alla stessa Falco sul precedimento Picenambiente-Tar, è stato archiviato.

Ricordiamo inoltre che nei mesi scorsi in una serie di atti di diffida e di comunicati stampa (clicca qui)  l’opposizione aveva scritto di ritenere la situazione del dirigente una ritorsione legata al caso Picenambiente, visto che De Berardinis è l’autore materiale della delibera sul controllo pubblico che la partecipata ha impugnato dinanzi al Tar. A far discutere le file della minoranza, nei mesi passati, anche la circostanza che a comminare la sanzione per il procedimento sul caso della presunta falsa timbratura fosse stata Catia Talamonti, che è presidente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari e all’epoca anche presidente di Picenambiente. Ricordiamo però che Talamonti per il secondo episodio denunciato da Troli e che ha coinvolto la disciplinare e De Berardinis si è astenuta  visto che il caso era direttamente legato al ricorso al Tar della partecipata di cui era presidente.