SAN BENEDETTO DEL TRONTO- E’ stata sicuramente una settimana particolare quella che si è vissuta in casa Samb dopo la sofferta ma bella vittoria di Avezzano, con Palladini che già dal post partita marsicano si era voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa non avendo gradito le troppe critiche a suo dire ricevute dopo il pareggio interno con la Fermana, col panettone ancora da digerire. La settimana è poi proseguita con lo sbarco in città, inaspettato per certi versi dopo le smentite dei giorni precedenti, di Reginaldo Ferreira da Silva, in prova dopo lunga inattività e che è parso da subito un acquisto “pesante”, vedremo se anche dal punto di vista calcistico dopo qualche mese di allenamenti e magari una dieta “detox”.

L’arrivo del brasiliano ha certamente calamitato l’attenzione mediatica cittadina per qualche giorno facendo passare forse un po’ in secondo piano anche l’arrivo di quel Rivolino Gavoci che invece a nostro avviso è stato il capolavoro di questa finestra di mercato. Per diversi motivi: se l’arrivo di Reginaldo è infatti da considerare più come una sorta di “provo e poi compro” vincolato ai risultati stagionali di squadra ed in primis allo stato di forma della punta, quello di Gavoci invece dimostra che i piedi sono ben piantati per terra e che la concentrazione sull’attuale campionato è ben focalizzata, almeno quanto la lungimiranza che dimostra lo sbarco in prova del brasiliano.

Gavoci, che si è già presentato in città, dicendosi “voglioso di riscatto” dopo l’infelice parentesi di Pontedera, è senza dubbio un acquisto che svela quanto alta sia la dedizione della società sull’obiettivo promozione, avendo gli operatori di mercato rossoblu, regalato a Palladini una punta che, non dimentichiamocelo, è stata capace di realizzare 20 gol a stagione tondi tondi per due anni consecutivi a Martorano con la casacca del Romagna Centro, ritmi a cui nella rosa rossoblu, al momento e in proiezione, gira il solo Titone.

L’albanese è quindi un colpo di mercato che inevitabilmente fa aprire gli occhi anche sull’operato dei due, per così dire, “Ds ma non troppo” Diomede e Perotti,  che qualche naso storto per la verità se l’erano tirato dietro dopo la “cacciata” di Alunni non rimpiazzato da nessun nome noto (si era parlato di Marcaccio per un po’ n.d.r.) ma che dopo un mercato fatto dei vari Raparo, Baldinini e Gavoci appunto, stanno confermando l’affidabilità di un vecchio adagio visto che i due “monaci”, pur senz’abito, nella corsa all’albanese sono riusciti a  sbaragliare la concorrenza di squadre di Lega Pro, come il Lumezzane e il Monopoli ad esempio, ma anche quella del Grosseto, primo nel girone G di serie D a un punto proprio dal Rieti, ex squadra dei Fedeli e di molti attuali calciatori rossoblu.

E col mercato ormai virtualmente chiuso la testa di tutti non può che andare sulla sfida interna contro il Campobasso, che fra meno di 24 ore ci dirà tanto sullo stato di forma degli uomini di Palladini i quali,  nel giro di un mese,  si giocano tutto considerando anche le sfide piuttosto”vicine” contro Fano e Matelica. La gara col Campobasso è quindi un terreno perfetto per tastare il morale della “truppa” prima delle battaglie decisive, anche perché i molisani arrivano da 13 punti conquistati nelle ultime 5 partite e si presentano a San Benedetto con una rosa rivoluzionata dal mercato e più fresca rispetto a quella che aveva patito un avvio tremendamente difficile di stagione, tramutato invece nelle ultime settimane in un quarto posto che certamente consolida le loro ambizioni play off e annuncia con ogni probabilità una partita da vivere come un big match.