SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ tornata la rubrica dedicata ai tifosi “forestieri” dei rossoblu.

E’ la volta di Enrico Spaolonzi, milanese e residente a Rozzano in provincia di Milano.

Enrico è già salito alla “ribalta” in passato per il suo grande amore verso la Samb. Nella stagione 2004-05, in serie C1, fece parte all’esodo di Napoli al San Paolo con tanto di striscione “Milano” rigorosamente in rossoblu.

E nel maggio 2007 scrisse una lettera a Massimo D’Alema (CLICCA QUI) poiché il politico, in un’intervista al Corriere della Sera, screditò (a suo parere) la squadra affermando (in riferimento al vertice Nato di Oslo in corso all’epoca) che “Paragonare il progetto americano in Europa allo scudo sarebbe come mettere sullo stesso piano la Sambenedettese e il Manchester United.

Follia? Protagonismo? Eccesso di fede? Ognuno può avere un pensiero a riguardo ma come ci sentiremmo se una nostra passione venisse screditata? Probabilmente reagiremmo come Enrico o in maniera simile.

Riviera Oggi ha intervistato il tifoso milanese.

Enrico, come sei venuto a conoscenza della Samb?

“Mia sorella vive a San Benedetto dagli anni ’80. Ho cominciato a venire in vacanza in Riviera e mi sono interessato alla squadra assistendo ad alcune amichevoli e partite di Coppa Italia al Ballarin. Una passione che mi ha travolto dato anche il calore del pubblico sambenedettese. Inoltre erano gli anni della Serie B e la Samb era già conosciuta al nord Italia”.

E hai cominciato a seguire i rossoblu anche in trasferta…

“Esatto. Non mi perdevo una partita giocata al Nord. Ricordo con piacere una partita giocata a Varese dove nel settore ospiti c’eravamo solo io e mio padre. La Samb vinse grazie a un goal di Borgonovo. Poi fu indimenticabile Milan-Samb a San Siro in serie B. Iniziò male perché i rossoneri si portarono sul 2 a 0. Un mio amico, milanista, disse che i rossoblu avrebbero pareggiato e andò così. Poi ricordo con piacere le trasferte a Napoli, Bellaria e Verona. In Veneto fui costretto ad andare nella tifoseria gialloblu. Le Forze dell’Ordine, nonostante spiegai che tifavo i rossoblu, mi negarono di andare al settore ospiti. Poi andai anche a Venezia, Cittadella, Lecco, Padova, Trento, Monza, Parma, Lumezzane e a Busto Arsizio: che goduria il goal di Cammarata a tempo scaduto”.

Segui ancora la Samb fuori dalle mura amiche?

“Adesso è un pò più difficile perché ho un bambino ma seguo la maggior parte delle partite su Sportube e guardo gli aggiornamenti su Internet”.

I tuoi migliori ricordi da tifoso?

“Sicuramente Milan-Samb a San Siro. Anche la trasferta di Parma nel 2002 e la sfida salvezza contro il Lumezzane nel 2006. Vidi di persona sia l’andata sia il ritorno. Visto l’assurda stagione fu una salvezza bellissima ed emozionante”.

Il momento più brutto vissuto da supporter rossoblu?

“La sconfitta di Lecco con conseguente retrocessione nel 2009 e il fallimento del 2013 dopo aver vinto la serie D. Da forestiero è ancora più dura perché non si ha un contatto diretto e quell’estate, tra voci e falsi speranze, fu terribile”.

Che cosa pensi dell’attuale campionato?

“Siamo partiti alla grande, avevamo tanta personalità e sembrava davvero l’anno buono. Poi è avvenuto il crollo. Mi è dispiaciuto per Palladini, erano palesi i contrasti con il patron Fedeli. Sono fiducioso per il futuro ma bisogna comprendere la programmazione della società. Dobbiamo valorizzare i giocatori e non venderli. Comunque sogno di tornare in serie B e perché no, anche di vedere la Samb in serie A!”.

Torniamo alla lettere mandata a D’Alema nel 2007…

“Non era la prima volta che faceva dei paragoni un pò ‘maleducati’. Da innamorato decisi di rispondere cortesemente al politico e gli ricordai che il suo Gallipoli perse con noi. E perse nuovamente, poco dopo, a San Benedetto. Fu una difesa istintiva causata dall’amore. So che molti hanno pensato al mio gesto come un’esagerazione ma non me ne sono pentito”.

Talmente innamorato della Samb che hai fatto sbagliare un rigore alla squadra avversaria.

“Esatto (n.d.r. ride). A Lumezzane, nel 2006, ci fu un rigore contro. Andai dietro alla porta per innervosire il giocatore incaricato a batterlo (n.d.r. Biancospino) e lo feci senza insulti, lo giuro. Sbagliò il rigore e la partita terminò con la vittoria della Samb”.

Da quanto non torni a San Benedetto?

“Diversi anni. Mi manca molto, sono affezionato alla città che trovo stupenda”.

Anche al tifo?

“Certamente, ricordo che i tifosi di San Benedetto che incontravo in trasferta rimanevano colpiti dalla mia storia. Essendo di Milano pensavano che tifassi solo Milan o Inter. Tifo i nerazzurri ma molto spesso ho preferito dedicarmi alla Samb che alla Beneamata”.

Tifi Samb anche se non sei originario di San Benedetto? Hai un amico o conoscente ‘forestiero’ che ha una grande passione per i rossoblu? Scrivi a info@rivieraoggi.it e lascia la tua/sua testimonianza d’affetto per la Sambenedettese